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Riassunto mensile di marzo: felicità a momenti e inflazione incerta

Un po’ di qua, un po’ di là. I mercati durante il mese di marzo hanno mantenuto un loro equilibrio, stretti da due forze contrapposte che però si sono controbilanciate. Da un lato, il contesto macroeconomico che comincia a essere favorevole, con il progressivo avanzamento delle campagne vaccinali in Paesi chiave come Stati Uniti e Gran Bretagna.

Dall’altro, i persistenti timori per un rialzo dell’inflazione più impetuoso del previsto, che potrebbe indurre le banche centrali a ridurre la portata dei loro stimoli monetari.

Si è dunque andati avanti così, in un mese contraddistinto peraltro da eventi singolari come la vicenda legata alla nave Evergiven, che ha bloccato i traffici commerciali per giorni sul canale di Suez.

 

I fatti salienti di marzo

Per descrivere marzo vale forse la pena di partire dal fondo, in particolare dagli ultimi giorni del mese. Quando è arrivato l’annuncio del maxipiano dell’amministrazione Biden da 2.000 miliardi di dollari, un bazooka destinato a investimenti pubblici che si riverserà su ricostruzione e modernizzazione delle infrastrutture, nuova politica industriale all’insegna delle tecnologie avanzate, sostenibilità ed energie rinnovabili.

Un piano che sarà finanziato anche con l’aumento della pressione fiscale, soprattutto su grandi aziende, multinazionali e persone benestanti con redditi superiori a 400mila dollari.

La Fed, dal canto suo, ha rivisto al rialzo le stime sul PIL statunitense: +6,5% per quest’anno. L’inflazione salirà al 2,4% nel 2021, prima di tornare a rallentare nel 2022. Per il momento la politica monetaria è rimasta invariata e i tassi dovrebbero rimanere fermi almeno fino al 2023.

Anche la BCE ha leggermente ritoccato al rialzo le stime di crescita dell’Eurozona, al +4% dal +3,9% per quest’anno, e previsto mezzo punto d’inflazione in più (1,5%) per il 2021. Come da previsione, i tassi non sono stati toccati e l’istituto centrale ha detto di voler effettuare gli acquisti del programma per l’emergenza pandemica (PEPP) a un ritmo più elevato nel prossimo trimestre. Il PEPP rimane a 1.850 miliardi di euro, con un orizzonte fissato fino a marzo 2022.

Nel frattempo, in Europa la situazione Covid-19 non accenna a migliorare in molti Paesi. Il motivo è l’andamento lento della campagna vaccinale, che ha costretto diversi Stati, come l’Italia, a stringere nuovamente il laccio delle misure di contenimento. Il rischio, quindi, è che la vera svolta venga posticipata a maggio.

Intanto, l’economia cinese sembra conoscere una fase di rallentamento. L’indice PMI manifatturiero ha tirato il fiato, insieme alla crescita del credito e al traffico di merci. Ciò significa, come sostengono gli analisti di Danske Bank, che anche la crescita potrebbe essere inferiore e attestarsi intorno a un 5,5% a fine anno.

Un fatto inedito che ha occupato le pagine dei giornali per diversi giorni è stato quello dalla nave per trasporto merci Evergiven: per un misto di cause climatiche ed errori umani, si è messa di traverso lungo il canale di Suez, bloccando per giorni il traffico delle merci lungo questa rotta, una delle più importanti al mondo.

 

 

Come si sono mossi i mercati

Il mese di marzo è stato caratterizzato dall’andamento positivo dei principali mercati azionari del pianeta. Nonostante le incognite legate ai vaccini, con il momentaneo stop a quello di AstraZeneca in Europa, il Dax e Wall Street sono arrivati a toccare nuovi massimi sull’onda dell’entusiasmo per il maxipiano d’investimenti dell’amministrazione Biden e dell’annuncio della BCE del rafforzamento del PEPP.

In Asia, anche l’indice Nikkei in Giappone e il Ftse China A 50 hanno conosciuto un nuovo rally nella seconda parte del mese di marzo.

Per quanto riguarda l’obbligazionario, i timori di un imminente balzo dell’inflazione (con conseguente irrigidimento delle politiche delle banche centrali) hanno portato a un rialzo dei rendimenti reali.

Il prezzo dell’oro ha subito una certa pressione legata al rialzo dei rendimenti dei Treasury USA finendo sotto quota 1.700 dollari l’oncia negli ultimi giorni del mese, per poi conoscere una nuova ascesa nei primi giorni di aprile.

Intanto, sul fronte valute, ha movimentato le cronache finanziarie il crollo della lira turca dopo la sostituzione del banchiere centrale da parte del presidente Erdogan: la valuta ha tuttavia recuperato. Si segnala, inoltre, la rimonta del dollaro USA sull’euro: se a inizio mese ci volevano 1,20 dollari USA per assicurarsi un euro, in seguito il valore del cambio è sceso a 1,17. In salita anche la sterlina britannica rispetto alla moneta unica.

Le quotazioni del petrolio sono salite a marzo fino a 70 dollari, prima di assestarsi intorno ai 64. Un prezzo non elevatissimo, ma di sicuro degno di nota dopo che appena un anno fa, in aprile, i prezzi del WTI erano arrivati addirittura in territorio negativo.

 

Cosa prevede l’agenda di aprile?

Alla luce della reazione che ha suscitato l’annuncio del piano Biden, in Europa monta l’attesa per conoscere i contorni del Recovery Plan. I Paesi UE, tra cui l’Italia, hanno tempo fino al 30 aprile per sottoporre il loro piano d’investimenti al vaglio dell’Europa.

Per il mese di aprile, inoltre, è atteso l’arrivo del vaccino monodose di Johnson&Johnson. Un evento che potrebbe comportare un’accelerazione decisiva della campagna vaccinale in Italia e in Europa. Accanto a quello delle vaccinazioni, un fattore che resta da monitorare è quello della comparsa e della circolazione delle varianti del SARS-CoV-2.

Motivo d’interesse per gli investitori sarà infine l’apertura della nuova stagione delle trimestrali statunitensi, attesa per la fine del mese di aprile
 


 

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