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#ABCfinanza: cosa sono gli ETF Smart Beta?

Cosa si intende per ETF Smart Beta e quali sono i loro vantaggi

Negli articoli precedenti vi abbiamo spiegato cosa sono gli Exchenge Traded Funds (ETF1) qual è il loro regime fiscale2 e i vantaggi offerti3 da questi particolari strumenti finanziari.

Ma esiste una tipologia di ETF sempre più popolare tra gli investitori e che merita un’attenzione particolare: sono gli ETF Smart Beta. Secondo Morningstar, le masse di denaro gestite tramite ETF Smart Beta sono cresciute del 900% dal 2009. Le ragioni sono molte, e in gran parte buone.

Ma procediamo con ordine e vediamo che cosa sono, quali sono le strategie più popolari e infine, se convengono o meno.

 

Che cosa significa Smart Beta?

Gli ETF Smart Beta replicano indici finanziari che, a loro volta, rappresentano strategie d’investimento Smart Beta (e fin qui siamo a un “banaloma” di grado 0). Ad esempio, gli ETF Smart Beta investono in azioni ad alto dividendo4, oppure a bassa capitalizzazione, o “Value”.

Non solo, possono anche seguire variabili finanziarie “alternative”, come l’indice di volatilità VIX. Può anche trattarsi di ETF basati su strategie di gestione del rischio (ad esempio, “a minima volatilità”). Si tratta quindi di indici molto diversi dai classici indici a capitalizzazione come lo S&P 500, il FTSE MIB, lo Euro Stoxx.

Ma quanto sono diversi?

 

Non esiste una definizione universale di Smart Beta

Adiamo alla radice dell’idea; il punto di partenza è una domanda: perché i mercati offrono opportunità di guadagno, seppur con incertezza e tempi variabili? Perché l’investimento in azioni da inizio ‘900 ai giorni nostri ha reso, in termini reali (cioè tenendo conto dell’inflazione) il 5,2% all’anno in media e, investire in obbligazioni governative ha reso (sempre in termini reali) l’1,8% all’anno?
Il motivo è semplice: è stato riconosciuto un premio per il rischio sopportato dall’investitore. Il rischio che le aziende o i Paesi vadano male, o che addirittura incappino in un default.

Ora, non esiste solo la generica esposizione al rischio azionario o obbligazionario. Vi sono altre tipologie di rischio per i quali il mercato è disposto a riconoscere sistematicamente una remunerazione. In altri termini, vi sono svariati premi al rischio (al cui interno se ne annidano altri).

Vediamo sinteticamente, senza pretese di esaustività, quali sono i più importanti.

 

Premio al rischio Che cosa è compensato?
Azionario Rischio d’impresa
Scadenza Privazione della disponibilità del proprio denaro
Inflazione Erosione del potere d’acquisto
Credito Rischio di ristrutturazione e default
Illiquidità Difficoltà di smobilizzo dell’investimento
Divisa Rischi legati alle dinamiche valutarie
Immobiliare Deprezzamento, deterioramento ed esproprio
Commodities Oscillazioni di prezzo e costi di detenzione

 

Qual è l’innovazione delle strategie Smart Beta?

Bè, sostanzialmente gli ETF Smart Beta investono in fattori di rischio meno ovvi, più difficili da cavalcare, per ampliare il ventaglio di premi al rischio all’interno dell’asset allocation di portafoglio e combinare ingegnosamente vari premi al rischio (come vedremo tra poco, alcune strategie si focalizzano sulle modalità di costruzione del portafoglio e sulla gestione dei rischi).

In tutto ciò non c’è nulla di nuovo: sono concetti ben noti alla comunità finanziaria. In effetti, personalmente, da risk manager prima, e da gestore quantitativo poi, ho passato una fetta importante della mia vita a identificare e misurare i fattori di rischio in questione, cercando d’investire in essi.

Semplicemente, ora tutti possono investire in questo modo, utilizzando gli ETF. Passiamo quindi alla pratica.

 

Le strategie Smart Beta più popolari

L’elenco è soggettivo, come la stessa definizione di Smart Beta, e non pretendo sia completo.

