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Snapchat, anche i social media vogliono fare i robo-advisor

Finazia più social… e social media più finanziari

Non c’è solo lo sforzo in chiave “social” degli operatori finanziari, che stanno cercando di aumentare la propria presenza su FaceBook, Twitter, LinkedIn &Co. per intercettare una fascia di clientela – quella dei Millennials – sempre più evoluta a livello tecnologico. Stiamo assistendo anche al fenomeno inverso, che vede i social media fare incursioni sempre più decise nel mondo dei servizi finanziari.

È notizia di pochi giorni fa che Snapchat – applicazione di messaggistica istantanea per scambiarsi foto e brevi video – sta sviluppando un proprio servizio di robo-advisory che, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, utilizzerà degli algoritmi per aiutare gli utenti a sviluppare e implementare strategie di investimento previdenziale personalizzate. La nuova tecnologia permetterebbe agli utenti di investire in prodotti finanziari – etf nello specifico – direttamente dalla loro app sullo smartphone.

Obiettivo: Millennials

Una mossa che strizza l’occhio all’appetitosa fascia dei cosiddetti Millennials, ovvero le persone nate tra gli anni ottanta e i primi anni duemila: i membri di questa prima vera generazione “digitale” e globale saranno infatti i nuovi depositari del risparmio in un futuro sempre più prossimo. Se gli etf hanno democratizzato l’industria dei servizi finanziari dunque, ora le piattaforme social hanno l’opportunità di democratizzare l’accesso e la distribuzione di questi prodotti e della consulenza finanziaria.

E in effetti proprio i social media hanno un certo vantaggio competitivo rispetto alle start-up di roboadvisory: essi infatti dispongono già di un’ampia e consolidata massa di utenti – basti pensare che Snapchat parte con 100 milioni di utenti attivi ogni giorno, mentre società come le americane Betterment e Wealthfront hanno dovuto lavorare per conseguire una crescita organica della loro base di utenti.

Con ogni probabilità Snapchat sarà solo il primo di una lunga serie di social network che proveranno a muovere qualche passo nella ricca industria della gestione del risparmio: secondo quanto risulta a Reuters, anche Twitter sarebbe stato contattato da operatori del mercato per sviluppare servizi simili. Ma, come abbiamo detto più volte, l’ondata di innovazione che sta travolgendo il mondo finanziario tradizionale non passerà solo per i social network: Betterment ha visto lievitare i suoi asset under management del 172% negli ultimi 12 mesi e attualmente gestisce oltre 3 miliardi di dollari per circa 130,000 clienti, mentre Wealthfront conta asset per 2,5 miliardi di dollari (+150% da metà 2014).

Certo, i numeri sono ancora esigui rispetto a giganti del settore come Vanguatrd, che controlla 3 trilioni di dollari di asset, ma offrono un quadro chiaro della trasformazione in atto: ancora una volta, starà agli operatori tradizionali raccogliere la sfida e tenersi al passo con un mondo che sta radicalmente cambiando.

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Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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