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Obbligazioni e catastrofi: la finanza al servizio delle emergenze

Obbligazioni terremoto AdviseOnly
Nonostante l’appellativo poco simpatico, le “obbligazioni catastrofe” sono un’opportunità offerta dall’ingegneria finanziaria per far fronte ai disastri naturali che affliggono il nostro pianeta.

Il prezzo delle catastrofi naturali, anche a livello strettamente economico, può essere estremamente alto: per farsi un’idea della portata di questi eventi, basti pensare che i costi stimati per la ricostruzione in Giappone a seguito del terremoto del 2011 si aggirano intono ai 250 miliardi di dollari, mentre i danni provocati  dall’uragano Katrina nell’area di New Orleans si aggirano sui 100 miliardi di dollari. E i terremoti che hanno colpito nei giorni scorsi il Centro Italia e che, con sempre più frequenza negli ultimi decenni, flagellano la superficie terrestre, non fanno certo eccezione.

Il costo economico delle catastrofi si riversa soprattutto sui bilanci dei Governi, e quindi sulla popolazione, ma non solo. Anche per le società di assicurazioni possono esserci importanti implicazioni: garantire il pagamento degli indennizzi sottostanti ad eventi sì molto rari, ma estremamente “cari”, può essere un grosso problema.

I Catastrophe Bond

I cosiddetti  “Catastrophe bond” (Cat bond)  sono nati e si sono sviluppati proprio per risolvere questo problema e offrire una protezione alle compagnie assicurative.

Si tratta di obbligazioni legate al verificarsi di eventi catastrofici naturali. Il loro obiettivo principale risiede nella copertura del rischio assicurativo assunto proprio dalle società di assicurazione: in pratica coprono dal rischio che si concretizza nel momento in cui la riserva sinistri[1] accantonata dalle assicurazioni non è sufficiente a fronteggiare la totalità degli impegni assunti nei confronti degli assicurati soggetti all’eventuale verificarsi dell’evento catastrofico.

Come funzionano

Si tratta quindi di obbligazioni subordinate[2] che da un lato consentono di trasferire al mercato parte del rischio di queste catastrofi, e dall’altro rappresentano una valida risorsa per il finanziamento delle opere di ricostruzione e risarcimento dei danni subiti. Sono caratterizzate da una durata relativamente breve (tra 1 e 5 anni) e pagano una cedola ad elevata periodicità (trimestrale nella maggior parte dei casi). Quest’ultima è costituita da una componente variabile legata ai tassi di mercato (tassi a breve termine, LIBOR/EURIBOR) e una componente fissa costituita da uno spread proporzionale alla tipologia di rischio/evento da cui ricercare la copertura. Il rimborso del valore nominale alla scadenza dipende dal verificarsi o meno dell’evento oggetto di copertura: nel caso in cui l’evento si verifichi, il rimborso dell’obbligazione potrebbe essere limitato ad una piccola percentuale (che potrebbe anche essere zero) e il capitale verrebbe utilizzato per sostenere le spese per la ricostruzione e i risarcimenti, in caso contrario si ottiene il rimborso completo, come una qualsiasi obbligazione.

Una delle peculiarità dei Catastrophe bond risiede nel fatto che sono strumenti finanziari slegati dall’andamento delle principali variabili finanziarie. Nella determinazione della cedola e nello sviluppo della vita del bond intervengono infatti aspetti legati ad eventi meteorologici e geologici, che incorporano una maggiore componente aleatoria e di difficile stima rispetto all’analisi macroeconomica. Da qui deriva il rendimento mediamente maggiore rispetto al normale mondo obbligazionario e la ridotta correlazione con altre asset class più tradizionali.


Il tutto va ad individuare un mercato globale ampiamente in crescita nell’ultimo decennio (seppur di “piccole dimensioni”): +183%, con un valore complessivo di 26 miliardi di dollari a fine 2015 per circa 130 titoli presenti sul mercato.

In Italia, secondo uno studio dell’Ania, dal 2006 sono stati sostenuti costi annui per il risarcimento dei danni causati da catastrofi naturali per circa 3,3 miliardi di euro, prevalentemente finanziati tramite nuove misure fiscali o interventi legislativi specifici. Anche in quest’ottica venne approvato il Decreto Legge n.59 del 15 maggio 2012[3] in cui, tra le misure proposte, si prevedeva l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali, come riporta lo stesso documento: l’eventuale emissione di obbligazioni “catastrofe” da parte del Governo italiano potrebbe essere un valido sostegno a questo (purtroppo) puntuale conto da saldare annualmente.

Come investire

Al momento in Italia la compravendita di questi strumenti è riservata agli investitori istituzionali e inaccessibile all’investitore retail. Tuttavia sul mercato si trovano alcuni fondi UCITS, regolamentati e disponibili a livello europeo, che investono specificamente nei “Cat-bond“, permettendo all’investitore di poter beneficiare della diversificazione che questi offrono. Non è da escludere la possibilità che in futuro si possa investire direttamente in questa categoria di obbligazioni.


[1] Voce passiva del bilancio di una società di assicurazione che individua l’ammontare complessivo accantonato dalla società per far fronte ai sinistri avvenuti nell’anno in corso, quelli stimati per il futuro e quelli ancora da liquidare.

[2] Il cui rimborso del capitale dipende dal verificarsi di determinate situazioni.

[3] Convertito in Legge il 12 luglio 2012.


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Ultimi commenti
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    Sostanzialmente comprare un eventuale cat bond italiano significherebbe una perdita di capitale sicura. Insomma lasciamoli anche perdere dai.

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      sono un’esigua percentuale i bond che non sono arrivati a scadenza, e hanno riguardato eventi come l’uragano katrina o il disastro di fukushima. Ovviamente sono da valutare in ottica di diversificazione del rischio di un possibile portafoglio, non come unico obiettivo d’investimento.

      Buona giornata!

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      Secondo me, se disponibili impacchettati in fondi o ETF, i Cat Bond sono/sarebbero un’interessante asset class, specie in questo periodo di tassi bassi.
      Per la cronaca, negli ultimi 5 anni l’indice SwissRe Cat Bond Total Return ha prodotto una performance annua media in USD dell’8,1%, da confrontare sia con l’1,3% del JPM Global Aggregate Bond Index (un ampissimo indice obbligazionario, inclusivo di debito sovrano e Corporate), sia con il 2,6% del Bloomberg Global Investment Grade Bond Index, rappresentativo dell’investimento Corporate globale a più alto merito creditizio.
      E questa performance è stata conseguita con una volatilità storica inferiore al 4% e una downside volatility del 2,9%, in linea con altri investimenti obbligazionari considerati a rischio medio. Anche negli ultimi 10 anni l’indice l’indice ha prodotto buoni risultati (8,9% di performance media annua).
      Dunque non così malaccio, direi. Ovviamente, sarebbe un’asset class da utilizzare con misura e grano salis (ie costruzione di portafoglio ben fatta).

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    Molto interessante!!

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    Quali sono i fondi Ucits che investono su questi strumenti? Che TER hanno questi fondi armonizzati?

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      Che io sappia c’è il Lombard Odier CAT Bonds e il fondo AZ Fund 1 – Cat Bond Fund Plus; non escludo comunque esistano altri fondi comuni esposti sensibilmente ai Cat Bond. Invece non mi risulta esistano ETF specifici sul mercato italiano.
      PS: mai come in questo caso non è detto che le performance del passato si ripetano…

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