Agli italiani i soldi piacciono dove possono vederli. C’è chi li ha ammucchiati per anni nella scatola delle scarpe dentro l’armadio, chi nella cassaforte dietro il quadro, chi in soffitta, qualcuno perfino in cantina. L’aneddottica su questo è sufficientemente ampia, basta fare una banale ricerca su Google per rendersene conto.
Ma, in sostanza, è quel che ci confermano le indagini delle autorità pubbliche come Consob e Banca d’Italia e le ricerche di molte istituzioni private. Le famiglie, secondo quanto riferisce la Relazione 2021 della Banca d’Italia, “hanno continuato a orientarsi verso attività a basso rischio”: nello scorso anno, sono quindi proseguite le vendite nette di obbligazioni e azioni e sono cresciuti i depositi a vista.
In un momento storico nel quale può venire la tentazione di buttarsi perinde ac cadaver sui vecchi metodi di conservazione del risparmio – che per la verità conservano ben poco, visto che, come vi diciamo sempre, il valore reale di ciò che non investiamo se lo rosicchia ben bene l’inflazione – vale la pena di fare un ripasso sugli strumenti di liquidità più amati dagli italiani: conti correnti e depositi.
Cos’è il conto corrente: la guida della Banca d’Italia
La Banca d’Italia ha appena pubblicato una versione aggiornata e rivista della guida dedicata al conto corrente. In questa guida, ci ricorda che il conto corrente bancario dà, fra le altre cose, la possibilità di affidare alla banca la custodia e l’amministrazione dei titoli nei quali decidiamo di investire il nostro denaro.
La banca può infatti offrire la possibilità di aprire un altro conto, collegato al conto corrente: è il deposito titoli, che va ad accogliere titoli pubblici come Bot e Btp, quote di fondi comuni di investimento, azioni, obbligazioni o altri titoli.
Come ricorda la Banca d’Italia nella sua guida, il deposito titoli è un conto che viene utilizzato solo ed esclusivamente per “ospitare” i risultati delle operazioni di compravendita di strumenti finanziari, come appunto titoli pubblici tipo Buoni ordinati del Tesoro e Buoni del Tesoro poliennali, quote di fondi comuni, azioni, obbligazioni.
Sul conto corrente al quale è abbinato vengono addebitate le imposte di bollo e le commissioni e accreditati invece i guadagni ricavati dai titoli, come per esempio dividendi e cedole.
Che differenza c’è tra conto corrente bancario e deposito?
E qui arriviamo al punto. Prendendo come riferimento sempre la guida della Banca d’Italia intitolata “Il conto corrente in parole semplici” aggiornata a ottobre 2022, sintetizziamo in una tabella le tre caratteristiche che differenziano questi due tipi di prodotto.
Strumenti importanti, ma non sufficienti
Quindi, ricapitolando: il conto corrente è lo strumento per l’operatività di tutti i giorni, mentre il deposito può essere sì uno strumento di investimento, ma sempre e comunque in un’ottica di adeguata diversificazione, e compatibilmente con i propri bisogni per l’oggi e per il domani e con gli obiettivi personali e familiari. Altrimenti si rischia di eccedere in sicurezza. O meglio: in un’illusione di sicurezza visto che, per quanto a basso rischio (e lo sono), i depositi non sono proprio al top degli strumenti che ci possono remunerare in maniera interessante. E tutelare dagli effetti erosivi dell’inflazione.