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Stop al trading di opzioni binarie per i piccoli risparmiatori

ESMA ha messo fine al trading di opzioni binarie per i piccoli risparmiatori

Ciurma sono tornato. Giusto per dirvi che in questo pazzo mondo, di tanto in tanto, appaiono sprazzi di raziocinio. Questa volta lo sprazzo arriva dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (in breve: ESMA) e si sostanzia come segue:

  • divieto di commercializzazione, distribuzione o vendita delle opzioni binarie agli investitori retail (cioè i risparmiatori);
  • limiti sostanziali alla commercializzazione, distribuzione o vendita dei Contratti per Differenze (o CFD), sempre agli investitori retail; in particolare è stato sensibilmente limitato l’uso della leva finanziaria.

Le misure sono valide all’interno dei singoli Paesi UE, ma ad oggi sono temporanee; entro la fine del trimestre, l’ESMA valuterà la necessità di prorogarle.

I particolari dell’intervento sono sintetizzati nel comunicato stampa dell’ESMA1 e nel documento integrale del provvedimento2.

Qui si concentra sulla sostanza del provvedimento: opzioni binarie e CFD sono considerati troppo pericolosi per i piccoli investitori e sono bannati o limitati in modo significativo.

Ad essere del tutto onesti, per i piccoli risparmiatori e trader delle domenica le opzioni binarie e i CFD, più che pericolosi, sono volti del Male. Il Male vero.

Vi rinfresco la memoria con un piccolo compendio dell’orrore finanziario.

Investire in opzioni binarie

Le opzioni binarie sono strumenti derivati che permettono di fare scommesse secche, puntando sulla direzione del mercato: su o giù. Bianco o nero. Sì o no. Guadagno o perdita. Facile, vero?

Se l’azzeccate guadagnate, sennò perdete. Ma, attenzione, perdete tutto. Fare trading su questi strumenti finanziari è “semplicissimo e facilissimo”, dicono su un innominabile e ignobile sito di trading online. Peccato che le autorità che regolano il mercato abbiano un’opinione assai diversa.

Innanzitutto le opzioni binarie sono strumenti complessi nel senso stretto della normativa finanziaria e hanno, come fa notare l’ESMA nel documento che descrive e motiva il provvedimento2, un “rendimento negativo atteso strutturale”. Il che equivale a dire che siete condannati a perdere i quattrini investiti, se le utilizzate sufficientemente a lungo.

Poi, prosegue l’autorità europea, le opzioni binarie presentano “conflitti d’interesse ingestibili” e “a differenza delle opzioni tradizionali non hanno alcuno scopo di copertura dei rischi finanziari”, bensì “sono intrinsecamente paragonabili al gioco d’azzardo, provocando comportamenti compulsivi”, risultando, in definitiva, “inadatte per gli investitori retail”. Penso che il quadretto sia sufficiente, no?

Investire in CFD

Quanto ai CFD, questi derivati consentono l’uso di leve finanziarie anche pari a 400 (intuitivamente, ciò significa che guadagni e perdite viaggiano 400 volte più veloci dell’indice di Borsa, della divisa o della materia prima sottostante nella quale avete investito – solo questo basterebbe a mettere a fuoco la demenzialità di un investimento retail in questi strumenti).

L’ESMA parla eufemisticamente di “effetto leva eccessivo”, ma praticamente succede che se le cose si mettono male le perdite viaggiano a velocità supersonica, azzerando il vostro capitale in un attimo. Inoltre “il pricing, le modalità di trading e il regolamento di questi prodotti non è standardizzato, rendendo difficile per l’investitore retail capire realmente il prodotto”. Senza dimenticare che “i costi applicabili al trading di CFD possono essere scarsamente trasparenti”. Non lo dico io. Lo dice, ancora una volta, l’ESMA.

Trading online per tutti

La pubblicità di questo tipo di strumenti è all’insegna del “trading per tutti”. Il trading è pubblicizzato ovunque: sul web, sui tram, in televisione, sui giornali. Nella pubblicità spesso compaiono attraenti fanciulle dall’aria pura che propongono allo sprovveduto babbione di passaggio di “Cavalcare il mercato in 10 giorni”.

