Il 26 febbraio 2015 ho avuto il piacere di partecipare a SmartMoney, la community italiana del Fintech. Si trattava del secondo di una serie di appuntamenti mensili organizzati da CheBanca! e SmartMoney di StartupItalia, la prima testata italiana sulla scena Fintech.
AdviseOnly ha partecipato in forze all’incontro. Con me c’era il presidente Serena Torielli e la responsabile sales Vanessa Nardone. SmartMoney è stato l’occasione per incontrare e ascoltare gli interventi del digital champion Riccardo Luna, del general manager di CheBanca! Roberto Ferrari e di Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del presidente del Consiglio.
Il bello di questi appuntamenti è il fatto che gli ospiti partecipano in modo attivo, con domande e interventi in uno stile molto orizzontale, quasi web direi, che permette a tutti di far sentire la propria voce.
In particolare ci ha colpito l’intervento di Jacopo Vanetti (nella foto), un ventisettenne molto proattivo che ha fondato Jusp, un’azienda dinamica e innovativa che intende rivoluzionare il mondo dei pagamenti con carta presso gli esercizi commerciali. Come? Lo scoprirete tra poche righe.
A fine incontro, infatti, io e Vanessa – entusiasti di quanto avevano ascoltato – abbiamo proposto a Jacopo un’intervista. Tre domande a testa per far conoscere, anche ai nostri lettori, un’esperienza fintech tutta made in Italy.
Jacopo hai 27 anni e hai già fondato due società. Immagino che il primo stage tu lo abbia fatto alla scuola materna… a parte gli scherzi, qual è la tua formazione?
Quando hai iniziato a pensare di fondare un’azienda e perché?
Tutto parte dalla mia passione per la programmazione. Ho iniziato quando avevo 9-10 anni in modo totalmente spontaneo.
Da ragazzo navigavo su internet per svago, un giorno un virus si insinuò nel mio computer e diventò inservibile. Il fatto che qualcuno, a distanza, avesse il “potere” di bloccarmi l’accesso alla rete, accese qualcosa nella mia testa. Chiesi a mia madre di accompagnarmi in libreria e comprai 4-5 libroni di programmazione. Questa scelta colpì molto la libraia che mi chiese: “Sei sicuro che vuoi comprare questi? Sono testi per studenti universitari…”.
Sono cresciuto come sviluppatore, senza pensare al business. Era solo una passione che coltivavo notte e giorno. A 13 anni ho pubblicato il mio primo sito web. Al primo anno di scuola superiore ho creato il mio primo social network, doppiad.com, che in tre mesi aveva raggiunto 2.100 iscritti. Per me era solo un test, non ne avevo capito l’enorme potenziale.
Sono sempre stato affascinato dai sistemi di sicurezza e a 17 anni ho avuto l’opportunità di partecipare al CTF (Capture The Flag), il campionato mondiale di hacking, organizzato da alcune università americane. Sono arrivato terzo. Nel frattempo, lavoravo come freelance per diverse aziende di software.
A 20 anni, mentre frequentavo il corso di Ingegneria Informatica presso il Politecnico di Milano, ho aperto la mia prima società: Jc Studio Srl, una software house che mi ha permesso di arrivare a clienti importanti. Tre anni dopo ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di innovativo nel settore dei pagamenti, e così è nata Jusp.
Jusp è un mobile POS, ovvero una versione innovativa di quel dispositivo elettronico che ci permette di acquistare con carta di credito e bancomat presso i negozi.
Il tuo prodotto però ha tanti motivi per essere speciale: abbassa molte barriere, è poco costoso, è su mobile. Ti va di raccontare ai nostri lettori di cosa si tratta?
Jusp è un’azienda giovane che vanta il primato di essere stata la prima al mondo ad avere inventato un Mobile POS Chip&Pin.
Ad oggi il Mobile POS di Jusp è il più piccolo al mondo e il meno costoso, pur essendo un prodotto altamente innovativo e 100% made in Italy. La mission di Jusp è fare risparmiare e fornire al piccolo commerciante una piattaforma che semplifichi il suo lavoro quotidiano a 360°: vendita, gestione, marketing e pagamento.
Jusp vuole essere il partner ideale per chiunque voglia aprire un negozio, ma anche per chi già possiede un’attività e desideri ottimizzare la gestione: dal conto di pagamento al gestionale, passando per gli strumenti di analisi e di marketing al cliente.
