L’economia mondiale sembra andare meglio delle attese, nonostante inflazione e banche centrali aggressive sul fronte dei tassi d’interesse. In attesa di conoscere le prossime mosse di Fed e Bce, tra gli esperti si sta facendo largo la convinzione che la crescita rallenterà proprio per effetto dell’inasprimento della politica monetaria, ma alla fine non crollerà.
Quel che si profila, insomma, è uno scenario di “soft landing”. Un atterraggio morbido: vale a dire, un contesto di mercato nel quale i prezzi rallentano in virtù della stretta monetaria, ma l’economia cresce o conosce una recessione breve seguita da una ripresa.
A rafforzare questo punto di vista c’è la constatazione di un mercato del lavoro e di redditi reali che rimangono resilienti. Inoltre, la fine delle restrizioni cinesi, fulcro della politica zero-Covid, e l’abbassamento dei costi energetici stanno agendo a rinforzo della crescita globale.
Un’economia migliore del previsto, anche se può sembrare paradossale, tuttavia non è necessariamente una buona notizia per tutti i mercati. Se il mondo del lavoro e i salari rimangono forti, infatti, le banche centrali potrebbero decidere di mantenere tassi elevati per un periodo di tempo più prolungato.
Mercato azionario australiano tonico
Alla luce di tale scenario, gli esperti di UBS credono che nel corso del 2023 i mercati potrebbero trovare nuova linfa soprattutto se supportati da una ripresa duratura dei consumi cinesi. A livello settoriale, i favoriti dovrebbero essere i settori energetico e finanziario. Un’opportunità di investimento potrebbe essere rappresentata dall’azionario australiano, che sembra vivere un buon momento per diverse ragioni.
La prima è che le valutazioni sono attualmente favorevoli, poiché il rapporto fra prezzo e utili è scambiato nei pressi dei minimi degli ultimi 15 anni, diversamente da quanto si può vedere nelle altre economie sviluppate. Il livello dei profitti, inoltre, sembra destinato a rimanere solido e questo favorirà l’azionario australiano, che per questo motivo potrebbe godere di uno slancio migliore di quello di altre economie paragonabili.
Inoltre, l’Australia presenta una serie di settori Value, come l’industria finanziaria e dei materiali, al momento trattati a prezzo di sconto. I prodotti Value hanno proprio questa caratteristica: solidi fondamentali che però nei periodi di volatilità possono ritrovarsi con valutazioni non corrispondenti al reale valore.
Per l’equity australiano, infine, è da considerare la significativa correlazione con l’economia cinese di diverse aziende dei materiali, che potrebbero quindi beneficiare di nuove prospettive a fronte di una crescita più forte di Pechino.
Un prodotto per investire sulle large e mid cap australiane
Nella sua gamma di etf (fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice), UBS offre prodotti che permettono di maturare un’esposizione verso l’economia australiana.
Da segnalare, in questo senso, l’UBS (Irl) ETF plc – MSCI Australia UCITS ETF (AUD) A-acc (ISIN: IE00BD4TY451), il cui indice di riferimento accoglie nel suo universo investibile titoli a grande e media capitalizzazione. Il paniere è ponderato per la capitalizzazione di mercato rettificata per il flottante, al fine di ottenere una rappresentazione equilibrata dell’equity australiano.
Dello stesso prodotto esiste una variante che permette di coprirsi dal rischio di cambio con l’euro (ISIN: IE00BWT3KS11). Entrambi accolgono solo le società accessibili agli investitori di tutto il mondo, a garanzia di un alto livello di liquidità.
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