  1. Value: sono privilegiate azioni con buoni “fondamentali” rispetto al prezzo (ad esempio, titoli con rapporto Prezzo/Utili basso), cioè titoli di buona qualità a prezzi contenuti. In generale, si dà importanza alla qualità dei titoli e non alla loro capitalizzazione di mercato (come invece accade comunemente).
  2. Growth: siamo al polo opposto rispetto alla strategia precedente, in quanto il focus è su azioni con elevata aspettativa di crescita degli utili e del prezzo, ad esempio azioni tecnologiche come Facebook.
  3. Momentum: le attività finanziarie che sono andate bene hanno la tendenza a continuare a farlo, e le strategie momentum5 sfruttano questa “anomalia”, che interessa azioni, obbligazioni, divise, commodities.
  4. Small Cap: si punta sulle azioni di piccola capitalizzazione, tipicamente in una fase iniziale della loro vita, oppure di nicchia.
  5. Alto dividendo: la strategia privilegia azioni in grado di pagare regolarmente dividendi elevati.
  6. Private Equity: ci si espone a società che si occupano di venture capital, o attività simili, cioè di investimenti al di fuori della Borsa (dunque illiquide).
  7. Volatilità: ci si lega alla dinamica della volatilità.
  8. Obbligazionarie fondamentali: le obbligazioni sono pesate in portafoglio in base al PIL del Paese d’emissione, o sulla base della sostenibilità del debito pubblico e qualità del credito.
  9. Credito: si tratta di strategie che mirano a incamerare il premio legato alla sopportazione del rischio di credito di un insieme d’emittenti; per esempio strategie di vendita sistematica di CDS, contratti che assicurano una protezione dal rischio di default.
  10. Focus sul rischio: ampia categoria nella quale ricadono strategie volte a gestire attivamente il rischio. Quindi minimizzano il rischio (strategie Low Volatility), oppure lo distribuiscono in modo più equilibrato (Equal Risk Contribution, che noi chiamiamo massima diversificazione del rischio), o evitano la concentrazione del portafoglio in pochi titoli (strategia equipesate).
  11. Commodity Plus: in questa categoria inserisco quelle strategie che ottimizzano la gestione dei contratti Futures sulle commodities impiegati per “esporsi” finanziariamente alle materie prime.
  12. FX Trade: si tratta di strategie che investono sistematicamente in divise (FX), ad esempio utilizzando i carry trade.
  13. Immobili: l’investimento nel settore immobiliare (Real estate) coincide con una delle asset class più antiche, puntando inoltre a un premio per il rischio d’illiquidità.

 

 

Quali sono i vantaggi degli ETF Smart Beta? Convengono?

Investire in strategie Smart Beta è facile ed economico, perché in Borsa è quotato un numero crescente di ETF basati su queste strategie. Noi di AdviseOnly li utilizziamo regolarmente per condire la nostra asset allocation o i portafogli tematici.

Ma vediamo quali sono i principali vantaggi di un investimento in ETF Smart Beta:

  1. fondamento economico – la maggioranza (ma non la totalità) di queste strategie si basa su idee semplici ed economicamente solide; ciò è un buon punto di partenza;
  2. diversificazione dei rischi – si tratta di investimenti solo parzialmente correlati tra loro, che non si muovono all’unisono nella medesima direzione;
  3. stabilizzazione della performance – come corollario della diversificazione, la performance tende a diventare meno volatile;
  4. fonti alternative di rendimento – in un momento come questo, con mercati azionari abbastanza cari, rendimenti obbligazionari molto bassi e immancabile incertezza sul futuro, queste strategie possono offrire qualche appiglio al risparmiatore.
  5. costi – il TER di questi ETF è sensibilmente più basso di quello di fondi comuni analoghi, anche se generalmente più elevato rispetto agli ETF tradizionali6.

Il nostro consiglio è: privilegiate ETF con TER basso, che replicano strategie economicamente sensate, con una storia credibile.

 

Un esempio di strategie ben fondate?

A nostro parere vanno prese in considerazione come esempio le strategie azionarie Smart Beta costruite con una metodologia più solida, ben affermate nella pratica e nell’accademia, come le strategie Momentum, Growth, Value, Min Volatility, il cui confronto con un indice azionario tradizionale MSCI World (dividendi inclusi) è piuttosto eloquente: il grafico seguente mostra come nell’ultimo quinquennio tre su quattro si comportano meglio dell’indice tradizionale. Certo non è una regola, ma l’idea che queste strategie comportino un “premio di rendimento” è abbastanza fondata.

