La Grecia è tornata al voto ed il risultato delle elezioni attribuiscono nuovamente la guida del Paese al partito di sinistra Syriza.
Dopo aver siglato un “costoso” piano di aiuti con la Commissione europea, Alex Tsipras, leader di Syriza, ha vinto per la seconda volta in otto mesi la sua battaglia politica conquistando il 35,5% dei voti contro il 28% dei rivali di centro destra Nuova Democrazia.
La leadership di Syriza è netta ma non sufficiente per governare. Con 145 seggi su 300 disponibili, Alexis Tsipras ha bisogno di trovare un alleato di governo che gli permetta di raggiungere la maggioranza e portare avanti l’ingente piano di riforme previsto dal memorandum.
Da quello che emerge dalle prime dichiarazioni l’ipotesi più probabile è che Syriza stringa un’alleanza con il Partito d’indipendenza greco Anel (già allenato nel primo governo) che gli permetterebbe di controllare 155 seggi su 300, meno dei 162 seggi di gennaio.
Qual è la situazione della Grecia
La situazione economica in Grecia rimane pesante: il tasso di disoccupazione è fermo al 25,2%, il PIL è sotto il livello pre-crisi del 25% e per gli economisti (Bloomberg) l’economia dovrebbe contrarsi ancora del -1,4% nel 2015, senza dimenticare che sul Paese gravano controlli di capitale.
Il prestito di €86 miliardi dovrebbe garantire una certa stabilità finanziaria al prossimo governo, che tuttavia deve far fronte a difficili decisioni politiche: ricapitalizzare le banche, rispettare i vincoli di bilancio, istituire il fondo per la vendita degli attivi di Stato (privatizzazioni) e portare avanti il piano di riforme del memorandum che prevede tagli di spesa e aumenti di tasse.
Un compito difficile per un governo con potenzialmente ha un margine di soli 4 seggi sull’opposizione.
Cosa cambia per il tuo portafoglio
Per quanto riguarda lo scenario dei rischi da monitorare, non cambia nulla. Con la firma del memorandum i mercati hanno allentato la pressione sulla Grecia e il rischio Grexit appare fortemente diminuito nelle quotazioni dei CDS e delle obbligazioni. L’esito delle elezioni ha ribadito la volontà politica del Paese di rimanere nell’euro e di rispettare gli impegni presi con i creditori.
In ogni caso, con un rapporto debito/PIL intorno al 175%, un’economia tutt’altro che in ripresa e un memorandum fondato sull’austerity, la situazione del Paese rimane incerta, e questa incertezza si riflette sulla zona euro che, nonostante lo scudo della BCE, deve ancora dimostrare di aver superato definitivamente la crisi.