Dopo un lungo periodo caratterizzato da rendimenti bassi o negativi, una nuova era dell’obbligazionario sembra ormai essere alle porte. Il contesto, tra banche centrali che rialzano velocemente i tassi d’interesse e volatilità sui mercati azionari, è cambiato notevolmente e in poco tempo, facendo riemergere nuove opportunità per gli investitori. Da un lato, infatti, il 2022 finora è stato sicuramente difficile per chi investe abitualmente nel reddito fisso ma, in mezzo al caos, c’è un aspetto positivo da considerare: i rendimenti correnti offerti dalla maggior parte del settore obbligazionario sono cresciuti e l’ammontare di debito con rendimento negativo è praticamente scomparso dai radar. Si è passati dall’avere la cifra record di 18mila miliardi di dollari Usa di attività scambiate con rendimenti negativi, a un qualcosa di nuovo: ora quella montagna di debito con rendimento negativo si sta rapidamente riducendo.
Un balzo indietro negli anni ‘80
Dopo anni di bassa inflazione e banche centrali estremamente accomodanti, epoca di cui è simbolo il famoso “whatever it takes” di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea, la pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno rigettato il mondo indietro di oltre quarant’anni. Già perché a molti, questi primi anni ‘20 del Duemila cominciano a ricordare gli anni ‘80, quando l’inflazione e l’aumento dei tassi influenzarono fortemente il mercato globale e lo scenario politico-economico. Va da sé che tutto quello che per lungo tempo è stato considerato assodato è stato poi ribaltato dagli shock in serie che i mercati hanno subito negli ultimi due anni e mezzo.
Gli aspetti positivi per chi vuole investire nell’obbligazionario
Dapprima la pandemia e le serrate forzate, poi la ripartenza in blocco dei mercati e lo stress sulle catene di approvvigionamento globali che posero i primi semi della rinnovata inflazione. Infine, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le sanzioni, che hanno portato in orbita i prezzi di gas e petrolio. Al netto di un periodo di transizione difficile, però, nel medio termine il settore del reddito fisso offrirà nuove e più positive basi agli investitori, che non saranno più costretti ad andare alla ricerca del rendimento rincorrendo emissioni con livelli di rischio sempre più elevati. Ci sono poi altri fattori che potrebbero calamitare l’attenzione su questa asset class: i rendimenti più elevati possono costituire degli ammortizzatori aggiuntivi grazie a break even più elevati, ovvero all’entità degli aumenti dei tassi necessaria per annullare il vantaggio fornito dalla componente di reddito in una prospettiva di rendimento totale. Infine, per gli investitori è da vedere in un’ottica positiva l’avvento di ritorni più elevati e di una bassa volatilità del rendimento.
Un evento per scoprire futuro e opportunità del reddito fisso
In ogni caso, sebbene i rendimenti più elevati di oggi siano vantaggiosi, è sempre bene mantenere cautela. Infatti, con la prospettiva di una Fed in modalità “falco” e decisa a estinguere l’inflazione, gli investitori dovranno probabilmente affrontare ulteriori flessioni dei prezzi per le posizioni obbligazionarie sensibili alla durata. Inoltre, il rischio di una recessione globale e i conflitti geopolitici in corso potrebbero creare condizioni avverse per i rendimenti totali. Per far sì che gli investitori non si facciano cogliere impreparati in questo mare agitato, gli esperti di Ubs Asset Management hanno organizzato un evento il 29 settembre rivolto a clienti advisory e istituzionali, al The Westin Palace di Milano, dal titolo “Back to Bond”: un viaggio ultra decennale per scoprire di più sul futuro dell’obbligazionario, anche alla luce dei risultati elettorali in Italia.
I clienti advisory possono iscriversi al link www.ubs.com/back-to-bond con inizio dell’evento alle ore 9.30. Mentre i clienti istituzionali possono iscriversi inviando una mail all’indirizzo ubs-asset-management-italia@ubs.com: per loro l’evento si terrà alle ore 16.45.
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