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Luigi Tresoldi, una vita per il lavoro. Dimenticando la pianificazione finanziaria

Luigi Tresoldi1 è uno di quegli uomini “tutti d’un pezzo”: convinto di non dover mai chiedere aiuto, dare segni di cedimento o peggio, mostrare qualche emozione. A 65 anni, la sua vita ruota ancora attorno al lavoro – un’impresa di serramenti che ha messo su dal nulla, con tanta fatica e tanti sacrifici. Un lavoro che gli ha sempre portato via tanto tempo, anche quando, rimasto vedovo, si è trovato a dover gestire da solo due figli adolescenti, ma che è anche stato un appiglio per andare avanti in un momento molto difficile della sua vita.

 

Troppa fiducia non fa bene

Da qualche anno ha una nuova compagna, che vive con lui. Non ha problemi di salute e si sente ancora giovane, molto più di quanto lo sia anagraficamente – tipico atteggiamento di chi è “overconfident2”. E le sue scelte finanziarie riflettono molto bene il suo atteggiamento e i condizionamenti culturali di cui è ostaggio inconsapevole: è sempre stato convinto che ci fosse tempo per pensare a cose “sgradevoli” come la pianificazione successoria, una copertura assicurativa o una attenta pianificazione previdenziale.

Risultato? Non ha mai attivato una copertura assicurativa, mentre ha attivato un fondo pensione, ma i versamenti che gli ha destinato sono decisamente insufficienti, visto che tra l’altro, essendo iscritto alla gestione speciale INPS dedicata ai titolari di imprese commerciali, la sua pensione pubblica sarà inferiore a quella di un lavoratore dipendente.

 

 

Il tempo che passa inizia a farsi sentire

Ora però con la nuova generazione che fa capolino – negli ultimi due anni gli sono nati due nipotini – Luigi inizia a sentire il tempo che passa e a farsi qualche domanda. Vorrebbe quasi avere più tempo da dedicare ai piccoli, o godersi questo momento in cui la salute lo assiste e le forze non gli mancano per farsi ancora qualche viaggio. Ma la verità è che non sa da che parte cominciare: dovrebbe lasciare le redini dell’azienda a suo figlio? Sarà in grado? E come vivere, magari ancora 20, anche 30 anni, con una pensione così risicata?

Non è chiaramente pronto per cambiare vita. Ma decide comunque di fare un primo passo “esplorativo”, per capire quali sono le sue possibilità e va a parlare con un consulente finanziario. Questi gli propone un test di profilazione comportamentale3, a cui Luigi si sottopone con una certa curiosità: emerge un punteggio elevatissimo per l’overconfidence. Il consulente, consapevole delle particolarità del soggetto che si trova davanti, sa quali parole usare per aggirare i “filtri” psicologici e sociali che offuscano la sua razionalità: parla del rischio di longevità, mostrando a Luigi alcune statistiche un po’ crude ma obiettive sull’incidenza delle malattie senili e sui costi ad esse associati.

 

Meglio tardi che mai?

Di fronte ai numeri e a un discorso logico e coerente, Luigi acquisisce maggior consapevolezza del problema. Questo mitiga la distorsione cognitiva legata alla percezione del bisogno: alla fine, Luigi si convince dell’importanza di aumentare i versamenti nel suo fondo pensione e di sottoscrivere un prodotto long term care, che combina una soluzione d’investimento con delle garanzie assicurative finalizzate a dargli serenità quando sarà ancora più in là con gli anni. Certo è già tardi, Luigi avrebbe dovuto muoversi prima: queste soluzioni sottoscritte a 65 anni sono molto care. Dovrà valutare attentamente costi e benefici insieme al suo consulente. Nel frattempo, forse, cercherà di convincere i suoi figli a non commettere gli stessi suoi errori.

 



1 – Investimenti formato famiglia: ecco i Tresoldi
2 – Overconfidence: perché sentirsi invincibili è un rischio quando si investe
3 – Behavioural Profiling: l’evoluzione della profilazione nella finanza

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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