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La stretta monetaria della Fed? Apre opportunità sul debito corporate Usa

Le banche centrali continuano a essere protagoniste assolute sui mercati. L’inflazione non ancora sotto controllo – in America come in Europa – ha rinforzato la convinzione dei banchieri centrali a proseguire con decisione sulla strada della stretta monetaria. L’ultima, in ordine di tempo, è arrivata all’inizio di novembre dalla Federal Reserve, che ha varato il quarto rialzo consecutivo da 0,75 punti base dei tassi d’interesse, portando il costo del denaro nella forchetta 3,75%-4%, il livello più alto dal 2008. Anche la Banca centrale europea, a ottobre, ha ritoccato di 0,75 punti base i suoi tassi, con il tasso principale che sale al 2% e quello sui depositi all’1,5%. Tuttavia, l’inflazione non ha abbassato la testa in Europa, salendo il mese scorso al +10,7%. Negli Usa invece, il dato di ottobre sancisce, a sorpresa, un rallentamento più significativo di quanto preventivato dagli analisti: +7,7% su anno, contro il +7,9% delle attese, segnale che le politiche restrittive della Fed iniziano a dare qualche frutto. In entrambi i casi, comunque, siamo ancora lontani dall’obiettivo del 2% ed è quindi assai probabile aspettarsi nuovi, consistenti, rialzi nelle sedute che si terranno a dicembre.

 

La Fed non rallenterà i rialzi dei tassi fino al primo trimestre 2023.

L’attuale situazione sta portando a una grande volatilità sui listini azionari e a un incremento del rendimento sul mercato obbligazionario. Non è facile, a questo punto, prevedere quando il mercato cambierà rotta e lascerà la tendenza ribassista. Gli esperti della casa svizzera d’investimenti Ubs ritengono che un rally duraturo potrà verificarsi solo quando gli investitori si aspetteranno un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve o quando le valutazioni saranno così basse che sconteranno appieno uno scenario molto negativo. Oggi, tuttavia, non sembrano ancora esserci queste condizioni.

Gli ultimi dati su inflazione e mercato del lavoro sembrano indicare che il primo taglio dei tassi è ancora lontano, con il capo della Fed, Jerome Powell, convinto che sia meglio correre il rischio di stringere troppo la politica monetaria, piuttosto che fare troppo poco e lasciare che i prezzi vadano fuori controllo. In ogni caso, probabilmente la Fed concluderà la sua stretta monetaria nel primo trimestre del 2023.

Secondo Ubs, l’espansione economica potrebbe toccare il punto minimo a metà 2023. Solo da allora, dopo la fine degli interventi restrittivi della Fed, i mercati inizieranno a pensare alla tempistica dei futuri tagli dei tassi. Lo scenario d’incertezza, tuttavia, non preclude opportunità d’investimento. L’innalzamento dei rendimenti delle obbligazioni, infatti, sta aprendo opportunità interessanti su questo comparto. Ubs ha una ricca gamma di Etf, fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice, che permettono di esporsi al debito corporate degli Stati Uniti.

 

Il prodotto che guarda al debito Corporate Usa: di alta qualità e sostenibile

L’UBS (Lux) Fund Solutions – Bloomberg MSCI US Liquid Corporates Sustainable UCITS ETF  (ISIN: LU1215461168), per esempio, mira a replicare lindice Bloomberg MSCI US Liquid Corporates Sustainable Total Return: un paniere che contiene emissioni di debito a tasso fisso, denominate in dollari, di aziende statunitensi quotate, industriali, di pubblica utilità e finanziarie. Siccome si tratta di un prodotto classificato come “Articolo 8” in base alla normativa europea SFDR, deve  promuovere caratteristiche ambientali, sociali e di buona governance: per questo è applicato un filtro che esclude titoli con un rating ESG di MSCI inferiore a BBB. Inoltre, il paniere esclude dall’universo investibile produttori di armi, tabacco e alcol. Inoltre vengono considerati solo i titoli più liquidi: cioè che siano investment grade, con una durata di almeno 12 mesi, emessi da meno di due anni e per un ammontare complessivo da almeno 1 miliardi di dollari, in pezzi minimi da 50mila dollari. Lo stesso prodotto è disponibile in euro e coperto contro il rischio di cambio (ISIN: LU1215461325) e nella versione a distribuzione, cioè con flussi di cassa periodici sul proprio conto derivanti dalle cedole di titoli obbligazionari (ISIN: LU1215461085).

 

L’alternativa non focalizzata sulla sostenibilità

In alternativa, Ubs offre un prodotto come l’UBS (Lux) Fund Solutions – Bloomberg US Liquid Corporates UCITS ETF (USD) A-dis (ISIN: LU1048316647) non focalizzato sulla sostenibilità e a distribuzione. L’indice di riferimento è ponderato per la capitalizzazione di mercato. Comprende obbligazioni liquide emesse in dollari da società domiciliate negli Stati Uniti con una durata residua di almeno un anno e un rating investment grade. Il paniere è valutato giornalmente, mentre con cadenza mensile alcuni titoli di nuova emissione vengono inclusi e altri vengono venduti. Per chi la preferisse, dello stesso comparto esiste anche la versione alternativa (ISIN: LU1048317025) ad accumulazione e con copertura contro il rischio di cambio con l’euro.

 

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UBS ETF ha un lungo track record nella gestione di soluzioni indicizzate per i propri clienti. Nel 2001 UBS ha lanciato il primo ETF. Oggi UBS ETF propone un’ampia gamma di ETF su indici azionari, obbligazionari e alternativi quotati sulle principali Borse europee. Presente dal 2013 in Italia con un team dedicato di 3 persone, in Europa UBS ETF gestisce patrimoni per oltre 85 miliardi di dollari e rappresenta il quarto operatore nel mercato degli ETF in Europa (Fonte: ETFGI al 31 Agosto 2022) con oltre 135 prodotti quotati presso Borsa Italiana. UBS ETF fa parte di UBS Asset Management che è una delle principali società di gestione a livello mondiale, con un patrimonio in gestione di 1026 miliardi di dollari, di cui oltre 440 miliardi in gestione passiva (al 26 Luglio 2022). Per maggiori informazioni: www.ubs.com/etf.

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