La turbolenza nella quale si è imbattuto il settore bancario ha sortito i suoi effetti su tutto il mercato nelle ultime settimane. Il crollo della statunitense Silicon Valley Bank, infatti, ha provocato una serie di conseguenze, per esempio la fuga dai depositi delle banche regionali Usa verso gli istituti più grandi e solidi.
Si è innescata, insomma, una crisi di fiducia che ha finito col propagarsi in Europa. Tanto che gli eventi delle ultime settimane hanno spinto alcuni a evocare lo spettro della crisi finanziaria del 2008.
Gli analisti di UBS non credono che le due situazioni siano paragonabili. Il settore bancario ha certamente attraversato un momento di stress, ma non ci sono i presupposti per una vera crisi.
Banche, a che punto siamo?
Diverse le ragioni alla base di questa convinzione. In primo luogo, i settori bancari negli Stati Uniti e in Europa oggi risultano molto meglio capitalizzati rispetto al 2008.
A ciò va aggiunto il fatto che nessun istituto ha problemi di insolvenza. Quello al quale abbiamo assistito è stato, appunto, un problema di fiducia, più facile da affrontare rispetto a una montagna di titoli tossici, come accaduto nell’ultima grande crisi finanziaria.
In ultimo, ci siamo imbattuti in questo momento dopo un periodo di forte crescita, quindi di relativa forza del sistema, che ora ha la capacità di resistere agli shock nel breve termine.
Investire guardando a Oriente
Rimane, tuttavia, che l’inflazione elevata e la contestuale politica restrittiva delle banche centrali potrebbero far perdere slancio alla crescita economica. Ma anche al netto di ciò, la Federal Reserve e la Banca centrale europea potrebbero essere già arrivate al picco sui rialzi dei tassi d’interesse e questo, associato a bilanci di famiglie e imprese ancora solidi, potrebbe scongiurare il rischio di una recessione imminente.
In questo contesto si aprono opportunità nel mercato giapponese: lo yen, infatti, pare destinato a rafforzarsi, con l’occhio vigile della BoJ.
Puntare sul rafforzamento dello yen
UBS ha nella sua gamma di etf (fondi passivi che replicano l’andamento di un indice) una serie di prodotti che permettono agli investitori di maturare un’esposizione al mercato giapponese.
In particolare, per quanto concerne l’asset class obbligazionaria, può essere interessante un prodotto come l’UBS (Lux) Fund Solutions – Bloomberg Japan Treasury 1-3 Year Bond UCITS ETF (JPY). Il comparto mira a replicare l’andamento dei titoli di Stato giapponesi a tasso fisso e in valuta locale, con una vita residua compresa tra uno e meno di tre anni.
Vengono tuttavia applicati alcuni filtri di qualità nella composizione dell’universo investibile: i titoli, infatti, devono avere un rating investment grade, il che vuol dire pari ad almeno Baa3 per Moody’s e ad almeno BBB- per S&P e Fitch.
L’indice è ribilanciato su base mensile ed è un sottoinsieme del Global Treasury Index.
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