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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBorse Europa e USA: una sintesi delle previsioni 2014 e un portafoglio per verificarle

Borse Europa e USA: una sintesi delle previsioni 2014 e un portafoglio per verificarle

Fare previsioni è una cosa molto difficile, specialmente se riguardano il futuro.
Niels Bohr, premio Nobel per la Fisica

Come tutti gli anni, tra dicembre e gennaio, ha luogo il rito della sagra delle previsioni: quasi tutti gli operatori finanziari, dalle grandi banche d’affari ai più oscuri siti di astro-finanza, si lanciano in previsioni sui mercati azionari, sui tassi di cambio, i tassi d’interesse. Di tutto e di più.

I cosiddetti “esperti” spesso amano fare previsioni. Anche se, per ogni standard statistico, i risultati di quest’attività previsiva sono generalmente terribili (leggete qui se volete approfondire l’argomento). Infatti, nonostante si tratti spesso di persone competenti e istruite, difficilmente le previsioni si rivelano migliori di quelle totalmente casuali, come il classico lancio delle freccette o l’estrazione a sorte da parte di uno scimpanzé. Se ciò è vero in gran parte dei campi d’attività umana, lo è particolarmente quando si parla di mercati finanziari. Il motivo è che i mercati, per la loro natura di sistema complesso e instabile, sono dominati dal caso: in fisica si dice che “il rumore domina sul segnale”. Dati e notizie si accavallano velocemente, le circostanze cambiano, le opinioni anche, i prezzi si muovono e fanno cambiare idea alle persone. Fare previsioni in simili frangenti è più che mai difficile.

E infatti, qui in Advise Only, a meno di essere costretti con la pistola alla tempia, evitiamo accuratamente le previsioni puntuali del tipo “l’S&P 500 andrà a X”, “il cambio EUR/USD andrà a Y”. Siamo convinti che si tratti di un esercizio poco fruttuoso.

Quello che ho fatto in questo post è aggregare le previsioni dei principali operatori utilizzando un po’ di sana statistica: infatti, sintetizzare differenti opinioni di solito migliora la qualità dell’output finale e, quantomeno, si ha un’idea chiara delle differenti opinioni.

Ho quindi (pazientemente, grazie all’aiuto di amici e colleghi) raccolto le previsioni in merito ai mercati che più catalizzano l’attenzione degli investitori: azioni USA e azioni Europa, i rendimenti del bond decennale USA e del Bund tedesco, il cambio EUR-USD. Benché fossi fortemente tentato di raccogliere anche le previsioni da siti di astro-finanza e simili, alla fine la ragione ha vinto e mi sono limitato alle principali banche e case d’investimento. Parliamo di una ventina di società, del calibro di  JP Morgan, Goldman Sachs, Nomura, Morgan Stanley, UBS, Barclays, Deutsche Bank, Citigroup, ecc.

Vediamo dunque l’aggregato delle previsioni. Per ogni mercato considerato, il grafico riporta sull’asse orizzontale i possibili valori futuri, mentre su quello verticale una misura della probabilità di accadimento (per essere precisi, è una distribuzione di probabilità stimata con una funzione “Kernel”, ma questo dettaglio tecnico non è fondamentale per leggere i risultati). Nel far ciò ho tenuto conto dell’incertezza delle previsioni:  si ha dunque una gamma di possibili risultati, valutati in modo probabilistico.

Azioni USA (S&P 500): ancora rendimenti positivi

borsa usa

Azioni europee (Euro Stoxx 50): attese di salitaborsa europa

Cambio dollaro-euro: apprezzamento del dollaro

cambio euro-dollaro

Rendimento dei titoli di Stato decennali USA (Treasury): in salita

titolo decennale usa t-bill

Rendimento dei titoli di Stato decennali tedeschi (Bund): anche loro in salita

titolo decennale germania bund

In sintesi, le attese sono per un rendimento positivo delle azioni europee e USA (alle quotazioni odierne, si parla di rendimenti attesi intorno al 7%, in linea con la media storica di lungo periodo), un apprezzamento del dollaro USA (anche se le opinioni qui sono più discordanti) e un rialzo dei tassi d’interesse a lungo termine tutto sommato modesto, sia negli USA che in Germania. Si conferma l’idea che quest’anno le azioni abbiano migliori prospettive rispetto alle obbligazioni.

Ho pensato di creare un portafoglio che alloca le risorse in base alle previsioni degli operatori: si chiama Consensus. Volendo, per la sua semplicità, questo portafoglio si presta anche ad un investimento graduale tramite PAC. Potete analizzarlo, seguirlo per vedere se (nei fatti) queste previsioni hanno senso oppure no  e, nel caso, copiarlo e farlo vostro.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Per il pac c’è sempre il problema dei minimi commissionali, però… Ipotizzando anche un versamento di 1000 € (non banale e non alla portata di tutti) ed utilizzando pure una banca online (quindi con commissioni ridotte) rinunciamo da subito all’1,50% di rendimento…

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      Dipende dalla banca. Ci sono banche che hanno attualmente zero costi d’ingresso e sottoscrizione (proprio oggi guardavo il sito di CheBanca! Ma ci sono anche altri intermediari). Magari occorre sostituire il portafoglio in ETF con un portafoglio in fondi (io l’ho proposto in ETF perché il focus è sull’asset allocation, ma vi sono ottimi fondi con costi commissionali abbordabilissimi).

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        Ciao Raffaele,
        riusciresti a dirci anche i nomi di tali fondi?
        Grazie ed ottimo articolo

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          Grazie per l’pprezzamento. Per i fondi, ti consiglio di guardare la risposta appena sopra questo commento.

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        In questo caso, secondo me, doppio problema. Se anche riesco ad annullare le commissioni di sottoscrizione (a questo proposito interessanti i supermercati di fondi come Online Sim o Fundstore) comunque avrò dei diritti fissi ineliminabili (10/30 euro a versamento) e, soprattutto, dei minimi di entrata da rispettare (1000 euro ma anche più a comparto)…

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    malgrado fare previsioni sia difficile e malgrado siano in molti a sbagliare e pochi a prenderci (e non sono sempre gli stessi ma ogni volta sono idolatrati…), qualsiasi azione i cui effetti (incerti) si avranno nel futuro deve basarsi su una qualche previsione o aspettativa, volendo escludere lo scimpanzè che decide per noi cosa fare…quindi anche costruire portafogli richiede una qualche previsione, puntuale o intervallare, quantitativa o qualitativa…oppure, si generaro tanti portafogli, ognuno buono per un qualche scenario e alla fine ce ne sarà sempre uno che sarà andato bene ma purtroppo quello che conta è se quel portafoglio è stato preferito exante ai rimanenti

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      Verissimo, hai colto il punto. Nel momento in cui si prende una decisione d’investimento, anche quando è totalmente “risk-based” (es. portafogli a massima diversificazione del rischio o a minimo rischio, ecc), si sta ipotizzando uno scenario di mercato, esplicitamente o implicitamente. Ma in questi casi, hai una gamma di possibili risultati con una probabilità attaccata a cisacuno di essi (stimata quantitativamente, qualitativamente o anche solo abbozzata nella testa del decisore).

      Il mio punto, però, è evitare le previsoni puntuali, del tipo “l’oro sarà a quota xyz”. L’analisi di scenario è ineludibile ed è il nocciolo della faccenda, sia quando si prendono decisioni di portafoglio, sia quando si gestiscono i rischi.

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