 

Smart Beta 2 | amCharts

 

Non dimenticate che alcune strategie hanno radici ben piantate nel buon senso, altre invece potrebbero essere anomalie statistiche d’incerta durata.

Dunque, la domanda da porsi di fronte a una strategia Smart Beta è: c’è almeno una ragione per cui debba continuare a funzionare, oltre al fatto che in passato ha funzionato?

Se la risposta è affermativa, beh, andate avanti.

 



1 – #ABCFinanza: cosa sono gli ETF e perché sono così convenienti?
2 – Qual è il regime fiscale degli ETF?
3 – #ABCFinanza: tutto quello che devi sapere per investire in ETF
4 – #ABCFinanza: come funzionano i dividendi?
5 – #ABCFinanza: il momentum
6 – Fatto non sempre giustificato, dato che si tratta di strategie sistematiche, ben conosciute, attuate meccanicamente applicando regole e algoritmi (e un algoritmo è forza lavoro a basso costo).

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Ultimi commenti
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    Grandissimo articolo!

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    Il FTSE RAFI AW 3000 del grafico sembra perdere di più dell’MSCI WORLD nelle fasi negative di mercato, per esempio 2007.
    A meno che non sia solo un effetto ottico del grafico.

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      E’ più che altro un effetto grafico, perché il FTSE RAFI è salito molto di più: infatti il maxdrawdown (cioè il massimo scivolone da max a min http://it.adviseonly.com/wiki/index.php/Max_DrawDown) è 58,9% per il FTSE RAFI e 56,5% per l’indice tradizionale: la differenza è poca roba.

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        Grazie, immaginavo che potesse essere un effetto grafico.

        Ve l’ho chiesto perché purtroppo l’indice FTSE RAFI non è molto trasparente per quanto riguarda i dati storici. Ho visto che sul loro sito si scaricano solo quelli dal 2012. http://www.ftse.com/analytics/factsheets/Home/HistoricIndexValues

        Sul sito dell’MSCI puoi scaricare tutto lo stroico di tutti gli indici MSCI e perfino in valuta locale.

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    hai letto questo: http://www.researchaffiliates.com/Production%20content%20library/FAJ_SeptOct_2011_A_Survey_of_Alternative_Equity_Index_Strategies.pdf
    Insomma su universi solo Azionari non è che la differenza sia molto diversa da 1/N

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      Mah, se guardi il grafico a pag 43 del paper, più o meno…
      Certo è che, una volta che hai diversificato più di quanto non faccia un tradizionale fondo/ETF/indice basato sulla capitalizzazione (cosa che un portafoglio 1/N fa benissimo), ciò che resta è rischio azionario, che per circa 2/3 coincide con il mercato USA.
      Comunque, “smart beta” non è solo azioni, e azioni non significa solo azioni USA. Gli smart beta non sono la panacea di tutti i problemi, ma sono utili (soprattutto se hanno commissioni basse).
      E infatti nelle conclusioni scrivono: “Combining alternative betas with one another would allow investors to better target desired levels of value and size tilt in their equity allocations…”

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    Oltre al FTSE RAFI All World 3000 UCITS ETF – IE00B23LNQ02, Potete indicare altri ETF SMART BETA? Grazie

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    Sbaglio o da inizio anno msci world ha fatto meglio dello smart beta?

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    Con riferimento alla richiesta di altri Smart Beta 29/7 e successiva risposta del 30/7, può cortesemente indicare i passaggi su sito di Borsa Italiana https://www.borsaitaliana.it/borsa/etf/contratti.html?isin=IE00B23LNQ02&lang=it per arrivare all’elenco completo degli altri smart beta ? Grazie.

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    Con riferimento al Vs articolo sugli ETF a strategia beta del 29 luglio 2019 e precisamente al grafico MSCI AC /FTSE RAFI 3000, questo sembra contraddire i dati riportati nel fact sheet di FTSERussell: FTSE RAFI tm All-World 3000 Index.
    Grazie. Cordiali saluti.
    Paolo Conio

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