L’avvento della tecnologia sta trasformando (anche) il mondo della finanza (ne abbiamo parlato qui). Consapevoli del ruolo di primo piano giocato dal settore tech, cinque colossi della Sylicon Valley hanno deciso di unire le forze per far sentire la loro voce nelle sale del potere di Washington, dove prendono forma le politiche in materia di servizi finanziari e sistemi di pagamento.
Stiamo parlando di gruppi del calibro di Apple, Amazon, Google, PayPal e Intuit (cliccate, per avere informazioni più specifiche su queste aziende): preoccupati che legislatori e authority non colgano i potenziali benefici dell’hi-tech sul settore dei servizi finanziari e i suoi utenti, i cinque big hanno dato vita a “Financial Innovation Now”.
La nuova lobby si pone obiettivi ambiziosi: influenzare il dibattito politico su temi come la sicurezza informatica e la prevenzione delle frodi, i pagamenti in tempo reale, i prestiti online e un più ampio accesso ai servizi finanziari. Più concretamente, la nuova organizzazione punta ad accorciare i tempi dei sistemi di pagamento elettronico negli Usa, in modo che persone e imprese possano spedire e ricevere denaro nel giro di un solo giorno (ora l’attesa minima è di due giorni).
Ma l’obiettivo finale è soprattutto quello di allargare le maglie del mercato online in modo da raggiungere i circa 2 miliardi di individui che attualmente non hanno accesso ai servizi finanziari. “La trasformazione tecnologica in atto renderà i servizi finanziari più accessibili, convenienti e sicuri”, ha detto il direttore esecutivo del Fin, Brian Peters. “La nostra sfida è fare in modo che i policy maker se ne rendano conto e non applichino vecchie regole a processi nuovi”.
Del resto basta guardare a qualche dato per accorgersi che i confini del “nuovo mondo” si stanno già delineando: secondo quanto riporta il sito web Re/code, oltre 2.500 istituti di credito negli Stati Uniti supportano già il sistema di pagamenti di Apple, ApplePay. E stando alle stime di Goldman Sachs, i nuovi player tecnologici operativi nel settore dei prestiti, degli investimenti e dei pagamenti online potrebbero “erodere” i ricavi delle banche per 4,7 trilioni di dollari.
Per questo i giganti del settore tech vogliono avere voce in capitolo in questo cambiamento epocale. E questa coalizione potrebbe giocare anche a favore degli utenti, visti gli obiettivi di democratizzazione dei servizi finanziari dichiarati dai fondatori.