L’unicità dell’azienda risiede anche nell’aver internalizzato fin dal principio l’intera catena del valore: progettazione e produzione dell’hardware, progettazione e messa in opera del software, vendita ed erogazione del servizio finanziario. È anche grazie a questa caratteristica che abbiamo ricevuto premi e certificazioni a livello internazionale.
L’ambizione che ci anima è quella di dare il nostro contributo nel rappresentare l’eccellenza italiana, facendo quello che ci appassiona.
Anche AdviseOnly è una startup innovativa, sappiamo bene quali sono i problemi nell’operare nel nostro paese (burocrazia, mancanza di capitali, cultura dell’ambiente poco orientata al nuovo e al rischio…).
Ci racconti quali sono state le tue più grandi difficoltà?
Beh, un’azienda digitale in Italia ha soprattutto tre difficoltà.
Raccolta di capitali. Per avviare un’azienda digitale servono capitali e, se il canale di vendita è online, allora servono grandi capitali perché la pubblicità online deve essere massiva e, purtroppo, non costa poco. Trovare finanziamenti oggi in Italia è difficile perché, come saprete, non è certo tempo di vacche grasse e perché gli investitori professionali sono davvero pochi.
Trovare le giuste risorse umane. In Italia profili senior sul digitale quasi non esistono e, quindi, occorre formare le persone. Questo, ovviamente, richiede tempo e investimenti.
Mercato difficile. La popolazione italiana è prevalentemente formata da anziani e questi non amano molto la tecnologia e tutto ciò che è nuovo. Ci vorranno ancora diversi anni per riuscire ad avere un mercato potenziale molto largo e proficuo da colpire.
Jacopo, ho notato che oltre al mobile avete sviluppato un’applicazione per PC Windows, una curiosità: è stata un’idea nata spontaneamente per andare incontro a eventuali esigenze dei clienti o, invece, una risposta a una loro esplicita richiesta?
In percentuale, in quanti preferiscono l’applicazione per PC a quella per mobile?
Quando abbiamo iniziato a vendere il prodotto anche ad aziende di importanti dimensioni ci siamo resi conto che il 90% di esse usa il PC. La strada era obbligata, quindi abbiamo sviluppato l’applicativo su Windows.
L’uso del PC nelle nostre statistiche interne è altissimo… sinceramente non me lo sarei aspettato.
A gennaio avete chiuso un round di finanziamenti e avete in programma di andare all’estero.
Dove pensate di andare e perché?
Sì, ci stiamo preparando per andare all’estero, nel nostro settore ci sono moltissime nazioni non coperte da un servizio come il nostro.
Per questo motivo stiamo pensando di posizionarci sia in paesi europei già coperti ma con un grosso potenziale, sia in paesi come la Turchia, ancora “vergini” nel settore ma che conoscono un uso elevato delle carte di credito.
L’obiettivo è aprire altri 2/3 mercati entro l’anno.
Avete fatto un ottimo lavoro nello sviluppo di una soluzione ad hoc per il settore assicurativo, sarà uno sforzo che replicherete in altri ambiti? Quali sono i settori che potrebbero trarne maggiore beneficio?
La nostra soluzione per le assicurazioni è unica nel mercato, in questo settore non abbiamo concorrenti per ora.
L’unione di un mobile pos e di un applicativo su uno smartphone/tablet apre moltissimi scenari su tutte quelle categorie che fanno operazioni e incassi in mobilità per esempio: trasportatori, delivery food, assicurazioni, promotori finanziari, tentata vendita e molto altro.
Grazie Jacopo, in bocca al lupo!
Massimo Vicari / Marzo 3, 2015
Come è possibile, praticamente, avere in mano il business plan e tutte le informazione per decidere di investirci su?
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giuseppe leozappa / Marzo 3, 2015
Giro la domanda a Jacopo.
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Pasquale / Marzo 4, 2015
Salve, anche io sarei interessato ad investire su Just!
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Jacopo Vanetti / Marzo 4, 2015
Ciao Massimo, piacere di conoscerti.
Vorresti capire se è possibile investire soldi in Jusp?
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Massimo Vicari / Marzo 16, 2015
Ciao, piacere mio. Si, non per me ma potrebbe essere interessante per qualche mio cliente, e volevo capire la fattibilità e modalità dell’operazione
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