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AO Tutor Focus | Il punto di agosto

Il mese di agosto si conclude senza grosse novità, crescono però le tensioni a livello globale. Facciamo una panoramica di ciò che è successo e spieghiamo perché non abbiamo modificato i portafogli.


Punti chiave

  • Il PIL degli Stati Uniti supera le attese. In linea con quanto ambito dal Presidente Trump per il 2017, la lettura finale del dato relativo al PIL statunitense del secondo trimestre ha superato le attese di mercato: su base annua, la crescita si è portata al 3%, rispetto al 2,7% previsto. Una crescita determinata per la maggior parte dai consumi privati dei cittadini americani. Si tratta del tasso di crescita più rapido dai primi mesi del 2015.
  • Prova di forza della Corea del Nord. Diciottesimo test missilistico dell’anno da parte della Corea del Nord: in questa occasione il missile lanciato nella nottata tra lunedì e martedì ha sorvolato il Giappone prima di inabissarsi. Repentina la reazione dei mercati, dove si è registrata una corsa ai tradizionali beni rifugio, quali l’oro e i titoli di Stato.
  • Da Jackson Hole tutto tace. Il tradizionale incontro tra i più importanti banchieri centrali non ha portato novità eclatanti: si è infatti parlato di voler “favorire una crescita economica dinamica“, senza tuttavia entrare nei dettagli delle decisioni di politica monetaria. Sia Janet Yellen, Presidente della FED, che Mario Draghi, a capo della BCE, si sono limitati a difendere l’operato dei rispettivi istituti, allarmando il mercato sugli effetti negativi del protezionismo e della deregolamentazione finanziaria.

Grafico del mese

Investire richiede una certa disciplina, i momenti di tensione sono dietro l’angolo e bisogna farsene una ragione. Gli investitori, come i maratoneti, devono saper soffrire per saper gioire al quarantaduesimo chilometro. Vi proponiamo quindi un grafico chiave, che vale più di tante parole, e che in sostanza dice: sui mercati vince chi ha pazienza, come abbiamo scritto qui.

 

Commento generale

Dopo otto anni di bull market le gambe di qualcuno potrebbero iniziare a tremare: ogni ribasso del mercato rischia di essere vissuto come l’inizio di una lunga fase di correzione.

Il mese di agosto si è in effetti chiuso con una leggera flessione delle principali Borse (in Euro), anche se stiamo parlando di una flessione ordinaria, da “per ora niente di che”, in un momento in cui la Corea del Nord è a muso duro con il resto del mondo. Stando agli esperti di geopolitica, di solito l’effetto sui mercati di questa tipologia di eventi ha vita breve, anche se la modesta reazione dei mercati è alquanto sorprendente (si parla comunque di un Paese che ha, potenzialmente, un arsenale nucleare tra le mani).

L’impressione è che i mercati siano forse un po’ compiacenti, ma non potrebbe essere altrimenti se tralasciamo per un attimo la politica internazionale e ci concentriamo sui numeri. Il commercio mondiale è infatti in costante crescita (+4,3% a giugno), così come la produzione industriale ( +3,7% a giugno). Negli USA il dato sul PIL del secondo trimestre è migliore delle attese, segno di un’economia in buona salute, e persino la zona euro migliora mese dopo mese, come confermato anche dall’agenzia Moody’s, che si aspetta una crescita dell’Eurozona per il 2017 pari al 2,1%. Migliorano anche le stime di crescita dell’Italia, dove la crescita per il periodo 2017/2018 è ora attesa all’1,3%, dal precedente 0,9% medio previsto.

Come se non bastasse il buon humus economico, i mercati finanziari possono continuare a fare affidamento sul sostengo delle banche centrali. Dall’incontro di Jackson Hole non è infatti emerso nulla di dirompente, anche perché tutte le decisioni più importanti sono state per lo più prese: la BCE sta già riducendo il Quantitative Easing e la FED ha pianificato di ridurre il bilancio (tra dicembre ed i primi mesi di gennaio 2018), ma tutto con calma. A luglio l’inflazione mondiale è scesa ulteriormente (+2,9% rispetto al +3,2% di maggio), e nessun ha davvero capito perché. Tuttavia, la tesi dominante è che sia ancora presto per cambiare strategia e il graduale processo di normalizzazione delle politiche monetarie funzionale all’obiettivo (non esplicito) della stabilità finanziaria. Gli elementi di preoccupazione non mancano, ma il clima finanziario è talmente positivo che per ora non è il caso di uscire dagli attivi rischiosi, nonostante le valutazioni poco attraenti e l’Euro così debole rispetto alle principali divise straniere.

Snapshot Mercati

 

 

Valutazione per asset class

In termini di macro asset class non ci sono cambiamenti significativi: le commodities sono l’asset class con le migliori valutazioni. Seguono le azioni, anche se i fondamentali, complessivamente, non sono esaltanti. Le valutazioni complessive dei mercati obbligazionari sono invece le peggiori. Insomma: nulla di nuovo sotto il sole.

[accordion title=” Come si legge il grafico?”]

Con l’analisi multicriteria sintetizziamo in un’unica matrice gli indicatori quantitativi che ci permettono di fare una prima scrematura sulle opportunità di mercato offerte dalle varie asset class: azioni, obbligazioni e materie prime. Ogni asset class viene analizzata in base a quattro criteri: rapporto prezzi/fondamentali (criteri value); momentum a breve e medio termine; analisi del rischio sistemico; contesto economico.

In base al punteggio finale ricevuto, le asset class vengono classificate dalla più interessante alla meno interessante. L’analisi multicriteria è solo uno dei tanti strumenti di analisi che utilizziamo per leggere i mercati. Le scelte finali d’investimento vengono ponderate con l’analisi dello scenario di rischio prospettico e un’overlay qualitativa (cioè ampie considerazioni non desumibili direttamente e semplicemente dai dati).

[/accordion]

Tra i mercati azionari il Giappone e la Russia sono gli unici Paesi ad avere un punteggio positivo sia per quanto riguarda i fondamentali che il momentum. Sia a livello settoriale e di singolo Paese è il momentum che traina le performance quasi dovunque. Da qualsiasi angolazione si guardino i mercati di valore fondamentale ce n’è davvero poco. Questo non vuol dire che non ci sono occasioni ma che bisogna fare attenzione e aspettare momenti migliori.

I portafogli

Nel mese di agosto i portafogli hanno subito la flessione degli attivi rischiosi (azioni e obbligazioni, soprattutto high yield). Ma è soprattutto l’apprezzamento dell’Euro il nostro tallone d’Achille. Tuttavia, tenuto conto della fase d’incertezza e delle buone condizioni dell’economia americana, il Dollaro USA potrebbe tornare a recuperare qualcosa; a quel punto ci alleggeriremo ancora di questa valuta. Per il resto, stando allo scenario, riteniamo che l’asset allocation sia valida.

[accordion title=”Portafogli Obiettivo”]

Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation.
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[/accordion] [accordion title=”Portafogli Tematici”]

Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation.

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[/accordion] [accordion title=”Portafogli Tattici”]

Non abbiamo effettuato cambi di asset allocation.

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