Nonostante il periodo tumultuoso, il mondo non può dimenticarsi dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile. La pandemia ha fatto anzi in modo che tutti prendessimo ancor più coscienza degli effetti dei cambiamenti climatici.
E sono i consumatori stessi oramai a pretendere da governi e aziende politiche sostenibili. Pena, rifiutarsi di acquistare i prodotti di un brand e preferirgli concorrenti che invece dimostrano maggior sensibilità riguardo a certe tematiche.
Da quanto è emerso dal Global Consumer Insights Pulse Survey, realizzato nel 2021 da PwC e che ha coinvolto 9.370 persone in 26 Paesi, il 51% degli intervistati afferma che, quando considera un acquisto, tiene conto del fatto che esso abbia un’origine tracciabile e trasparente.
E ben il 52% degli intervistati afferma di essere più ecologico rispetto a sei mesi prima.
Sostenibilità: quella spinta che arriva (anche) dai governi
E non c’è solo la pressione esercitata dal basso dai consumatori. Anche a livello normativo i grandi della Terra si sono assunti impegni significativi. La COP26 di novembre, infatti, ha stabilito come obiettivo l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Un target significativo, che per essere raggiunto avrà bisogno della collaborazione anche delle grandi aziende.
Va da sé che già oggi, e ancor più in futuro, le aziende più sostenibili a livello ambientale, sociale e di governance saranno le più appetibili per gli investimenti. E con l’aria di cambiamento che tira, è ragionevolissimo attendersi che avranno anche performance migliori in termini di profitti e valore del titolo.
Anche sul piano degli investimenti qualcosa è cambiato: un anno fa, infatti, è entrata in vigore a livello europeo la normativa Sfdr, un regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari.
Un ulteriore elemento che sempre di più andrà a favorire tutte quelle aziende e quei gestori di fondi che avranno creato prodotti in linea con le richieste di sostenibilità del mercato. E che, almeno negli auspici e nelle intenzioni, limiterà fortemente il famigerato greenwashing, ovvero l’ecologismo di facciata a fini di marketing.
Investire sulle imprese sostenibili europee e americane
La casa d’investimenti svizzera Ubs ha scelto di essere al passo con i tempi, tanto che nella sua gamma di etf (i quali, lo ricordiamo, sono fondi a gestione passiva che replicano un indice) ha inserito già da tempo alcuni prodotti che consentono agli investitori individuali di investire in obbligazioni corporate europee e americane applicando anche un filtro di sostenibilità.
Funziona così:
- dai rispettivi panieri di riferimento – il Bloomberg Global Agg Corp USD per l’America e il Bloomberg Euro Aggregate Corp per l’Europa – vengono filtrati i titoli obbligazionari corporate investment grade con una durata compresa da uno a cinque anni;
- vengono poi applicati due filtri per individuare solo le obbligazioni più liquide sul mercato: via quindi i bond emessi anni fa, che solitamente hanno una liquidità più bassa;
- a seguire, si considerano solamente le emissioni di un certo ammontare (minimo un miliardo di dollari per gli Usa e 500 milioni di euro per l’Europa), con pezzi minimi rispettivamente di 50 mila dollari e 100 mila euro, che mantengono livelli elevati di liquidità.
Ultimo, ma non certo per importanza, il filtro di sostenibilità.
Come viene applicato il filtro di sostenibilità?
L’indice esclude le aziende impegnate in settori come alcol, tabacco, scommesse, intrattenimento per adulti, organismi geneticamente modificati (ogm), energia nucleare, armamenti per civili e militari.
Non sono inoltre ammesse aziende impegnate nell’estrazione del carbone, nei combustili fossili e nello sfruttamento della potenza termica del carbone. Il loro rating Msci Esg deve superare il grado BBB, mentre il controversies score deve essere come minimo pari a 1. Escluse tutte le società coinvolte in controversie classificate come “red”.
Da qui prendono forma due nuovi panieri: Bloomberg MSCI Euro Area Liquid Corporates 1-5 Year Sustainable e Bloomberg MSCI US Liquid Corporates 1-5 Year Sustainable.
Sono proprio questi i benchmark di prodotti come l’E15S IM – EU Corporate 1-5 IG Sustainable (ISIN LU1805389258), per l’area euro, e l’U15S IM – US Corporate 1-5 IG Sustainable (ISIN LU2408467723), per gli Stati Uniti. Esiste infine un terzo prodotto, l’U15E IM – US Corporate IG 1-5 Sustainable Euro Hedged(ISIN LU240846829), che offre copertura contro il rischio di cambio con l’euro.
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