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#ABCFinanza: Perché la stabilità dei prezzi è tanto importante?

Nell’ultimo anno e mezzo si è ricominciato a parlare moltissimo di inflazione – giusto l’altro ieri abbiamo saputo che negli Stati Uniti il dato ha continuato a raffreddarsi nel mese di gennaio, aumentando a un tasso annuo del 6,4%, dal 6,5% di dicembre – e ormai avrete imparato che, quando è troppo alta, è un problema: i prezzi di prodotti e servizi salgono troppo velocemente, mentre salari e patrimoni perdono valore.

Speriamo che scenda, penserete. Lo sperano anche le banche centrali, che puntano all’obiettivo del 2%. Ma vi siete mai chiesti perché il 2% e non, per dire, lo zero? Perché la bassa inflazione è un problema tanto quanto lo è l’inflazione elevata. Perché, cosa succede quando l’inflazione è talmente bassa da diventare addirittura negativa (e quindi i prezzi scendono)? Lo vediamo subito.

Intanto, cominciamo col dire che questa situazione ha un nome: deflazione.

 

Inflazione e deflazione: cosa c’è da sapere

In questo momento starete pensando: “in realtà, cari miei, se vado al supermercato a far la spesa, sono felice di veder scendere i prezzi dei prodotti che compro abitualmente”. Secondo molti economisti e opinionisti, non è proprio così. Il grafico seguente mostra in modo assai semplificato alcuni elementi e passaggi della spirale negativa della deflazione.
 


 
Insomma la paura di molti è che, al calare dei prezzi, si comprino meno beni e servizi, indebolendo il fatturato e i profitti delle aziende, che potrebbero licenziare i dipendenti, chiudere, fallire (con conseguenze intuibilmente non buone sulle banche creditrici). Ciò indebolirebbe ancora la domanda, inducendo ulteriori diminuzioni dei prezzi e via dicendo, creando un vortice perverso.

Ma chissà come andrebbero davvero le cose nel mondo reale, molto diverso dall’astratta rappresentazione che ne hanno la maggioranza degli economisti.

Atteniamoci per ora ad alcuni fatti:

  • in caso di deflazione i rendimenti reali di qualsiasi strumento finanziario salgono:
    rendimenti reali = rendimenti nominali – variazione dei prezzi
    (in questo caso la variazione dei prezzi è negativa, quindi si somma…)
  • i rendimenti reali in crescita sono un fatto positivo per chi ha degli investimenti (che crescono a un tasso maggiore) e, viceversa, un fatto negativo per chi ha un debito (che sale a un tasso maggiore). Quindi, se siete un risparmiatore “in attivo” (cioè se i risparmi sono più elevati di eventuali mutui e finanziamenti), la deflazione è vostra amica, perché porta con sé più elevati rendimenti reali.

Fin qui, non ci piove. Gli altri effetti, per esempio quelli sui consumi e sulla produzione, non sono così deterministici, visto che l’economia e i mercati costituiscono un sistema difficilmente prevedibile.
 

 

La deflazione è nemica soprattutto dei grandi debitori

Il punto vero è che la deflazione è nemica dei governi, perché essi sono quasi tutti (molto) indebitati. Infatti la deflazione, a parità di altre condizioni, provoca una crescita del rapporto debito pubblico/Pil che potrebbe diventare insostenibile e portare (arrivando alle estreme conseguenze) al default. Inoltre, se si verificasse un impatto negativo sui consumi e sui profitti delle imprese, diminuirebbe anche il gettito fiscale.

Insomma, la deflazione è una potenziale catastrofe per lo Stato. Non è un caso che, all’epoca in cui era ancora direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde la definì come “l’orco da combattere senza indugi”.

All’epoca il mondo occidentale era alle prese con uno scenario ben diverso da quello di oggi, tra tassi di interesse a zero e incrementi dei costi molto contenuti. O per meglio dire: talmente contenuti da generare grande preoccupazione proprio per lo spettro della deflazione. Quanto sono lontani quei tempi, eh?

In ogni caso, c’è una costante che li unisce e li imparenta a quelli di oggi: la preoccupazione delle banche centrali per la stabilità dei prezzi.

 

La stabilità dei prezzi era e resta fondamentale

La stabilità dei prezzi è sicuramente la situazione più auspicabile: e, visti i rischi della deflazione per gli Stati sovrani così come quelli dell’elevata inflazione, state tranquilli che le banche centrali faranno il possibile per mantenerla. Come, del resto, abbiamo ben visto nell’ultimo anno e mezzo anche alle nostre latitudini.

 


 

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