I mini-bond, obbligazioni e cambiali finanziarie emessi dalle piccole e medie imprese, sono uno strumento finanziario complementare e alternativo al credito bancario per le imprese, che rappresenta una nuova sub-asset class ricompresa nelle obbligazioni societarie.
Il mercato dei minibond ha ritmi di crescita importanti. Infatti, come è possibile notare dal grafico successivo, da inizio 2015 il numero di imprese che ha scelto di emettere mini-bond è andato aumentando. Ad oggi, contiamo 123 emissioni di mini-bond per un valore cumulato di 1,132 miliardi. Una bella cifra.
È davvero il caso di conoscere meglio questo mercato che rappresenta una novità per molti investitori. Tracciamone un quadro che consenta di delinearne la struttura, la natura delle emissioni e la loro appetibilità in termini di redditività[1].
- Dimensione delle emissioni: tutte le emissioni di mini-bond del 2015 sono di entità inferiore a 50 milioni di euro (la fascia dei veri e propri mini-bond “doc” delle PMI), con taglio mediano di circa 10 milioni. Complessivamente rappresentano ormai il 19% del mercato ExtraMOT di Borsa Italiana.
- Scadenza media: inferiore ai 5 anni, ovvero la scadenza tipica dell’asset class corporate bond. Negli ultimi mesi il trend è in lieve riduzione, cioè le scadenze si stanno accorciando.
- Rating: presente nel 33% dei casi, è associato generalmente alle imprese emittenti di maggiore dimensione.
- Redditività cedolare: è piuttosto elevata. Oltre il 70% dei mini-bond paga un tasso cedolare annuo superiore al 5% e generalmente la cedola si colloca tra il 5% e il 6%. Per inserire nel contesto finanziario tale redditività, i titoli di Stato quinquennali di Italia e Germania rendono attualmente rispettivamente 0,80% e 0,05%, mentre le obbligazioni europee Corporate Investment Grade (Bloomberg EUR Investment Grade European Corporate Bond Index) l’1,20% e quelle High Yield (Bloomberg EUR High Yield Corporate Bond Index) il 4,5% – si tratta sempre di rendimenti lordi espressi su base annua[2].
- Metodo di rimborso del prestito obbligazionario: nella maggioranza dei casi (58%) il rimborso avviene tutto alla scadenza (come per un BTP); negli altri casi invece è un po’ alla volta, con un piano di ammortamento (modalità detta “amortizing”). È piuttosto comune la facoltà di rimborso anticipato da parte dell’emittente, spesso presente anche per l’investitore.
- Presenza di covenants finanziari e garanzie: i covenants sono vincoli su parametri finanziari aziendali che l’emittente s’impegna a rispettare. In caso di violazione, i sottoscrittori dei mini-bond possono richiedere rimborso anticipato, godere di interessi maggiori o rimborso del capitale sopra la pari. Essi sono presenti nel 52% dei mini-bond attualmente sul mercato. Un po’ meno frequenti sono le garanzie (ipoteche, pegni, ecc.), presenti nel 21% dei casi, volte a garantire il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale.
- Provenienza geografica degli emittenti: prevalentemente si tratta di aziende del Nord Italia, dato che il 75% del mercato si divide tra imprese di Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.
- Settori merceologici: il settore dominante è quello manifatturiero, con una quota del 36,6% sull’ammontare totale delle emissioni inferiori ai 50 milioni. È ben rappresentato anche il settore industriale dedito alla fornitura d’acqua e alla gestione rifiuti (14,4%), le costruzioni (10,7%) e le attività finanziarie (9,8%). In crescita il settore Food & Beverage.
- Fatturato medio delle aziende emittenti: è pari a circa 100 milioni di euro per le emissioni inferiori ai 50 milioni.
- Tipologia di aziende emittenti: la maggior parte sono società per azioni, ma non mancano società a responsabilità limitata e cooperative; la motivazione principale all’emissione è finanziare la crescita interna dell’azienda, seguito dall’esigenza di ristrutturare le passività e la crescita tramite acquisizioni di altre imprese[3].
- Quotazione: i mini-bond sono quotati sul segmento ExtraMot di Borsa Italiana, riservato ai soggetti professionali che operano con i mini-bond (oltre project-bond, cambiali finanziari e strumenti partecipativi).
La dinamica delle emissioni di mini-bond, come si accennava all’inizio, è vivace e si è mantenuta tale anche durante i mesi estivi.
Noi di Zenit SGR conosciamo bene il mercato dei minibond. È un mercato vario, con mille sfaccettature, e noi di Zenit SGR vogliamo cogliere le opportunità di investimento che questo nuovo mercato può offrire attraverso il Fondo progetto Minibond Italia, uno strumento di investimento innovativo che punta sulla capacità e la qualità imprenditoriale dell’Italia promosso e gestito da Zenit SGR.
[1] Dati di fonte Osservatorio Mini-bond, Politecnico di Milano – School of Management, settembre 2015.
[2] Dati di fonte Bloomberg.
[3] “Osservatorio Mini-Bond “1° Report italiano sui mini-bond”, febbraio 2015.
Pasquale / Settembre 10, 2015
scusate, ma credo che non esporre (neanche nel sito dell’iniziativa) i costi del fondo decisamente non deponga a vs. favore.
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