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Peer to peer lending, (anche) il credito alle pmi si fa “social”

Peer to peer lending (P2P lending): tutti ne parlano, ma che cos’è davvero?

In poche parole si tratta di un sistema di prestito tra privati, che, attraverso una piattaforma web, riesce a far incontrare facilmente chi dispone di risorse da investire e chi è alla ricerca di un finanziamento.

La chiave del successo è semplice da capire, basta analizzare il contesto: da un lato un sistema bancario in difficoltà, sempre più restio a concedere credito, dall’altro la diffusione della sharing economy (Airbnb, Uber, BlaBlaCar…), figlia della rivoluzione digitale che sta trasformando il mondo dei servizi, anche finanziari, amplificando le interazioni “orizzontali” e disintermediate. Un terreno decisamente fertile.

La caratteristica che contraddistingue il P2P lending è la sua capacità di disintermediare il tradizionale sistema del credito. Il tasso di interesse che pagano i richiedenti è esattamente il rendimento che ottiene il prestatore, senza che alcun intermediario nel mezzo trattenga un differenziale (spread) tra questi due tassi.

Proprio per questo, chi richiede un prestito riesce a pagare interessi più bassi rispetto a quelli che pagherebbe in banca (dal momento che viene del tutto tagliato fuori l’intermediario), e parallelamente chi presta ottiene rendimenti più alti rispetto ad altre forme di investimento (ad esempio: titoli di Stato o conti deposito).

Ma come funziona?

L’attività degli utenti è regolata da una piattaforma web, che assegna uno scoring sull’affidabilità di chi chiede un prestito e ne incrocia poi le esigenze con quelle dei prestatori che offrono credito. Tale scoring misura più che altro le possibilità di accesso al credito del richiedente e, naturalmente più il livello di questo scoring è basso, più i tassi di interesse per i prestatori salgono per effetto della minore offerta di credito di cui beneficiano questi richiedenti, che sono quindi disponibili a pagare un “prezzo” più alto.

Ci sono poi altri elementi che rendono il P2P lending un trend interessante per il futuro.

I risparmi di un prestatore non sono mai destinati tutti a uno stesso richiedente, ma vengono “spezzettati” tra diversi soggetti, in modo da diversificare (e minimizzare) il rischio.

La società che offre la piattaforma (il sito vero e proprio) non custodisce direttamente i soldi dei prestatori, essi infatti sono affidati a un soggetto terzo – tipicamente una banca depositaria –  e tutelati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Come è nato il peer-to-peer lending?

Il P2P lending è nato in Gran Bretagna nel 2005 e, da allora, si è sviluppato rapidamente in Europa, in alcuni Paesi asiatici e negli Usa: e le potenzialità sembrano elevate se si pensa che lo scorso anno due colossi del calibro di Google e Alibaba si sono interessati al fenomeno, fino a siglare un accordo di collaborazione con la piattaforma americana Lending Club.

E in Italia?

Attualmente nel Belpaese il social lending è ancora agli albori, ma non mancano iniziative made in Italy in questo campo:  Smartika e Prestiamoci sono attive nel mercato dei prestiti al consumo – quindi esclusivamente nei prestiti tra soggetti privati – mentre una nuova realtà, operativa dal 2013 (prima come broker e da settembre 2015 anche come piattaforma di peer to peer lending), è specializzata nell’erogare credito a soggetti con partita iva, come le pmi: BorsaDelCredito.it.

Chi è BorsaDelCredito?

Questa realtà si configura come un un marketplace dove professionisti e aziende possono ricevere finanziamenti sia da privati che da altre aziende. Le imprese richiedenti un prestito ricevono una valutazione da parte di BorsaDelCredito.it entro 24 ore e, se la verifica è positiva, possono ottenere il finanziamento entro 3 giorni.

Per i prestatori è prevista un’elevata diversificazione dell’investimento in imprese di diverso rischio ed esiste un fondo di garanzia per ogni prestito.Inoltre la gestione dei prestiti è sempre trasparente, perché è possibile conoscere tanti dettagli delle singole imprese finanziate. Si può prestare con un “profilo gestito”, che permette di prestare velocemente, con rendimenti del 5% e di ottenere forti sconti sulle commissioni; oppure con un “profilo manuale”, per i più esperti.
E se il prestatore non dovesse essere soddisfatto, può ritirare la liquidità libera o vendere quella già impegnata in qualsiasi momento, senza vincoli temporali.

Per dare un’idea del funzionamento del P2P lending, BorsaDelCredito.it ha messo a confronto alcuni dei più comuni strumenti di gestione del risparmio partendo da un’ipotesi di investimento di 5.000 euro. Ecco cosa è emerso.

borsadelcredito

* Elaborazione di BorsaDelCredito sui principali conti depositi vincolati al 01/12/2015
** Emissione BTP del 27/11/2015
*** Fondo Eurizon EasyFund Bond Corporate EUR al 01/12/2015
**** Dati relativi alle persone fisiche. È possibile prestare anche come persona giuridica, con una tassazione fissa del 27,5%

Noi di AdviseOnly siamo molto curiosi e, da amanti della sharing economy, osserviamo con piacere queste iniziative, specie se sono italiane.

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

Ultimi commenti
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    manca un importante parametro: tasso medio di insolvenza?!

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