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Cos’è il catasto e cosa prevede la riforma di cui si parla?

Catasto, riforma del catasto, riformano il catasto per farci pagare più tasse. Oppure no? Ma, soprattutto, che cos’è il catasto?

Poiché incide sull’imposizione fiscale, e dal momento che l’esborso fiscale a sua volta incide sulle prestazioni del nostro portafoglio patrimoniale – fatto, perché no, anche di terreni e immobili – può essere interessante concederci una breve digressione su un tema che non ha a che vedere con i mercati ma che, tuttavia, riguarda comunque i nostri soldini.

 

Catasto: che cos’è e a cosa serve

Dice: s’inventano di tutto pur di farci pagare più tasse. Eppure, il catasto non è un’invenzione recente. Pensate: secondo l’Archivio di Stato di Piacenza, l’introduzione del catasto geometrico particellare risale all’inizio del Diciottesimo secolo1.

Ma cosa c’entra il catasto con le tasse? E, soprattutto, che cos’è? In pratica, il catasto è il luogo fisico nel quale sono archiviati i dati su tutti i terreni e gli immobili – siano essi civili, industriali o commerciali, pubblici o privati – presenti sul territorio italiano. Ci dice dove si trovano questi terreni o immobili (dati catastali), quanto sono grandi (pianta catastale), come vengono utilizzati (destinazione d’uso) e quanto rendono (rendita catastale).

Tutto questo ha essenzialmente uno scopo fiscale: l’identikit dei terreni e degli immobili sul territorio serve infatti a calcolare i tributi che chi li possiede e/o ne fa uso deve versare allo Stato. Tant’è che a gestire il catasto, oggi, è l’Agenzia delle Entrate (che il primo dicembre 2012 ha incorporato la precedente Agenzia del Territorio).

In Italia il catasto si divide in due sezioni che sono tra loro complementari:

il catasto dei terreni, contenente le informazioni su tutti i tipi di terreni, appunto;
il catasto edilizio urbano, noto anche come catasto dei fabbricati, con dentro tutte le info sulle costruzioni di natura civile, industriale e commerciale.
 

Catasto: leggere e capire il “catastese”

Ma io che voglio andare a vedere cosa dice il catasto di me, proprietaria (faccio un esempio) di un “fabbricato ad uso civile” o di un “terreno a destinazione agricola”, come posso essere sicura di leggere e interpretare correttamente il “catastese”, ovvero l’oscuro italiano delle visure catastali2?

Non è difficilissimo, in realtà: come nelle più ostiche traduzioni di greco al liceo, una volta che si capisce per cosa sta quel curioso avverbio tutto il resto viene quasi da sé. Allora: tutti noi abitiamo in un comune. Secondo il catasto, quel comune si suddivide in una serie di aree, chiamate fogli. Ogni foglio, a sua volta, si suddivide in particelle, che poi altro non sono che i terreni o i fabbricati.

 

 

Bene. Per i terreni, la visura catastale conterrà informazioni su comune, foglio, particella, tipo di terreno e riferimento per il calcolo delle imposte; per i fabbricati, invece, otterremo informazioni su comune, foglio, particella, categoria (ovvero destinazione d’uso), classe di redditività, consistenza (ossia dimensioni) e subalterni (cioè le parti che compongono il fabbricato, per esempio un appartamento in un condominio). Sono ivi depositate anche le planimetrie.

Ogni subalterno ha una sua rendita catastale, la quale praticamente costituisce il dato su cui vengono calcolate imposte e tasse3. Per fare un esempio, l’Imu e la Tari sono due balzelli – imposta la prima, tassa la seconda – calcolate in base alla rendita catastale.

Le informazioni catastali sono liberamente consultabili, online o presso gli sportelli degli uffici provinciali dell’Agenzia delle Entrate, in alcuni Comuni o tramite privati.

 

Riforma del catasto: si pagherà di più?

E arriviamo alla riforma del catasto di cui parla da settimane. Una riforma che preoccupa i proprietari di immobili, che temono una revisione al rialzo delle rendite catastali e, quindi, dell’imposizione fiscale.

Il 5 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl delega per la revisione del sistema fiscale, che tra le altre cose punta a modernizzare gli strumenti di mappatura degli immobili e a revisionare il catasto fabbricati.

In sostanza, attraverso appositi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle Entrate, si punta a portare a galla:

• gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto;
• la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita;
• i terreni edificabili accatastati come agricoli;
• gli immobili abusivi.

Insomma, tutto quello che c’è ma che al catasto al momento non risulta. E su cui, quindi, si pagano meno tasse o addirittura non se ne paga alcuna. Una sorta di “disclosure” per aumentare le entrate tributarie dello Stato: entrate che compenserebbero l’alleggerimento del carico su altri fronti, per esempio quello Irpef.

Secondo gli obiettivi dichiarati dal governo, infatti, la riforma persegue un obiettivo di stimolo alla crescita economica (“attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione”), razionalizzazione e semplificazione del sistema, progressività e contrasto all’evasione e all’elusione fiscale 4.

L’altra area di intervento, per quanto riguarda il catasto, prevede l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale: non più solo rendita catastale, determinata secondo la normativa attualmente vigente, ma, in corrispondenza di ciascuna unità immobiliare, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, laddove possibile, ai valori normali espressi dal mercato, con meccanismi di adeguamento periodico.

Ai fini del calcolo di tasse e imposte, però, per la determinazione della base imponibile si continuerà a fare riferimento alla rendita catastale. “Nessuno pagherà di più e nessuno pagherà di meno”, ha ribadito il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa.

In ogni caso, il ddl delega getta le basi per la riforma del sistema: per finalizzarla in tutti i suoi aspetti, serviranno altri decreti e ci vorrà tempo.
 



1. Breve storia del catasto
2. Visura catastale – Che cos’è
3. Segnaliamo in modo particolare l’abc sul catasto proposto dal geometra Paolo Gollo
4. Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri


 

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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