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5 anni di portafogli anticrisi: sono ancora attuali?

Portafogli anticrisi AdviseOnly
L’incertezza politica incombe sul Vecchio Continente e i partiti populisti continuano a prendere piede, così torna lo spettro di una vecchia paura: la dissoluzione dell’Eurozona. I portafogli anticrisi possono aiutarci.

Quando i mercati insorgono, è difficile contenerli. Nel 2012, per scongiurare l’infinita crisi della zona euro ci è voluta l’artiglieria pesante della BCE per convincere gli investitori che valesse ancora la pena investire in Europa.

Con l’ormai celebre espressione Whatever it takes ed il successivo Quantitative Easing, Mario Draghi è riuscito a fermare l’emorragia, ma la distanza tra l’economia reale e la politica monetaria rimane considerevole.

 
Da allora, il timore sulla tenuta della moneta unica non è più un trend topic ed è uscita dai radar di rischio di molti investitori. Tuttavia, l’interminabile processo politico europeo combinato all’evidente ascesa dei partiti populisti/euroscettici potrebbe far riaffiorare la madre di tutti i rischi: la dissoluzione della zona euro. Processo politico in Europa C’è da dire che i cosiddetti populismi (essenzialmente definiti come movimenti in contrapposizione all’attuale establishment) non sono tutti uguali, e non tutte le critiche sono distruttive per i mercati (Trump docet), ma è normale che qualsiasi istanza che mini la stabilità della zona euro possa avere ripercussioni su mercati e quindi sui portafogli.
 

 

Portafogli ad-hoc

Con il referendum italiano si apre una stagione politica piuttosto complessa, che potrebbe far tornare di moda il “rischio euro”; ecco perché i nostri portafogli anti-crisi sono più attuali che mai.

Breve storia: nel pieno della crisi della zona euro (dicembre 2011) lanciammo tre portafogli legati a tre possibili scenari per l’Eurozona, definiti come segue.

  1. Euro-OK. Pensato per chi è convinto che il progetto europeo riuscirà a sopravvivere, raggiungendo l’obiettivo con cui è nato (pace e prosperità).
  2. Euro-Tsunami. Studiato per chi crede che il rischio di dissoluzione si materializzerà nel giro di pochi anni, ed è meglio proteggersi.
  3. Intermedio. È un portafoglio di compromesso, che pondera i due scenari precedenti: la zona euro rimarrà in piedi, ma prosperità e benessere sono ancora obiettivi lontani.

Storicamente i mercati hanno sempre avuto la capacità di riprendersi da qualsiasi shock, perciò l’eventuale crisi della zona euro non sarebbe la fine dei mercati finanziari. Ma le sorti dell’euro sono un fattore sistemico che può modificare in modo sensibile lo scenario d’investimento.

Il vantaggio d’investire in un portafoglio legato ad un macro-evento (come quelli ad obiettivo) è che limita la naturale predisposizione al market timing, all’eccesso di movimentazione. Detto in altri termini, aiuta a mantenere la barra dritta.

Al di là del nome, quelli di cui stiamo parlando sono portafogli fortemente legati alla realtà, che investono nei principali fattori di rischio. Per intenderci, Euro-Ok ha una naturale predisposizione ad investire maggiormente in azioni rispetto Euro-Tsunami, specialmente nei mercati azionari particolarmente sottovalutati (ma non per forza europei).

Come sono andati i portafogli?

Negli ultimi 5 anni i portafogli se la sono cavata piuttosto bene. Il rendimento medio annuo di Euro-Ok è stato del +9,3%, e Intermedio ha un ottenuto +6,2% annuo. Euro-Tsunami ha chiuso con una modesto +1,9% annuo, ma con una volatilità annua più contenuta (+5,2% rispetto al +8,0% di Euro-Ok) – in linea di principio, visto che corrisponde allo scenario che NON si è verificato, quest’ultimo portafoglio dovrebbe addirittura avere performance negativa.

 
Le performance di Euro-Ok e Intermedio diventano ancora più interessanti se confrontate con il rischio. In entrambi i casi sia gli Sharpe ratio che i Sortino ratio sono davvero buoni. Da questo punto di vista Euro-Tsunami ha fatto peggio, ma, lo ribadisco, è ragionevole, dal momento che implicitamente scommette su uno scenario che non si è realizzato.
 

Ora, in vista dell’anno nuovo e dello scenario d’investimento, abbiamo dato una spolverata ai tre portafogli.


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Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

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