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BollettinoAO | Draghi rassicura i mercati, la Catalogna dichiara l’indipendenza

La decisione di Draghi non delude i mercati: QE almeno fino a settembre 2018 e tassi fermi a lungo. Intanto la questione catalana sembra sul punto di inasprirsi con l’ufficiale dichiarazione d’indipendenza della regione.


Quali sono stati i fatti salienti della settimana?

E Rosatellum sia. Con 214 voti a favore, il Rosatellum bis, la nuova legge elettorale, è stato approvata dal Senato. Non sono mancate le perplessità e le spaccature: il Presidente del Senato Pietro Grasso ha detto addio al PD per passare al Gruppo Misto e anche il M5s non ha gioito dell’approvazione ultima della legge. Mattarella ribadisce: “un dovere firmare le leggi se costituzionali”.

La Catalogna è indipendente. In Catalogna, dopo i botta e risposta tra la Generalitat e il Governo centrale di Madrid, proprio quando si pensava di poter raggiungere un accordo tramite negoziati ed indire elezioni anticipate a dicembre, Puigdemont torna indietro sui suoi passi, ritenendo di non avere avuto da Madrid “le garanzie necessarie“. Secondo una breaking news dell’ultim’ora, il Parlamento catalano ha deciso di dichiarare l’indipendenza, mentre il Governo ha fatto sapere che ripristinerà la legalità, molto probabilmente, con l’uso della “forza”.

Il QE rallenta, ma non chiude. Alla riunione della BCE, Draghi è stato chiaro: non è ancora tempo di porre fine alle politiche monetarie accomodanti dato che il target d’inflazione ricercato è ancora lontano. Il piano adesso è quello di proseguire con il Quantitative Easing almeno sino a settembre 2018, ma riducendo gli acquisti da 60 a 30 miliardi a partire dal prossimo gennaio.

Grafico della settimana

L’appuntamento elettorale dello scorso weekend in Giappone non ha deluso le attese: il Premier Shinzo Abe ha vinto le elezioni indette, con un anno di anticipo, con l’obiettivo di rafforzare la sua leadership in Parlamento, indebolita dopo i recenti scandali emersi in estate. Il mercato del Sol Levante si è ulteriormente rafforzato dopo il risultato delle elezioni, e da oramai un mese continua a viaggiare sui valori massimi dal 1996.

Una crescita anche alimentata proprio dalla politica economica del Premier Shinzo Abe, l’Abenomics, che grazie alla giusta combinazione tra una politica monetaria espansiva e una politica fiscale incentrata sulla crescita degli investimenti pubblici e privati, sta portando il Paese sullo stabile sentiero della ripresa.

Come si sono mossi i mercati

È stata una settimana positiva per i mercati finanziari; l’Europa chiude la settimana in positivo (+0,6%) grazie alle parole del Presidente Draghi relative al QE, senza risentire particolarmente dell’inasprimento della questione catalana: al momento pare che il Parlamento catalano abbia dichiarato l’indipendenza e nello stesso momento il Governo Spagnolo sembra andar dritto verso il commissariamento della regione (art. 155). Lo scenario derivante da queste ultime vicende non lascia pensare ad una soluzione politica “in comune accordo”: le prossime ore saranno decisive per la Spagna. Positiva anche l’Italia (1,2%) e il Giappone (+2,3%), dove la borsa si trova ai massimi dal 1996. Al contrario, chiudono la settimana in negativo i Mercati Emergenti (-1,0%) e gli USA, (-0,3%) malgrado gli ottimi dati sulle trimestrali di big della tecnologia come Amazon (+34% crescita ricavi rispetto al 2016) e Google (+24% crescita ricavi rispetto al 2016).

Settimana di stallo per i settori, dove non si registrano movimenti rilevanti, fatto salvo per le perdite di quello sanitario (-2,4%) e delle telecomunicazioni (-1,6%). Per quanto riguarda il petrolio, chiusura positiva al +2,6%, probabilmente dovuto ai nuovi rumors provenienti dall’Arabia Saudita su un probabile allungamento del taglio della produzione.

In agenda

Ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).

Europa – Per la zona euro si attende il dato sul valore dell’inflazione e del PIL relativo al terzo trimestre dell’anno, in crescita al 2,3% su base annua secondo l’ultima rilevazione. Settimana all’insegna dei dati relativi all’inflazione per tutta l’Eurozona: verrà reso noto il valore, infatti, anche per Francia, Germania e Italia.
Regno Unito – La prossima settimana si terrà la riunione della BOE da cui si attende un ulteriore rialzo dei tassi di 25 punti base, allo 0,5%.
USA – Negli Stati Uniti si terrà, invece, la riunione della FED da cui però non si attendono notizie rilevanti. Invece l’attenzione è volta ai dati sul mercato del lavoro, dove ci si aspetta un tasso di disoccupazione invariato al 4,2%.
Giappone e Emergenti – Anche in Giappone ci sarà la riunione della Banca Centrale, mentre saranno pubblicati i valori aggiornati degli indici PMI per i principali Paesi Emergenti.


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