I listini azionari hanno conosciuto una forte ripresa dall’inizio dell’anno, dopo un 2022 che invece è stato avaro di soddisfazioni. Un’inflazione che appare in ritirata, negli Stati Uniti1 come in Europa2, dà ai mercati la speranza che le banche centrali concludano presto il loro ciclo di rialzi dei tassi di interesse.
I tassi di interesse rappresentano infatti lo strumento principale al quale le banche centrali – autorità chiamate a vigilare sulla stabilità della valuta di una nazione (per esempio, lo yen giapponese, il dollaro USA o il franco svizzero) o di un’area economica (l’euro) – fanno ricorso per riportare l’inflazione sotto controllo.
L’inflazione, ovvero un rialzo del livello generale dei prezzi di beni e servizi rispetto a un periodo di riferimento precedente, può essere effetto di una fase economica di crescita nella quale aumentano le spese per investimenti e consumi e può, nel complesso, creare problemi all’economia stessa, se i suoi rialzi restano troppo alti e persistono per un periodo di tempo eccessivamente prolungato.
Ma al di là dei segnali cautamente positivi, ora il timore delle banche centrali è che i prezzi non calino abbastanza velocemente, con il rischio che l’incremento dei salari e un mercato del lavoro più vivace finiscano con l’alimentare ondate successive di inflazione.
Gli ultimi dati dalla Cina
Altrove, al momento vediamo una Cina non troppo brillante: la seconda economia al mondo, infatti, nel secondo trimestre dell’anno è cresciuta dello 0,8% sul trimestre precedente3. Un dato che, se per economie mature come quella italiana sarebbe promettente, per un Paese che ancora presenta robusti margini di crescita come la Cina, appare deludente, soprattutto dopo la fine delle dure restrizioni anti-Covid.
In considerazione di tutto questo, un investitore dove potrebbe rivolgere lo sguardo nei prossimi mesi? Una strada interessante rimane quella del mercato statunitense, per il tramite, ad esempio, di un prodotto in grado di offrire un’esposizione alle società più remunerative.
Segnali di stabilizzazione dalle banche USA
In queste ultime settimane, gli Stati Uniti hanno inviato interessanti segnali di vitalità, dopo essersi lasciati alle spalle le crisi delle banche regionali cui abbiamo assistito nella primavera di quest’anno. I risultati trimestrali delle principali banche americane, quali JP Morgan Chase, Citigroup e Wells Fargo hanno anzi fornito spunti di ottimismo in questo senso, battendo tutte le aspettative degli analisti.
La casa di investimenti svizzera UBS offre, nella sua gamma di ETF (fondi passivi che replicano l’andamento di un indice), diversi strumenti utili a investire nelle migliori società del mercato USA. Tra questi c’è il nuovo UBS ETF (IE) S&P USA Dividend Aristocrats ESG Elite UCITS ETF (USD) A-dis (ISIN: IE000JQ2IJD3).
Abbinare sostenibilità e dividendi
Si tratta di un prodotto che, per comporre il suo universo investibile, va a selezionare le società che hanno saputo pagare, per almeno vent’anni, dividendi4 crescenti tra quelle che hanno ottenuto un elevato punteggio S&P DJI ESG Scores5 all’interno dell’S&P Composite 15006.
In questo modo, il prodotto investirà solo in società, basate negli Stati Uniti, che hanno avuto la capacità di essere profittevoli nel tempo aumentando progressivamente il dividendo per azione e che, al contempo, soddisfano rigorosi criteri etici nell’ambito ESG7.
Copertura dal rischio cambio e focus globale
Lo stesso prodotto si può trovare con una copertura dal rischio di cambio con l’euro: ci riferiamo all’UBS (Irl) ETF plc – S&P USA Dividend Aristocrats ESG Elite UCITS ETF (hedged to EUR) A-dis (ISIN: IE000S6476U8).
E c’è un’ulteriore soluzione per chi, alla ricerca di prodotti associati a elevati standard ESG ed esposti ad aziende caratterizzate da una crescita dei dividendi, vuole diversificare geograficamente maggiormente puntando sull’economia globale nel suo complesso, ovverosia ampliando l’universo investibile oltre al mercato USA: UBS, infatti, propone nella sua gamma di ETF anche l’UBS ETF (IE) S&P Dividend Aristocrats ESG UCITS ETF (USD) A-dis (ISIN: IE00BMP3HG27).
Vuoi saperne di più?
1 – A giugno, l’indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori urbani è aumentato dello 0,2% (destagionalizzato), mentre è aumentato del 3% negli ultimi 12 mesi (non destagionalizzato). L’indice per tutti gli articoli meno cibo ed energia è aumentato dello 0,2% a giugno, in rialzo del 4,8% nel corso dell’anno. Variazioni decisamente più contenute di quelle rilevate in precedenza. Fonte: https://www.bls.gov/cpi/
2 – La stima su giugno nell’area dell’euro indica un +5,5% annuo. Fonte: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/PRC_HICP_MANR__custom_3761882/bookmark/table?lang=en&bookmarkId=4ad27e6f-358a-4a3d-82a0-587d69a833eb
3 – National Bureau of Statistics of China al 17/07/2023. Fonte: http://www.stats.gov.cn/english/PressRelease/202307/t20230715_1941276.html
4 – Il dividendo è la porzione di proventi che una società, alla fine di ciascun esercizio contabile, può decidere di distribuire ai propri azionisti.
5 – S&P Dow Jones Indices (S&P DJI), in associazione con S&P Global Sustainable Research, fornisce punteggi ESG, noti come S&P DJI ESG Scores, che misurano la performance complessiva delle società in relazione ai fattori etici, finanziariamente rilevanti, nell’ambito ambientale, sociale e di governance.
6 – L’S&P 1500 combina l’S&P 500, l’S&P MidCap 400 e l’S&P SmallCap 600 allo scopo di coprire circa il 90% della capitalizzazione del mercato statunitense. L’indice è stato concepito per dare conto della performance del mercato azionario statunitense nel suo complesso.
7 – ESG sta per “Environment” (“ambiente”), “Social”, che si riferisce al benessere degli attori sociali, e “Governance”, che attiene a una gestione aziendale etica.