Il risveglio del gigante cinese sta avendo effetti sui mercati azionari, con i principali listini che in questo inizio d’anno hanno iniziato a riguadagnare terreno.
La fine delle restrizioni pandemiche draconiane e una graduale riapertura del Paese possono incidere favorevolmente su tutta l’economia globale, che soffriva le strozzature nelle catene di approvvigionamento causate proprio dai continui lockdown di una Cina che, non a caso, è soprannominata “la fabbrica del mondo”.
Gli esperti pensano che Pechino completerà il processo di riapertura entro il primo trimestre dell’anno. Il percorso, tuttavia, non sarà particolarmente agevole, soprattutto a causa dell’esplosione delle infezioni da Covid-19 che sta caratterizzando queste settimane.
Ma del resto, come ha sottolineato Eddie van der Walt, Deputy Managing Editor di Markets Live a Londra, in una recente newsletter di Bloomberg, una Cina che di quando in quando torna in lockdown è comunque una Cina che consuma – e che, si può aggiungere, produce – di più di una che invece è in lockdown permanente.
La luce alla fine di un percorso accidentato
Insomma, al termine di questo percorso accidentato la Cina tornerà a rappresentare una prospettiva d’investimento più che interessante. E lo sarà a prezzi scontati, visto che l’asset class dell’azionario cinese, per tutta una serie di motivi, è stata tra quelle che hanno sofferto di più nel 2022.
Innanzitutto, la fase di interventismo statale e di regolamentazione del mercato sembra ormai essere giunta al termine. Inoltre, Pechino continua ad avere il più alto numero di laureati nelle materie scientifiche, ed è al momento il mercato delle ipo maggiormente attivo (quasi 200, secondo i dati aggiornati a luglio 2022). Particolarmente significativa pure la percentuale di Pil spesa in ricerca e sviluppo (12%), più di Stati Uniti e zona euro.
La scarsa presenza negli indici globali, poi, fornisce alle azioni cinesi un’elevata decorrelazione rispetto al resto delle asset class. Ciò può essere un valore aggiunto in un mondo che, in questo 2023, potrebbe confermare un alto grado di volatilità e richiedere una maggiore diversificazione del portafoglio.
Alla luce di questo quadro, gli esperti di UBS credono che le azioni cinesi andranno meglio rispetto all’area asiatica (Giappone escluso). Grazie alle riaperture e al prosieguo della politica di supporto della banca centrale, infatti, il consensus ritiene che le aziende cinesi aumenteranno i profitti del 14,5% nel corso di quest’anno.
Per cogliere le opportunità all’orizzonte, UBS propone una gamma di etf (fondi passivi che replicano l’andamento di un indice) che permettono di maturare un’esposizione all’azionario cinese.
La Cina delle opportunità, con un occhio ai titoli sostenibili
Una via per esporsi all’equity China può essere il fondo UBS (Irl) Fund Solutions plc – MSCI China A SF UCITS ETF (USD) A-acc – 0,30% – Art. 6 – CHINA IM (Isin: IE00BKFB6K94). L’indice rappresenta i titoli large e mid cap della Cina quotati sulle Borse di Shanghai e Shenzhen. Copre solo i titoli accessibili attraverso Stock Connect, che consente agli investitori internazionali e a quelli della Cina continentale di negoziare titoli dei rispettivi mercati tramite i sistemi di negoziazione della propria Borsa nazionale.
Il fondo UBS (Lux) Fund Solutions – MSCI China ESG Universal Low Carbon Select UCITS ETF – 0,45% – Art. 8 – CINESG (Isin: LU1953188833) è indicato per chi vuole investire con un occhio alla sostenibilità.
L’indice di riferimento, in questo caso, mira a replicare l’andamento dei titoli a capitalizzazione medio-alta dei mercati azionari cinesi con una ponderazione massima per emittente del 5%. La strategia – ed è il motivo per cui questo fondo è categorizzato come Articolo 8 – prevede un investimento in titoli che promuovono caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale.
L’esposizione pertanto è concentrata su aziende con un solido profilo Esg e un trend di miglioramento di tale profilo, avvalendosi di esclusioni minime dall’indice MSCI China.
La vivacità del settore tecnologico cinese
Tra i settori più interessanti, però, c’è senza dubbio quello tecnologico. L’UBS (Lux) Fund Solutions – Solactive China Technology UCITS ETF (USD) A-acc – 0,47% – Art. 6 – CIT IM (Isin: LU2265794276) si basa su un indice di riferimento che raggruppa le 100 principali società tecnologiche cinesi che realizzano gran parte dei loro ricavi attraverso varie attività, tra cui cloud computing, tecnologie mediche, mobilità del futuro e intrattenimento digitale. L’indice è ponderato per la capitalizzazione di mercato ed è corretto per il flottante.
Da segnalare, infine, che ne esiste una versione con copertura del rischio di cambio sull’euro: è l’UBS (Lux) Fund Solutions – Solactive China Technology UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc – 0,52% – Art. 6 – CITE IM (LU2265794946).
Vuoi saperne di più?