Stretti tra le preoccupazioni legate al conflitto in corso tra Russia e Ucraina e l’inflazione che non accenna a rallentare, i mercati stanno vivendo un momento turbolento. E la Cina non fa eccezione, appesantita anche dai nuovi lockdown decisi in diverse città per cercare di arginare la nuova ondata di covid 19. In una prospettiva di medio/lungo termine però, il Paese del Dragone potrebbe essere una scelta interessante per gli investitori: si stanno infatti determinando una serie di situazioni potenzialmente favorevoli per il mercato azionario e obbligazionario cinese. Certo, molto dipenderà dall’evolversi del conflitto e dei contagi e sappiamo che certi accadimenti sono completamente imprevedibili. Ma nelle scorse settimane l’indice Hang Seng di Hong Kong ha dato segnali di vitalità in corrispondenza di alcune notizie interessanti. Da un lato, infatti, il Consiglio di Stato cinese si è impegnato a sostenere il mercato. Ma non solo: il vicepremier Liu He ha dichiarato all’agenzia di stampa Xinhua che Pechino manterrà stabile il mercato azionario e sosterrà le quotazioni azionarie all’estero. Queste ultime, infatti, avevano subito di fatto uno stop in seguito alla repressione normativa che aveva colpito le principali aziende tecnologiche. Ne aveva fatto le spese – per citare un caso illustre – Didi Group, l’Uber cinese, che era finita sotto indagine della Cyberspace administration of China in seguito alla quotazione a Wall Street.
La Cina a prezzi d’occasione
In un contesto internazionale in cui la Federal Reserve negli Stati Uniti ha intrapreso un percorso di restrizione della politica monetaria per contenere l’inflazione, con la Banca centrale europea che potrebbe presto fare lo stesso, la Cina invece sembra proseguire su un altro binario. Il Consiglio di Stato, con la sua promessa di sostegno al mercato, ha rassicurato su diversi punti: dalla regolamentazione sulle sue aziende tech, alla minaccia di delisting per le aziende quotate all’estero (i cosiddetti Adr, American Depositary Receipt) fino ai timori per un rallentamento economico. Il recente Congresso nazionale del popolo ha confermato un obiettivo di crescita relativamente ambizioso di circa il 5,5% per il 2022, che sarà perseguito puntando sugli investimenti in infrastrutture. Si è inoltre impegnato a rafforzare il sostegno politico con misure più proattive e anticicliche, incluso un aumento della spesa fiscale dell’8,4% nel 2022. Circostanze che potrebbero delineare un’occasione d’investimento, dopo la lunga fase ribassista.
Strumenti per investire sulle azioni cinesi
La Cina è la seconda economia mondiale e, ogni anno di più, si avvicina a sfidare la leadership degli Stati Uniti. Il suo mercato azionario, però, rimane sottopesato negli indici mondiali e ha ampi margini di crescita. La casa svizzera d’investimenti Ubs ha nella sua gamma di Etf – fondi d’investimento a gestione passiva che replicano l’andamento di un indice – diversi strumenti che permettono di investire nelle azioni cinesi. L’UBS ETF (LU) MSCI China ESG Universal UCITS ETF (Isin: LU1953188833) – un prodotto classificato come Articolo 8 in base al regolamento SFDR – si basa sul paniere Msci China Esg Universal 5%. All’interno sono incluse le principali tipologie di azioni cinesi (A shares, H shares, B shares, Red Chips, P chip e quotate all’estero), con un tetto del 5% per singolo emittente e una selezione accurata delle aziende che abbiano un profilo Esg robusto e con prospettive future di miglioramento. L’UBS ETF (IE) MSCI China A SF ETF (Isin: IE00BKFB6K94) offre invece un’esposizione alle cosiddette A-shares, le azioni domestiche cinesi denominate in renminbi e negoziate a Shanghai e Shenzen. Include solo azioni collegate a Stock Connect ed è un modo semplice per accedere a un mercato che ha delle limitazioni per gli investitori stranieri. Infine, l’UBS (Lux) Fund Solutions – Solactive China Technology UCITS ETF (Isin: LU1953188833), tra gli ultimi arrivati nella gamma di prodotti della casa svizzera sulla Cina, mira a replicare l’andamento del prezzo e del rendimento dell’indice Solactive China Technology USD, offrendo accesso al mercato tecnologico cinese con un profilo di rischio/rendimento ottimizzato grazie all’ampia diversificazione tra numerosi fattori e settori azionari.
Le opportunità del mercato obbligazionario
Non sono da scartare nemmeno le prospettive del mercato obbligazionario cinese, soprattutto in un contesto dove lo Stato si prepara a investire di più per sostenere la sua economia. L’UBS ETF – J.P. Morgan CNY China Government 1-10 Year Bond UCITS ETF (USD) A-acc (Isin: LU2095995895), per esempio, è un prodotto che include due differenti categorie di Bond: i Treasury e i Policy Bank Financial Bond. I primi sono emessi dal ministero delle Finanze mentre i cosiddetti Policy Bank Financial Bond, invece, sono emessi dalla China Development Bank, l’Agricoltural Development Bank of China e l’Export Import Bank Of China, tutte di proprietà dello stato cinese e quindi con rating A+. I titoli all’interno dell’ETF hanno scadenze tra 1 e 10 anni il che fa sì che la duration del portafoglio si attesti a 3.98 (al 18 marzo 2022). I bond domestici cinesi sono in grado di offrire una bassa correlazione con gli altri mercati obbligazionari, quindi, possono essere una buona leva di diversificazione e sono in grado di offrire un rendimento più elevato.
Vuoi saperne di più?