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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOInvestire nei Paesi Emergenti: è il momento giusto? E in quali Paesi? Rispondiamo con un grafico

Investire nei Paesi Emergenti: è il momento giusto? E in quali Paesi? Rispondiamo con un grafico

Come avrete notato dal nostro documento mensile di asset allocation, siamo complessivamente neutrali nei confronti delle azioni dei Paesi Emergenti. In altre parole, preferiamo aspettare e vedere cosa succede (il classico “wait and see”) prima di aumentare l’esposizione in questa asset class nei portafogli che proponiamo gratuitamente nella sezione del sito “Portafoglo Express” (per poter fruire delle nostre idee di investimento, basta iscriversi al sito).

Come abbiamo più volte scritto su questo blog, le attuali valutazioni delle azioni dei Paesi Emergenti offrono un buon punto d’entrata in ottica di lungo periodo ma, nonostante i recenti avvenimenti elezioni tedesche, posticipo del Tapering e rally della valute dei Paesi in via di sviluppo), il nostro giudizio non è cambiato ed i rischi che avevamo individuato sono ancora tutti lì.

Ciò detto, ci pare opportuno fare alcune distinzioni tra i vari Paesi. È lecito chiedersi: quali  sono i mercati che offrono i migliori rendimenti, tenuto conto del livello di rischio?

Per rispondere a questa domanda, abbiamo messo a confronto due grandezze in grado di sintetizzare le opportunità di mercato, in termini di rischio a breve termine d’un Paese e di “valore.

Più in dettaglio, per quanto riguarda il rischio a breve termine, abbiamo preso in considerazione due elementi chiave (ma non per questo esaustivi) che possono alimentare la paura di una crisi finanziaria: il saldo delle partite correnti e il deficit pubblico. Abbiamo inoltre tenuto conto della consistenza delle riserve in valuta estera, un significativo deterrente nello scongiurare massicci deprezzamenti della moneta in mano alle Banche Centrali.

Per sintetizzare il “valore”, invece, abbiamo calcolato uno z-score, che consente di aggregare metriche di valutazione eterogenee come P/Book, P/E e dividend yield, che riteniamo importanti ed affidabili (o meglio lo ritengono diverso studi accademici e la prassi professionale).

Cosa ci dice il grafico?

 Clicca per ingrandireinvestire paesi emergenti. quali?

Nota: il saldo delle partite correnti (% PIL), il deficit pubblico (% PIL) e le riserve in valuta estera (numero di volte sulle importazioni) sono state considerate in valore assoluto e poi messe a confronto tramite uno z-score (che consente di aggregare grandezze etrogenee). La somma degli z-score dà il risultato finale: l’indice di rischio. Quando esso risulta inferiore a zero, il profilo di rischio è alto. Al contrario, quando è superiore a zero, è basso.

Fonte dati: partite correnti (% PIL) e deficit pubblico (%PIL) – IMF, previsioni 2013; riserve in valuta estera (numero di volte sulle importazioni), Bloomberg, ultimo dato luglio 2013.

Il grafico mostra che le attuali valutazioni dei Paesi Emergenti sono per lo più inferiori alla media di lungo periodo e che quindi molti indici azionari di tali Paesi sono scambiati a “sconto”. Tuttavia, in relativo, i mercati veramente interessanti sono pochi (e si trovano nel quadrante in alto a sinistra): Cina, Perù, Malesia, Brasile, Russia e Ungheria.

Anche nel quadrante di destra (in alto) ci sono dei Paesi con interessanti valutazioni, come la Repubblica Ceca o il Marocco, ma occorre essere consapevoli dei rischi a cui si va incontro (visto l’alto grado di indebitamento sono in relativo Paesi più vulnerabili).

Infine, nei quadranti in basso si trovano quei mercati con valutazioni poco interessanti (Tailandia, Filippine e Sud Corea) e, in alcuni casi, anche decisamente più rischiosi (Sud Africa, Messico, Indonesia).

In conclusione, può essere un buon momento per investire nei Paesi Emergenti ma molto dipende dal vostro profilo di rischio. In ogni caso è preferibile continuare ad essere selettivi.

Per conoscere il tuo profilo di rischio e quindi le tue caratteristiche di investitore, ti consigliamo di rispondere al Test del DNA finanziario, servizio offerto gratuitamente da Advise Only.

Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

Ultimi commenti
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    L’indice di rischio proposto nell’articolo può essere utile anche per valutare le obbligazioni dei paesi emergenti?

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      Direi di si. Anche se forse implementerei l’indice con altri fattori di rischio (esempio debito pubblico/PIL). Io ho preso in considerazioni solo alcuni fattori di breve periodo, perché come avevo scritto in un post precedente i mercati hanno penalizzato maggiormente quei Paesi in deficit e con un saldo delle partite correnti negativo, e non penso che lo scenario sia diverso.

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