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Stare alla larga dai criptotrader di Bitcoin

Non vi sarà sfuggito come Bitcoin (ndr: il discorso si estende alle altre criptovalute) abbia preso una legnata memorabile, passando da 15.625 euro a 3.145 euro in circa un anno. In questa transizione di valore, pari al -80%, molti fenomenali trader del dopolavoro si sono fatti parecchio male.

Con la debolezza delle Borse e le scarse prospettive delle obbligazioni, nel 2018 in molti hanno iniziato a dire che Bitcoin poteva essere il nuovo “safe asset”, il nuovo oro, il porto sicuro. Il problema è che da agosto a oggi Bitcoin ha perso il 45% circa del suo valore.

 

chart created with amCharts | amCharts

 

Ecco, visto il tracollo della madre di tutte le criptovalute, io francamente pensavo fosse calata una pietra tombale su tutte le iniziative di trading digitale volte ad attrarre sprovveduti individui verso miracolosi guadagni destinati a non arrivare mai. Mi dicevo: avranno capito, no?

Mi sbagliavo. Non avevano capito un tubazzo.

 

Vita da nababbo con il criptotrading

Proprio il modesto valore di Bitcoin, accompagnato dall’idea che il suo prezzo non possa far altro che salire nel lungo termine perché l’offerta della criptovaluta è limitata (ok, ma la domanda di Bitcoin? dov’è tutta ‘sta domanda di Bitcoin??? Perché il prezzo, scusate se sommessamente lo rammento, si forma dall’incontro di domanda e offerta), ha dato nuova linfa alla cialtroneria dei siti di criptotrading. Siti che si aggrappano alle pulsioni compulsive da trader di individui la cui ingenuità è superata solo dall’avidità.

Prendete il gruppo Crypto Trader. Scoprire questo sito in un giorno oltremodo noioso per me è stato come vedere un raggio di sole filtrare tra i rami e illuminare l’aria tersa: era un po’ che non vedevo simili ammassi di baggianate. Le spassose facezie distribuite a grumi sulle pagine di questo sito, se prese con lo spirito giusto, fanno più ridere dei buffi video di cani e gatti che diventano virali sui social.

 

 

Capisci qual è il livello sin dall’inizio, cioè dalla home del sito, che non vi linko qui perché non voglio convogliare traffico su questa roba (in realtà se davvero siete morsi dalla curiosità potete trovare tutti i link nelle note a piè pagina. A vostro rischio e pericolo:

 

Molte persone si stanno arricchendo grazie al Crypto. E tu puoi diventare il prossimo milionario.

 

In rosso fuoco (giustamente), compare la scritta:

 

Attenzione: A causa dell’elevato numero di domande ricevute, chiuderemo presto la registrazione il 22/1/2019 – Affrettati

 

Superfluo dire che la data cambia ogni giorno.

Poi ci sono le testimonianze degli investitori. Bellissime. Tipo queste:

 

 

Mi sono preso la briga di fare qualche piccola verifica sui questi personaggi che ora farebbero una vita da nababbo.

Per esempio, l’ottima Paola J. di Firenze forse ha finito di festeggiare in Sardegna, come riportato sul sito dei Crypto Trader, rimediando pure qualche problema con la sua chioma bruna, visto che la trovate su un sito californiano di cura dell’alopecia2, come potete vedere dallo screenshot.

 

 

Poi c’è Carlo K. di Roma, che ora sì, sarà anche un nababbo, ma intanto – vedi il prossimo screenshot – compare sul sito di un rivenditore online di occhiali.

 

 

E via dicendo. Sono verifiche che chiunque può fare, e che rivelano con una certa chiarezza – qualora ve ne fosse bisogno – il livello di cialtroneria di certi siti.

Tra le FAQ, poi, compaiono domande e risposte come:

 

“Quali risultati posso aspettarmi? Gli iscritti a Crypto Trader guadagnano normalmente almeno €1,300 al giorno.”

 

“Quante ore al giorno dovrei lavorare? I nostri iscritti lavorano in media 20 minuti al giorno o anche meno. Ciò dipende dal fatto che il sistema esegue in automatico tutte le operazioni per cui il “lavoro” da fare è minimo.”

