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Non ci sono più i risparmi di una volta

Antefatto: l’Italia è uno dei Paesi occidentali il cui il debito privato, il debito delle famiglie, è relativamente basso (contrariamente a quanto avviene per il debito pubblico). Nel grafico che vi proponiamo potete comparare i debiti totali di alcuni paesi.

Il debito totale è la somma di debito pubblico (barra blu), debito di imprese non finanziarie (rosso), debito delle famiglie (grigio) e debito delle imprese finanziarie (verde). Come potete vedere, per il nostro Paese, il debito privato (la fascia grigia, households) rappresenta il valore nettamente più basso tra le voci che compongono il debito totale.

Se gli Italiani non sorridono – almeno da questo punto di vista possono considerarsi più tranquilli dei cittadini di Paesi solitamente considerati “virtuosi”. Ma la situazione è proprio rose e fiori? Proprio oggi è stata pubblicata una ricerca dell’Associazione Casse di Risparmio italiane (ACRI), realizzata in occasione della Giornata mondiale del risparmio che si tiene il 27 ottobre in tutto il mondo.

Per gli Italiani felicità significa anche avere dei risparmi, lo pensa quasi la metà degli intervistati. Solo un terzo, però, ritiene di essere riuscito nell’intento nel corso del 2011.

Il 2011, emerge dalla ricerca, è stato un anno di scoramento e di preoccupazione per la maggior parte degli Italiani: “un crudo realismo, scevro da illusioni” scrive l’ACRI. La crisi è considerata molto grave dall’86% degli Italiani e il dato è in crescita (era l’83% nel 2010 e il 78% nel 2009), inoltre 3 Italiani su 4 si attendono che perduri almeno fino al 2015. Più ottimisti sono, per fortuna, i giovani.

Una famiglia su 5 si sente colpita direttamente dalla crisi: ha visto uno dei componenti perdere il lavoro, accettare condizioni contrattuali peggiori o non ha ricevuto lo stipendio con regolarità.

Conti in rosso. Se nel 2011 il 30% degli Italiani è in saldo negativo, ben 6 su 10 sono convinti di aver ridotto le riserve di risparmio accumulate negli anni precedenti. Il 42% teme di non riuscire a risparmiare nel prossimo anno e solo il 13% spera di risparmiare di più: valore più basso registrato da quando esiste lo studio (nel 2010 era il 15%, nel 2009 il 19%).

Ma chi ha maggiori difficoltà a risparmiare? A soffrire di più è la classe a “pienezza lavorativa”, quella fra i 31 e i 64 anni. Geograficamente soffre di più il Sud, dove le persone che dichiarano di esser riuscite a risparmiare nel 2011 sono solo il 25% (uno scarto del 5% rispetto al Nord) e, ancora più preoccupante, il 40% delle famiglie del Mezzogiorno dichiarano di essere andate in saldo negativo (la media nazionale è 30%).

Gli Italiani investono per il futuro? Per affrontare il momento della pensione, quasi la metà ritiene fondamentale avere da parte del denaro. Il 24% (+3% rispetto al 2010) degli Italiani preferisce investire una piccola parte dei propri risparmi, a discapito di chi li tiene a casa o sul conto corrente.

Infine gli insoddisfatti della propria situazione personale sono la maggioranza: il 51% (+7 punti in un solo anno)! Solo il 3% si dichiara molto soddisfatto, mentre il 20% molto insoddisfatto.

La crisi è anche nella testa degli Italiani.

 

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