Ancora una volta a giugno l’inflazione di base nella capitale del Giappone è aumentata ben più del livello target della banca centrale, fissato al 2%. L’indice dei prezzi al consumo core (CPI)1 di Tokyo, che esclude gli alimenti freschi volatili ma include i costi del carburante, è salito del +3,2% rispetto all’anno precedente (+3,1% a maggio). Inoltre, l’indice che esclude i costi degli alimenti freschi e del carburante ha registrato una variazione annua del +3,8%, dopo il +3,9% di maggio.
Dal momento che i dati registrati a Tokyo sono generalmente considerati anticipatori delle tendenze a livello nazionale, ci si chiede se l’autorità monetaria giapponese, la Bank of Japan (BoJ), sarà a questo punto costretta a rivedere la politica ultra-accomodante2 che finora l’ha distinta dalla Federal Reserve e dalla Banca Centrale Europea.
Difficilmente la Bank of Japan riprenderà la sua linea ultra-espansiva. Ma quando ci si chiede cosa farà una banca centrale, automaticamente lo sguardo corre all’obbligazionario a breve termine3, già protagonista in un anno – il 2023 – nel quale i titoli di Stato stanno ricoprendo il loro ruolo di diversificatori all’interno dei portafogli d’investimento, con la correlazione azioni-obbligazioni che è tornata negativa.
La correlazione misura la direzione e l’intensità della relazione tra due asset class: può essere negativa, e indicare quindi che le asset class in esame si muovono in direzioni opposte; può essere nulla, e segnalare quindi una possibile indipendenza tra le variabili; può infine essere positiva, ed evidenziare movimenti in una direzione comune4. Una correlazione negativa tra azioni e obbligazioni permette una maggiore diversificazione del portafoglio e gestione del rischio.
Politiche monetarie divergenti e nuove opportunità
A partire dal luglio dello scorso anno, abbiamo assistito alla crescente divergenza nelle politiche monetarie della Banca Centrale Europea, che ha alzato i tassi di riferimento del 4%, e della Bank of Japan, che invece ha mantenuto una linea ultra-accomodante, abbassando i tassi di riferimento.
La BoJ ha infatti confermato lo status quo e proseguito con l’allentamento monetario5. Alla luce di questa dicotomia, UBS ETF ha lanciato recentemente una versione con copertura in euro del suo fondo gestito passivamente che replica il Bloomberg Global Japan Treasury 1-3 Year Index, l’UBS ETF (LU) Bloomberg Japan Treasury 1-3 UCITS ETF.
Bassa duration6 ed esposizione al Tesoro giapponese
L’UBS ETF (LU) Bloomberg Japan Treasury 1-3 UCITS ETF è stato uno degli ETF UBS più richiesti nel 2023, tanto che ha raccolto circa 630 milioni di dollari USA da inizio anno7. Il fondo si concentra esclusivamente su titoli emessi dal Tesoro giapponese, ovverosia obbligazioni governative giapponesi, che presentano un rischio di credito relativamente basso, come indicato dal loro rating8.
Inoltre, l’ETF si focalizza solo su obbligazioni con scadenza 1-3 anni: questa caratteristica consente di avere una bassa sensibilità a eventuali cambiamenti di tasso d’interesse (comunemente definita “duration modificata”9).
Alla luce della combinazione di queste caratteristiche, l’ETF in questione può rivelarsi utile per i clienti interessati a un’esposizione alla valuta giapponese, cioè lo yen.
Vuoi saperne di più?
1 – Il CPI è uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno.
2 – Una politica ultra-accomodante si riferisce a manovre monetarie espansive che, attraverso la riduzione dei tassi di interesse, favoriscono un aumento dei prezzi degli strumenti finanziari, in particolare per le obbligazioni a tasso fisso.
3 – Le obbligazioni a breve termine sono titoli che, alla scadenza, rimborsano il capitale investito, maggiorato di un interesse. Il “breve termine” fa riferimento all’orizzonte temporale. Secondo Banca d’Italia, rientrano in questa categoria i titoli con un tempo residuo prima della scadenza fino a due anni.
4 – Può variare nel tempo e il suo studio è fondamentale nei processi d’investimento, nell’ambito dell’analisi della diversificazione di un portafoglio.
5 – L’allentamento monetario, meglio conosciuto come quantitative easing, è una strategia finanziaria attuata dalle banche centrali, mediante il conio di nuova moneta tramite l’acquisto di titoli di Stato, al fine di favorire lo sviluppo e la crescita dell’economia.
6 – La duration è l’indicatore che viene comunemente utilizzato per misurare il rischio di tasso d’interesse di un titolo obbligazionario. La duration è espressa in giorni e anni e fornisce, a un dato momento della vita di un titolo a reddito fisso, il tempo necessario perché esso ripaghi, con le cedole, il capitale investito inizialmente.
7 – Fonte: UBS Asset Management.
8 – Il rating è un giudizio assegnato da un’agenzia specializzata indipendente (le principali sono S&P Global Ratings, Moody’s e Fitch) a una particolare emissione di titoli. Tale giudizio viene espresso attraverso un voto in lettere (AAA, AA, A, BBB e via dicendo per S&P e Fitch, Aaa, Aa, A, Baa, Ba e a scendere per Moody’s). Il rating di un’obbligazione misura la capacità dell’emittente di rimborsare il capitale e corrispondere gli interessi alla scadenza prefissata.
9 – La duration modificata è una misura della sensibilità del prezzo di un’obbligazione a potenziali variazioni dei tassi di interesse. A differenza della duration semplice che restituisce un valore in anni, la duration modificata permette di calcolare la variazione percentuale del prezzo di un titolo nell’ipotesi di un movimento parallelo e istantaneo dei tassi.