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Ecco il DEF e la spending review di Renzi: cosa cambia per i risparmiatori

Dopo giorni di attesa e le voci più disparate sul DEF e sulla “spending review” del Governo Renzi, finalmente il documento ufficiale è stato approvato.

Come sempre, noi di Advise Only ci asteniamo dai giudizi politici e sintetizziamo la situazione nell’ottica dei risparmiatori.

Partiamo dalla definizione. DEF è l’acronimo di Documento di Economia e Finanza. Rappresenta il piano triennale del Governo ed è la strategia che Renzi intende seguire per continuare il risanamento dei conti pubblici, per rilanciare in modo strutturale il lavoro, l’occupazione, le imprese, con particolare attenzione ai giovani e alle famiglie. Il tutto rispettando le “quadrature” del bilancio statale.

renzi def documento

Il DEF in breve

  • Lo scenario economico di fondo adottato dal Governo prevede una crescita del PIL dello 0,8% nel 2014, più bassa di quella stimata dal Governo Letta, ma più alta di quella fissata dalle principali organizzazioni internazionali. Il rapporto deficit/PIL è del 2,6% e si dovrebbe ridurre allo 0,9% nel 2018. Si prevede una crescita dell’economia italiana pari al +1,3% nel 2015, +1,6% nel 2016, +1,8% nel 2017 e +1,9% nel 2017 (piccola digressione da statistico: wow, un’estrapolazione lineare!). Ritmi da Paese ottuagenario, insomma, ma almeno sono numeri abbastanza credibili.
  • Confermato il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale, con riduzione dell’IRPEF per circa 10 milioni di cittadini italiani. Il Governo afferma di avere le coperture, che per il 2014 verranno per 4,5 miliardi dalla “spending review” e per 2,2 dall’incremento del gettito Iva con il pagamento dei debiti da parte della pubblica amministrazione, oltre che dall’aumento della tassazione sulle plusvalenze delle quote Banca d’Italia, dal 12% al 26%. “Pagheranno le banche”, ha infatti commentato Renzi.
  • I tagli principali riguardano le retribuzioni dei dirigenti statali (e assimilabili), la spesa della pubblica amministrazione per l’acquisto di beni e servizi (auto blu incluse), le spese dei ministeri, compresa la Sanità (ma evitando tagli lineari).
  • Per quanto riguarda le entrate, il Governo Renzi punta all’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie portate al 26%, nonché sulle privatizzazioni di aziende pubbliche, Poste Italiane ed Enav in primis.
  • Ridotta l’IRAP per le aziende.

Non scendiamo nei particolari del DEF, che trovate qui. Ci concentriamo piuttosto sul suo impatto sui risparmiatori. 

L’impatto sui risparmiatori

Ipotizzando che vi sia il beneplacito della Commissione Europea sul DEF, questi sono gli impatti di breve e medio termine.

  • Il più immediato è una maggiore tassazione dei risparmi dal 1° luglio. Infatti, considerando l’imposta di bollo dello 0,2% annuo, la pressione fiscale sui risparmi media arriva al 36%, se si escludono i titoli di Stato. Ciò riequilibra il differenziale di tassazione tra redditi da lavoro e redditi finanziari e introduce una distorsione (riteniamo non forte) nei criteri di scelta di portafoglio, in quanto favorisce le obbligazioni governative come BTP, BOT, CCT e CTZ.
  • Poi c’è la riduzione del cuneo fiscale, che comporta un maggior reddito, pari a circa 80 euro al mese, per i cittadini e le famiglie che rientrano tra i criteri di ammissibilità.
  • Tra gli impatti indiretti, c’è l’implicita accettazione del DEF dei mercati con un silenzio-assenso, che si riflette stamattina in uno spread BTP-Bund stabile rispetto ai giorni scorsi e quindi su livelli bassi, pari a 165 punti base. Per la serie “nessuna nuova, buona nuova”, ancora una volta i mercati ignorano la politica italiana (il che è di per sé una buona notizia).
  • Nel medio-lungo termine, resta da vedere se questo piano sarà in grado di aiutare la rigenerazione dell’economia italiana: con un’inflazione sotto controllo, la sostenibilità del debito pubblico è legata alla crescita economica. Alla fin della fiera, per quanto alcune misure appaiano coraggiose, i provvedimenti del DEF sono gocce nel mare dei problemi del Paese. Ma da qualche parte occorre cominciare.

Cosa fare con i vostri risparmi?

Tranquilli, non ci sono cambiamenti trascendentali. Non è certo il caso di stravolgere i portafogli e acquistare solo titoli di Stato italiani per via dell’aumentato differenziale fiscale  (salvo casi particolari). Né sono cambiate in modo drastico le prospettive delle obbligazioni e delle azioni italiane. Vi sono solo aggiustamenti al margine.

Continuate a seguirci: nei portafogli che vi proponiamo, da Portafoglio Express ai portafogli anti-crisi, ai portafogli-obiettivo, come Obiettivo Pensione, Obiettivo Figli, Obiettivo Rendita (e altri che vi invitiamo a scoprire sul sito), oppure i tematici come Etico e Obiettivo 2033, noi soppesiamo le prospettive di lungo termine delle asset class, i rischi finanziari, gli aspetti fiscali e cerchiamo di fare del nostro meglio per confezionare portafogli con un’asset allocation prudente.

Cosa ci rende davvero diversi da tutti gli altri attori del mondo del risparmio? L’attenzione ai costi, perchè per noi è fondamentale condividere idee di investimento che possono essere replicate da un ampio pubblico di risparmiatori.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Per ora è meno peggio di quel che immaginavo. Vedremo.

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      I vincoli sono molti, il compromesso è necessario, le lacune una conseguenza inevitabile. Ma almeno ha fatto qualcosa per accrescere la sua leadership. Il Paese necessita di leadership.

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