 

Facendo un rapido calcolo, 1.300 euro lavorando “normalmente” 20 minuti al giorno corrispondono a un salario orario di 3.900 euro, che riportato su base annua fa quasi 8 milioni di euro all’anno. Il tutto con un lavoro “minimo”, è naturale. Molto normale e credibile, giusto?

Basta frugare nelle pieghe del web e lasciarsi cadere a peso morto nelle tenebre della ragione per trovare altri siti così: divertitevi a smanettare con Google e parole chiave come “trading”, “Bitcoin” e roba simile, e sono sicuro che non resterete delusi. Non so bene cosa faccia Consob con questi siti, boh, e mi domando perché siano ancora lì ad attrarre sprovveduti.


 

Un paio di letture serie sul tema Bitcoin:

Financial Brief | Bitcoin: una “moneta” tra mito e realtà
Grafico della settimana: Bitcoin, un tracollo quasi annunciato

 


 

La morale del pirata

Cerchiamo il Tao, la Via, in quest’ammasso di cripto-ciarpame.

  1. Bitcoin è cosa ben diversa dalla tecnologia sottostante, cioè la blockchain, o Distributed Ledger Technology. La tecnologia blockchain ha infatti un grande potenziale – ed è già utilizzata – in aziende e istituzioni varie, pubbliche e private, di tutto il mondo per trasformare e rendere più efficienti i modelli operativi. Bitcoin e le altre criptovalute sono meramente applicazioni della blockchain.
  2. Fare trading su Bitcoin è cosa diversa dall’investire in Bitcoin. In un modo o nell’altro, Bitcoin è un’asset class. Può piacere o meno (e a me non convince, ma è un’opinione personale), può essere giudicata conveniente o meno in termini di valutazioni, può essere valutato eccessivo il suo rischio, oppure no, dipende, ma nel 2019 è certamente un’asset class. Nella quale c’è chi ritiene abbia senso investire. Ma investire non significa fare trading, come su questo blog si è detto trilioni di volte. Invece, questi sitarelli di criptotrading sono della stessa forza di quelli che propongono trading con opzioni binarie, derivati a leva N su divise, e altri mostri analoghi: brutte cose dalle quali stare lontani, che puntano a turlupinare i risparmiatori meno preparati e con un eccesso di avidità e autostima.
  3. Molti penseranno che mi piace “vincere facile”, perché questi siti di criptotrading sono trappole ridicole e a simili panzane credono solo i più sempliciotti, gente alla quale non passa mai per la testa che a rovinarli sia la loro certezza di poter fare soldi in modo facile. Ciò che forse sfugge a molti è che quello dei frequentatori di siti di criptotrading è il livello massimo di stoltezza finanziaria, visibile a (quasi) tutti con chiarezza. Ci sono però livelli assai più subdoli. Pensate per esempio al risparmiatore che chiede di ottenere buone performance senza rischi. Magari con il capitale garantito. Guadagnando quando le Borse salgono, ma senza perdere quando crollano. Oppure a quello che chiede il fondo comune che batte il mercato, quello che deve stare in cima alle classifiche, sempre, quello dell’alfa perenne. Ecco, quel risparmiatore è solo un po’ meno sempliciotto del tapino che casca nelle reti dei turlupinatori da Bitcoin. Perché sì, esistono (per esempio) investimenti che generano guadagni se i mercati salgono e non producono perdite se i mercati scendono: si chiamano opzioni call e spesso vengono infilate in certificati e strutturati vari. Ma hanno un costo. Un costo per la protezione, che impatta sulla redditività con certezza. In molti casi, questo costo viene gonfiato a dismisura da chi vende prodotti strutturati, sfruttando la loro complessità e opacità, sapendo che la vista dei risparmiatori s’annebbia quando c’è in ballo la garanzia sul capitale. Niente offre guadagni senza il giusto contrappeso di rischio, e nessuna protezione dai rischi è gratis. Meditateci su.

 


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