In attesa di una svolta significativa del sentiment di mercato, l’asset class obbligazionaria continua a essere molto attraente. Infatti, se è vero che gli ultimi dati sull’inflazione Usa fanno sperare un picco ormai alle spalle nella crescita dei prezzi, dall’altra la Federal Reserve sicuramente alzerà altre volte i tassi d’interesse prima di lasciare spazio a una fase più riflessiva. L’orientamento della Fed, infatti, è di procedere a un rialzo da 50 punti base dopo quattro rialzi consecutivi da 75 punti nella riunione di dicembre. Si tratta comunque di un rialzo corposo che porterebbe i tassi nella forchetta tra il 4,25% e 4,50%, in attesa di veder consolidati i dati positivi di ottobre nella battaglia all’inflazione. Il mini rally sull’azionario di novembre, quindi, potrebbe non essere l’inizio di una più prolungata fase rialzista, ma un periodo di assestamento in attesa della vera svolta.
Il 2023: anno ancora incerto per il mercato azionario
Il 2023 sarà un anno pieno di interrogativi sul fronte della crescita economica: l’effetto dei rialzi dei tassi fin qui effettuati, infatti, deve ancora dispiegare tutti i suoi effetti. Così, stima la Fed, il prossimo anno le probabilità che l’economia americana entri in recessione sono quasi pari alle probabilità assegnate allo scenario di riferimento (che invece non la prevede). L’indice dei responsabili degli acquisti (Pmi) di novembre, inoltre, è sceso a 47,6 (sotto le stime di 50) questo significa una contrazione dell’economia e, tra l’altro, l’indice è al livello più basso dalla prima ondata della pandemia. In secondo luogo, gli esperti di Ubs, rilevano che in base alle valutazioni azionarie i mercati non mostrano un potenziale di rialzo significativo. Il rapporto tra prezzo e utili dell’S&P 500, il paniere principale Usa, è salito appena sopra 17x (di solito per una significativa crescita degli utili il rapporto è superiore a 18x). Gli esperti di Ubs, pertanto, il prossimo anno prevedono una contrazione degli utili mediamente del 4%, cosa che potrebbe rendere limitate le possibilità di espansione dei mercati.
Le nuove opportunità sull’obbligazionario
In tutto questo, l’inasprimento della politica monetaria associato a un crescente rischio di recessione aumenterà il fabbisogno di liquidità delle aziende. Pertanto, un’asset class come il debito corporate del mercato statunitense potrebbe vivere un momento particolarmente propizio, capace di fornire ottimi rendimenti a fronte di aziende emittenti tra le più solide al mondo. L’asset management svizzero Ubs ha nella sua gamma di prodotti Etf, fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice, alcuni prodotti che permettono di avere un’esposizione sul debito corporate degli Stati Uniti.
Una coppia di prodotti per investire sulle corporate americane
Per esempio, il fondo UBS (Lux) Fund Solutions – Bloomberg US Liquid Corporates 1-5 Year UCITS ETF (USD) A-dis – 0,18% – Art. 6 – CBUS5 IM (ISIN: LU1048314949) è basato su un indice che include obbligazioni societarie liquide, denominate in dollari, con scadenze residue tra almeno un anno ma non superiori a 5 anni ed emesse da aziende investment grade. Mensilmente, avviene un ribilanciamento della composizione del paniere. Dello stesso prodotto esiste la versione che fornisce copertura dal rischio di cambio (ISIN: LU1048315243).
L’alternativa che guarda alla sostenibilità
Per tutti gli investitori attenti anche all’impatto sulla sostenibilità dei propri investimenti, esistono altri Etf che permettono di andare incontro alle loro esigenze. Per esempio, all’articolo 8 della normativa SFDR, c’è l’UBS (Lux) Fund Solutions – Bloomberg MSCI US Liquid Corporates 1-5 Year Sustainable UCITS ETF (USD) A-acc (ISIN: LU2408467723). Anche in questo caso l’universo investibile accoglie il debito di aziende investment grade, con i titoli più liquidi, con una durata residua compresa tra uno e cinque anni. La differenza sta però nelle esclusioni sulla base di requisiti Esg: non sono ammessi titoli di società che commerciano armi controverse, tabacco, scommesse, intrattenimento per adulti, energia proveniente dal nucleare o da fonti fossili. Inoltre, il rating Esg secondo MSCI dovrà essere di almeno BBB o superiore. Viceversa, non si può rientrare nell’universo investibile del prodotto. Lo stesso prodotto è possibile averlo con una copertura contro il rischio di cambio (ISIN: LU2408468291).
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