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Guerra e oltre: le 5 tendenze che muoveranno l’economia globale

Il mondo è a una svolta. In più di un senso. A scriverlo, in un recente report, sono gli analisti della banca danese Danske Bank. Secondo i quali “la guerra in Ucraina ha reso evidente il fatto che stiamo assistendo alla fine di un’era lunga e pacifica, in cui si pensava che legami economici più forti riducessero il rischio di conflitti”. Un’idea, questa, che è anche alla base dell’Unione europea.

E anche se è troppo presto per valutare quale sarà l’esito a lungo termine della guerra in Ucraina, proseguono gli analisti, sono in atto alcune tendenze che sembrano abbastanza evidenti, a prescindere dagli esiti del complicato – e drammatico – scenario geopolitico che si è aperto al centro del Vecchio Continente.

Che si stia entrando in un periodo di guerra fredda, di guerra calda o di qualcos’altro di meno grave, secondo il punto di vista degli analisti della Danske Bank alcune tendenze sembrano certe, “per quanto molte delle loro ripercussioni e delle loro dimensioni rimangano incerte”.

 

Le 5 tendenze che muoveranno l’economia

Quali sono queste tendenze? Nel recente documento, gli analisti ne mettono in evidenza cinque. Cinque trend, quindi, che potrebbero guidare l’economia globale nei prossimi cinque-dieci anni. Li sintetizziamo qui di seguito.

  1. Un mondo più frammentato, un Occidente più coeso e un’Unione europea più integrata, con responsabilità condivise più ampie e un’economia più competitiva.
  2. Un incremento della spesa pubblica destinata alla difesa e alla transizione verde in Europa.
  3. Un rapido invecchiamento della forza lavoro nei Paesi sviluppati.
  4. Una sempre maggior complessità delle questioni ESG, con l’ascesa dei fattori “S” e “G”, accompagnata dalla persistente enfasi sulla “E” di environmental (ambiente).
  5. Un percorso di de-globalizzazione, che porterà pressioni più persistenti sui prezzi, costringendo le banche centrali a tornare ai loro mandati originali (che prevedono, appunto, la stabilità dei prezzi).

Si tratta di tendenze spesso interconnesse, e in ogni caso i loro esiti possono variare a seconda degli sviluppi sul fronte geopolitico.
 

 

Difesa, green, de-globalizzazione: svolta in corso

“La guerra in Ucraina sta portando a un aumento degli investimenti nella difesa e nella transizione verde, mentre è quasi certo che ci porterà a un mondo più diviso e attraversato da rivalità più accentuate, con la minaccia più intensa di sanzioni e la possibilità di una guerra a tutti gli effetti”, sottolineano gli analisti di Danske Bank. Poi ci sono i mercati del lavoro e le catene di approvvigionamento, i quali sono stati – e saranno in futuro – colpiti tanto dalla pandemia quanto dalla guerra.

E intanto, anche le sfide che riguardano la sostenibilità stanno diventando ben più complesse, alla luce dei rischi ambientali, sociali e di governance connessi all’operare in Paesi gestiti da regimi autoritari. Rischi che sono emersi e stanno emergendo in tutta la loro evidenza.

Quanto al percorso di de-globalizzazione, c’è un grafico proposto dagli analisti di Danske Bank che mostra come la crescita del commercio globale di beni e servizi abbia già subito una battuta d’arresto.
 

 
Sia come sia, le questioni ambientali, concludono gli esperti di Danske Bank, rimarranno in cima all’agenda della politica. Non c’è alternativa, dopotutto. Ma per realizzare soluzioni di contrasto al riscaldamento globale e di preservazione dell’ambiente servono materie prime. La domanda aumenterà. Però il punto è proprio questo: e cioè che bisognerà vedere come si comporterà l’offerta in un contesto in cui l’armonia “interessata” degli anni d’oro della globalizzazione è destinata quanto meno a sbiadire. Non a caso, c’è già chi parla di “greenflation”. Ma ci torneremo.

 


 

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

Ultimo commento
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    Pianteremo grano nei giardini di casa, ci riscalderemo con la “cacca” e ci puliremo con la carta ..moneta. Se qualcuno deve fare dei sacrifici , mettete in prima lista coloro che sostengono le speculazioni finanziarie, quelli che per secoli hanno sfruttato e guadagnato senza sudare del proprio lavoro. Questo mondo di speculatori che vivono e credono nel dio danaro, gli speculatori, i portatori di borse piene di nulla non servono agli altri ma a loro stessi ed ai loro mandatari. Siamo sicuramente ad una svolta, serve responsabilità e per primi sono i politici che nulla fanno per il bene dei loro popoli. Secondi in lista sono i risparmi, non solo in danaro ma in solido, il “riciclo” deve essere una la nuova forma di vita. Il mondo deve vivere ed i suoi abitanti lo chiedono. Dignità e comprensione. Ad oggi l’essere umano si è comportato come una bestia, chi con una tuta da lavoro e chi con giacca e cravatta. Smettiamo di sfruttare i popoli poveri, abbandoniamo le colonie, il potere e la supremazia fra stati. Serve umanità e intelligenza.

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