I tassi d’interesse ai massimi nella storia della Banca centrale europea1 e un credito alle imprese in frenata in diversi Paesi Ue stanno spingendo i rendimenti del debito corporate del Vecchio Continente.
Per debito corporate, lo ricordiamo, si intendono i prestiti che le grandi aziende chiedono sul mercato per finanziare i loro progetti futuri. In un contesto di transizione digitale ed energetica, è probabile che ci sia bisogno di ingenti capitali, non solo in Europa, nei prossimi anni. Per questo aziende grandi e solide potrebbero ricorrere maggiormente al collocamento di obbligazioni per reperire il denaro di cui hanno bisogno.
Basti pensare che, secondo uno studio di Oxford Sustainable Finance Group, solo per fare a meno del gas naturale russo entro il 2028 occorrerà una spesa pari a 811 miliardi di euro2.
L’obbligazionario Ue per diversificare il portafoglio
L’Eurozona, rispetto all’America, in questo momento sta registrando una performance economica più debole anche perché maggiormente esposta alla manifattura, che sta conoscendo una fase di difficoltà. La previsione è per una crescita bassa, con un’inflazione, ovverosia un aumento dei prezzi, in lento calo, ragion per cui è lecito attendersi tassi d’interesse elevati per più tempo.
La sensazione, comunque, è che il picco sia ormai vicino: gli ultimi dati Eurostat sull’inflazione segnalano un rallentamento del rialzo dei prezzi, che si posizionano al +4,3% annuo a settembre dal +5,2% di agosto3, con l’obiettivo del 2% ancora lontano ma in avvicinamento.
Anche il Pil dell’Eurozona, stima l’Ocse, rallenta ma rimane positivo nel 2023 (+0,6%) per poi riprendersi l’anno prossimo (+1,1) 4.
In questo contesto, il debito corporate può essere un buon modo per diversificare il portafoglio.
Un prodotto che punti sui titoli obbligazionari più liquidi
La casa svizzera d’investimenti UBS ha nella sua gamma diversi Etf, ovvero fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice, che permettono di esporsi al segmento del debito corporate dell’area euro.
La gamma Liquid Corporates restringe l’universo investibile alle sole obbligazioni di tipo “investment grade”5, vale a dire quei titoli di debito che le principali agenzie di rating6 collocano sopra il cosiddetto “grado speculativo” (a maggiore rischio insolvenza).
A questo primo filtro si aggiunge quello della liquidità, che indica quanto sono negoziate sul mercato le obbligazioni inserite nell’indice: vengono quindi prese in considerazione quelle con una scadenza di almeno un anno, di ammontare minimo pari a 1 miliardo di dollari e per lo più a cedola fissa.
Per esempio, funziona così l’UBS ETF (LU) Bloomberg Euro Area Liquid Corporates UCITS ETF (ISIN: LU0721553864). Si tratta di un prodotto che incorpora solo le obbligazioni societarie più liquide e solide dell’area euro: del suo paniere possono far parte titoli emessi da società finanziarie e non finanziarie.
Le varianti con focus su durata e ESG
Ci sono altre due varianti di questo prodotto. La prima è l’UBS ETF (LU) Bloomberg Euro Area Liquid Corporates 1-5 UCITS ETF (EUR) A-dis (ISIN: LU1048314196): fatte salve le caratteristiche generali, il suo paniere di riferimento include solo obbligazioni societarie liquide con scadenza residua di almeno 1 anno ma non superiore a 5 anni ed è ribilanciato su base mensile.
La proposta risponde alle esigenze di chi vuole maturare esposizioni ai titoli di più breve durata presenti sul mercato.
La seconda variante è pensata per chi applica ai suoi investimenti un approccio attento agli aspetti ambientali, sociali e di governance: l’UBS ETF (LU) Bloomberg MSCI Euro Area Liquid Corporates Sustainable UCITS ETF (EUR) A-dis (ISIN: LU1484799769) seleziona solo le obbligazioni (di durata tra 1 e 5 anni) che rispondano a rigorosi criteri etici.
Questo Etf, infatti, è stato catalogato come Articolo 87 in base alla normativa europea SFDR8: Si tratta quindi di una strategia che nella gestione degli investimenti promuove, tra le altre, caratteristiche ambientali, sociali e di governance.
Vuoi saperne di più?
1 – Nella riunione di giovedì 14 settembre, il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati innalzati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, con effetto dal 20 settembre 2023.
2 – Fonte: The Race to Replace: the economics of using renewables to free Europe from Russian gas.
3 – Fonte: Eurostat.
4 – Fonte: Ocse.
5 – Uno strumento è definito di investment grade se il suo rating creditizio è pari o superiore a BBB (nella scala di giudizi utilizzata da S&P) o a Baa2 (nella scala di Moody’s). Il rating (o merito) creditizio mira a rappresentare l’affidabilità di un soggetto che richiede un finanziamento ed è un punto di riferimento per valutare l’opportunità o meno di concederglielo.
6 – Il rating è un giudizio assegnato da un’agenzia specializzata indipendente (le principali sono S&P, Moody’s e Fitch) a una particolare emissione di titoli. Il rating di un’obbligazione misura la capacità dell’emittente di rimborsare il capitale e corrispondere gli interessi alla scadenza prefissata.
7 – I fondi classificati come “Articolo 8” sono fondi che promuovono, tra le altre caratteristiche, caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione di tali caratteristiche, a condizione che le imprese in cui gli investimenti sono effettuati rispettino prassi di buona governance.
8 – REGOLAMENTO (UE) 2019/2088 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari.