Investire nei mercati finanziari significa necessariamente esporsi a dei rischi di mercato. Le scelte di portafoglio dipendono in larga parte dalla tipologia di rischi che si vogliono correre. I premi al rischio offerti dal mercato possono essere segmentati da tanti punti di vista, ad esempio i classici ETF Factor investing, suddividono il mercato in specifici fattori di rischio.
Una strategia d’investimento di tipo top down, offre un diverso punto di vista. Chi segue questo tipo di approccio parte dal contesto macroeconomico per individuare le migliori opportunità tra le cosiddette azioni cicliche o difensive.
Settori ciclici e settori difensivi
Un settore o uno specifico titolo si definisce ciclico quando è molto correlato con il ciclo economico. Quando l’economia accelera i risultati aziendali delle aziende cicliche tendono a migliorare di pari passo; quando invece l’economia perde abbrivio o entra in recessione, un’azienda ciclica tende a soffrire più delle altre. Tipicamente il tema ciclico comprende le società finanziarie, quelle minerarie o le aziende legate al settore automobilistico.
Un settore o uno specifico titolo si considera invece difensivo quando è poco correlato con il ciclo economico; queste aziende risentono meno della debolezza dell’attività economica. Generalmente fanno parte del settore difensivo le società sanitarie, quelle alimentari oppure i servizi di pubblica utilità.
Il rapporto con le performance di mercato
Il rapporto tra il business operativo ed il ciclo economico ha degli effetti rilevanti sui risultati aziendali e sulle performance azionarie. Per loro natura i titoli considerati ciclici tendono ad avere un beta (o rischio di mercato) alto ed una maggiore ciclicità degli utili e dividendi. I titoli difensivi invece tendono ad avere un beta più bassi e a produrre risultati aziendali più regolari nel tempo.
In particolare, i dati storici evidenziano che:
- i settori ciclici esibiscono oscillazioni di corso maggiori e quindi una volatilità superiore rispetto al mercato azionario nel suo complesso;
- i settori ciclici presentano inoltre una forte correlazione con il mercato complessivo ed evolvono quindi in maggior sintonia con il mercato rispetto ai settori difensivi. I settori ciclici hanno poi anche una maggiore correlazione reciproca;
- le fasi di sovraperfomance dei titoli difensivi si sono alternate a quelle di sovraperformance dei titoli ciclici, almeno fino alla crisi finanziaria del 2008. Da allora i settori difensivi hanno esibito performance più solide. Particolarmente significative sono state le differenze nelle fasi di maggiore tensione, ad esempio all’apice della crisi creditizia dell’Eurozona.
L’offerta di UBS
Se volete investire nei settori ciclici e difensivi, UBS ha nella sua offerta due ETF che seguono la famiglia di indici MSCI Cyclical and Defensive, rivolti al mercato azionario dell’Eurozona. I due ETF permettono all’investitore di sfruttare le evoluzioni dei due settori nelle diverse fasi congiunturali, a seconda che il momento sia più favorevole all’uno o all’altro.
[accordion title=”UBS ETF (IE) MSCI EMU Cyclical UCITS ETF”] ISIN: IE00BMP3HJ57Questo ETF replica l’andamento dei titoli azionari di cinque settori dell’economia: tecnologia dell’informazione, materie prime, coadiuvanti e carburanti, industria, beni di consumo ciclici e finanza. Dal momento che l’ETF fa riferimento all’indice MSCI EMU Cyclical Sectors Capped, alle regolari scadenze di adeguamento dell’indice tutti i settori vengono ponderati in modo uniforme, ovvero al 20%. In questo modo si riesce a compensare eventuali squilibri risultanti da una sovraesposizione o sottoesposizione a un qualsivoglia settore.
[/accordion] [accordion title=”UBS ETF (IE) MSCI EMU Defensive UCITS ETF”] ISIN: IE00BMP3HL79
Questo ETF replica l’andamento dei titoli azionari di cinque settori dell’economia: beni di consumo primari, energia, sanità, servizi di telecomunicazione e aziende di approvvigionamento. L’indice a cui si riferisce è l’MSCI EMU Defensive Sectors Capped. Anche per questo ETF, la ponderazione dei singoli settori viene portata al 20% alle scadenze di adeguamento dell’indice.
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