Teenager e finanza sembrano non andare d’accordo: da un’indagine OCSE emerge che i più giovani non sono molto ferrati in temi di natura finanziaria.
Circa all’età di 15 anni, quando si termina la scuola dell’obbligo, i giovani iniziano ad avere a che fare con situazioni che coinvolgono l’ambito finanziario: le ricariche del cellulare, la gestione della paghetta e di tutte quelle piccole spese quotidiane che si iniziano ad affrontare. Eppure, da un’indagine OCSE emerge che gli studenti non sono così confidenti sui temi finanziari.
Il test OCSE, con domande aperte e a risposta multipla, ha preso in esame alcune situazioni di vita reale in cui i giovani studenti hanno a che fare con scelte di tipo finanziario, con l’obiettivo di misurare la conoscenza finanziaria dei più giovani. Articolate su diversi livelli, le domande potevano riguardare i conti correnti, le carte di credito o i tassi di interesse.
Dal test, che ha preso in esame circa 48.000 studenti provenienti da 15 Paesi, il quadro italiano che ne risulta non è tra i peggiori: i nostri studenti si posizionano a metà classifica e fanno meglio di Spagna e Stati Uniti. Un segnale positivo, ma in ambito di educazione finanziaria c’è ancora molta strada da fare.
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