In un mercato ancora perturbato e con i riflettori puntati sulle prossime mosse delle banche centrali, i listini azionari hanno alternato momenti di euforia ad altri di correzione. La grande protagonista delle ultime settimane è stata la Cina, con i dati altalenanti sull’economia e gli affanni del settore immobiliare. Sullo sfondo, ancora la situazione in Ucraina e i timori di una crescita dei prezzi dell’energia a seguito dei tagli alla produzione voluti da Arabia Saudita e Russia.
In questo quadro globale così articolato, le scelte per chi deve investire si complicano. Il rischio è quello di farsi prendere dall’emotività e di non cogliere così molte ottime occasioni che una fase come quella attuale potrebbe offrire.
Il rischio di un approccio troppo emotivo agli investimenti
Negli anni che abbiamo davanti, infatti, si moltiplicheranno gli investimenti per la transizione energetica, nel contesto di una sfida globale complessa che si pone come la più significativa dei prossimi decenni.
Va da sé che alcune aziende, per qualità dei risultati e lungimiranza, riusciranno a superare la sfida del cambiamento con successo e a distinguersi dalle altre.
Non solo. Il susseguirsi di eventi traumatici, dalla pandemia alla crisi energetica, ha penalizzato alcuni settori favorendone altri, con il risultato che aziende sane e forti oggi hanno valutazioni di Borsa inferiori al loro effettivo valore.
Cogliere le opportunità di questa fase di transizione: come?
La casa d’investimenti svizzera Ubs ha nella sua gamma alcuni Etf – fondi passivi che replicano l’andamento di un indice – che permettono di investire nei cosiddetti titoli Quality, ovverosia quei titoli che presentano dati economici e aziendali solidi nel tempo, e Prime Value, cioè quei titoli che, oltre ad essere caratterizzati da solidi dati economici e aziendali, sulla base di specifici indicatori finanziari risultano sottovalutati rispetto al mercato.
Il tutto applicando un filtro ESG1 che consente di prendere in considerazione soltanto quelle aziende che più di altre hanno assunto un posizionamento proficuo rispetto alle tematiche ambientali, sociali e di governance.
Un poker di prodotti con caratteristiche ESG
In particolare, Ubs ha rivisitato quattro suoi prodotti, che dallo scorso luglio sono stati convertiti a prodotti allineati all’Articolo 82 da prodotti allineati all’Articolo 63 della SFDR4: in altre parole, secondo la normativa europea sulla trasparenza dei prodotti finanziari sostenibili, ora tali prodotti promuovono caratteristiche di ESG integrando in modo esplicito considerazioni ambientali e/o sociali nella gestione degli investimenti.
La conversione alla categoria Articolo 8 è stata possibile grazie all’adozione di nuovi indici di riferimento MSCI (i cosiddetti “benchmark”) e alla conseguente applicazione del relativo filtro Low Carbon Select5, il quale permette di accogliere nei rispettivi indici Value e Quality solo le aziende che, valutate da osservatori indipendenti, ottengono un punteggio ESG più elevato. Questo filtro si applica anche alle versioni degli Etf con copertura dal rischio di cambio6.
I 4 prodotti soggetti alla conversione
I protagonisti della conversione sono:
- l’UBS (Lux) Fund Solutions – Factor MSCI EMU Prime Value ESG UCITS ETF (ISIN LU1215452928), che punta a massimizzare la sua esposizione a società ad alta e media capitalizzazione7 nei 10 mercati più sviluppati dell’area euro;
- l’UBS (Lux) Fund Solutions – Factor MSCI EMU Quality ESG UCITS ETF (ISIN LU1215451524), anch’esso focalizzato sulle realtà più performanti in termini di risultati aziendali a livello di unione monetaria europea. L’indice di riferimento, l’MSCI EMU Quality ESG Low Carbon Select, segue tre principali indicatori: filtra le aziende in base a rendimento, basso debito e stabile capacità di produrre utili.
Ma abbiamo detto che i prodotti convertiti sono quattro. Gli altri due rappresentano la versione dei prodotti sopra descritti, ma focalizzata sul mercato degli Stati Uniti d’America.
- L’UBS (Irl) ETF Plc – Factor MSCI USA Prime Value ESG UCITS ETF (ISIN: IE00BX7RR706) replica titoli ad alta e media capitalizzazione sui listini americani.
- L’UBS (Irl) ETF Plc – Factor MSCI USA Quality ESG UCITS ETF (ISIN: IE00BX7RRJ27), infine, prende in considerazione i principali titoli del mercato americano e, analogamente alla versione europea, filtra le aziende in base a rendimento, basso debito e stabile capacità di produrre utili.
Vuoi saperne di più?
1 – ESG sta per “Environment” (“ambiente”), “Social”, che si riferisce al benessere degli attori sociali, e “Governance”, che attiene a una gestione aziendale etica.
2 – I fondi classificati come “Articolo 8” sono fondi che promuovono, tra le altre caratteristiche, caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione di tali caratteristiche, a condizione che le imprese in cui gli investimenti sono effettuati rispettino prassi di buona governance.
3 – I fondi classificati come “Articolo 6” non promuovono caratteristiche ambientali o sociali e non hanno come obiettivo investimenti sostenibili.
4 – REGOLAMENTO (UE) 2019/2088 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari.
5 – I nuovi indici di riferimento (“benchmark”) MSCI forniscono esposizione alle società con i più solidi profili di sostenibilità. Il filtro Low Carbon Select esclude investimenti in attività controverse e punta ad un miglioramento del punteggio ESG del 20%, insieme ad una riduzione delle emissioni di carbonio del 30%.
6 – Se la valuta di un prodotto o di un servizio finanziario o ancora dei suoi costi differisce dalla moneta di riferimento dell’investitore, il rendimento e/o i costi possono aumentare o diminuire a seguito delle oscillazioni del cambio.
7 – Le società a media capitalizzazione hanno un valore di mercato tra i 2 e i 10 miliardi di dollari, mentre le società ad alta capitalizzazione presentano un valore di mercato superiore ai 10 miliardi di dollari.