Oppure trovate casalinghe affaccendate e studenti sbarbatelli che asseriscono di essere diventati ricchi con mezz’ora di trading al giorno. Per non parlare dei siti che offrono una presunta formazione in materia, spianando la strada a guadagni da urlo.

La promessa di rendimenti elevati in breve tempo, gnocche stereotipate ammiccanti, piattaforme digitali “facilissime da utilizzare”, tassi di interesse superbassi e scarsa offerta di consulenza al piccolo risparmiatore (eggià, le grandi istituzioni finanziarie puntano ovviamente ai clienti ricchi, dove c’è più ciccia da spolpare), crea una combinazione letale per molti investitori retail.

E così il babbione di turno pensa che la strada per diventare milionario facendo del trading su cose che spesso manco sa pronunciare correttamente sia spianata e in discesa.

Roba da professionisti

Il problema è che CFD e opzioni binarie in realtà sono prodotti utilizzabili in modo appropriato solo dagli investitori istituzionali. Roba da professionisti veri. Che peraltro li utilizzano poco.

La prova della pericolosità di questi strumenti è nei fatti: con il trading gli investitori retail perdono un sacco di soldi e gli unici a guadagnarci sono i siti di trading online. Per loro, i piccoli trader da dopolavoro sono polpa tenera da masticare.

Quindi, se state leggendo e siete trader amatoriali, ricordatevi: siete uccellini che svolazzano in un cielo pieno da falchi. Sardine che nuotano tra squali. Moscerini tra pipistrelli. Ho reso l’idea?

Infatti, numeri ufficiali ESMA alla mano, questi strumenti derivati hanno causato perdite significative per gli investitori europei: il 74-89% dei conti al dettaglio è in perdita sugli investimenti effettuati, con perdite che vanno da 1.600 a 29.000 euro per cliente.

Nella maggioranza dei casi il sogno di vantarsi con gli amici per i guadagni del trading online implode e la realtà consegna invece conti correnti asciugati e liofilizzati. Senza parlare dell’orgoglio sotto la suola delle scarpe.

Normale quindi che le autorità europee abbiano deciso di intervenire a tutela dei risparmiatori incapaci di capire da soli quanto pensare di diventare ricchi nel giro di poche sedute di trading sia un’idiozia totale. Per quanto sia sgradevole dirvelo, la cruda verità è che c’è un problema d’ignoranza finanziaria diffusa – se ne dubitate, per favore leggetetevi questo post sull’imbarazzante cultura economico-finanziaria degli italiani.

Insomma, a mali estremi seguono estremi rimedi: come ad esempio un cartellino rosso nei confronti di strumenti derivati pericolosi per la salute finanziaria dei cittadini europei affetti da dabbenaggine da trading. Il prossimo passo del regulator, a rigore di logica, dovrebbe essere bloccare anche strumenti finanziari che includono opzioni digitali (impacchettandole, “in incognito”, al loro interno): in testa i certificati, strumenti la cui raison d’être è nel migliore dei casi dubbia.

Chissà, forse i regulator stanno cambiando e hanno iniziato davvero a tutelare i risparmiatori, anziché generare solo sterile burocrazia.


1. Comunicato stampa dell’ESMA
2. Documento integrale dell’ESMA

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Ultimi commenti
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    Buongiorno Jack Sparrow,

    il tuo messaggio mi è chiaro e ben recepito.

    Vorrei però chiderti cortesemente se è vero che esistono alcuni (probabilmente pochi e con preparazione seria) Traders, che pur non lavorando nella finanza vera e propria (dipendenti di case di gestione, ecc) riescono comunque a fare trading online da professionista. Penso ad esempio ai famosi siti E-Toro, oppure Plus 500 tanto per citarne alcune, o piattaforme di banche, ecc.

    Cioè vorrei capire se guadagnare col trading online è possibile ma difficile o se è sempre e comunque una fregatura?

    Grazie in anticipo

    • Avatar

      Buongiorno Carlo,
      Possibile ma difficile e improbabile.
      Grazie

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