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Meglio investire o mettere i risparmi sotto al materasso? Finalmente la risposta

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Conoscete il film “Totò, Peppino e… la Malafemmana?” Antonio Caponi e suo fratello Peppino vivono nelle campagne di Napoli. Sono proprietari terrieri, campagnoli e di scarsa cultura: Antonio, il primogenito, è spendaccione e donnaiolo, spesso a danno del più giovane, Peppino, il più oculato e risparmiatore, che nasconde il denaro sotto la mattonella…

La citazione cinematografica muove da una domanda, per niente banale, che molti piccoli risparmiatori si pongono oggi: dati il rischio e l’incertezza dei mercati azionari e obbligazionari, non è forse meglio nascondere i propri risparmi sotto al materasso o sotto la mattonella?

Effettivamente numerosi sono stati i cambiamenti dei mercati finanziari negli ultimi anni. Pensate al fallimento Lehman Brothers e poi alle vicende europee, i “cigni neri” che hanno radicalmente cambiato l’universo investibile, il concetto di risk-free e la propensione al rischio di molti risparmiatori.

Come si dice, quando il presente è difficile da interpretare ci si può aiutare guardando il passato.

È per questo che vi proponiamo questa ricerca, uno studio interessante basato sull’analisi di serie storiche a partire dal 1900, “archeologia finanziaria” direbbe qualcuno. Questo studio confronta l’andamento dei rendimenti reali di diverse attività finanziarie nell’ultimo secolo.

In esame 16 Paesi, di cui si analizza:

  • l’investimento in cash (ovvero, l’opzione materasso o mattonella);
  • l’investimento in obbligazioni a breve e lungo termine;
  • l’investimento in azioni.

Nei grafici che vi proponiamo, compaiono i rendimenti dello scenario migliore, peggiore e mediano nella serie dei Paesi. I dati sono tratti da Morningstar/Dimson Marsh Staunton.

Nota metodologica. Lo studio si basa sui rendimenti reali perché sono quelli che, alla fine della fiera, restano in tasca al risparmiatore al netto dell’impatto dell’inflazione.

Dovete immaginare di investire una certa somma nel 1900 e vedere come va il vostro investimento nel corso degli anni. Ad esempio 1.000 lire che nel grafico è 100 (inteso 100%).

Investimento sotto il materasso o mattonella

È proprio questa la prima sorpresa: il materasso e la mattonella non proteggono i risparmi dall’inflazione. Nel caso peggiore, infatti, i risparmi svaniscono del tutto, corrosi dalla crescita del costo della vita.

Investimenti in obbligazioni a breve termine

Proviamo, quindi, ad immaginare un investimento in titoli governativi a brevissimo termine.

Anche qui, ovviamente, vale la regola no risk e no reward (niente rischio, niente rendimento) ma, almeno, le perdite sono meno pesanti nel caso peggiore della serie: appena positivo il caso mediano e +2,25% nel caso migliore.

Investimenti in obbligazioni a lungo termine

Volgiamo lo sguardo alle obbligazioni a lungo termine. Questi strumenti hanno consentito, nella maggior parte dei casi, di non soccombere all’inflazione. Tuttavia anche in questo grafico emerge quanto il rendimento, nel caso peggiore della serie, sia stato negativo.

Investimento in azioni

Infine le azioni. L’andamento azionari in 108 anni, anche qui presentato in una scala logaritmica, ci mostra valori più alti (d’altronde ad un maggior rischio, corrisponde un maggior rendimento). Il caso peggiore della serie fornisce un rendimento del 2% l’anno, positivo dunque.

Naturalmente si tratta di un’analisi parziale, il puro rendimento ci dice poco.

Per poter analizzare adeguatamente l’investimento dovremmo avere accanto delle opportune misure di rischio come ad esempio la volatilità, la massima perdita e altri indicatori in grado di farci capire a cosa potrebbe essere incorso un investitore nel lungo cammino dal 1900 ad oggi. Non tutti infatti sono in grado di immobilizzare le proprie disponibilità su un orizzonte di lungo periodo (e non parlo di orizzonte secolare, inverosimile per misurare la durata di un investimento).

Una cosa è certa: meglio non fare come il povero Peppino. Non soltanto perché, come dimostra la ricerca, è rischioso e poco conveniente, ma soprattutto perché i vostri risparmi potrebbero essere preda dei “prelievi” di un fratello furbo…

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    Meglio svalutati che rubati dallo Stato e dalle banche.

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