#Disoccupazione in aumento. E che dire del peggioramento della qualità dell’occupazione? @AdviseOnly
— Franco Falso (@frfalso) 17 Marzo 2014
La domanda del nostro follower è tutt’altro che peregrina. Alla vigilia del Primo Maggio (e della partenza della Garanzia Giovani per i NEET fra i 15 e i 29 anni), proveremo a dargli una risposta. Ma prima di analizzare la “qualità” del lavoro in Italia, soffermiamoci sulla sua “quantità”.
La “quantità” di lavoro in Italia
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, recita il primo comma del primo articolo della Costituzione Italiana.
Ma chi lavora in Italia? Poco più della metà della popolazione in età da lavoro. Precisamente: il 55,6%. Lo certificano i dati Istat sul lavoro relativi a marzo rilasciati stamane (in aumento dello 0,2% rispetto a febbraio, ma in calo della stessa misura rispetto allo stesso periodo del 2013). Ad ogni modo, si tratta del primo rialzo del dato dal giugno 2013, che ha permesso al tasso di occupazione di tornare ai livelli del luglio 2013.
Particolarmente penalizzati in termini di occupazione sono le donne e i giovani dai 15 ai 24 anni. Ma bisogna anche segnalare che la maggior parte dei giovani italiani a quell’età sta ancora studiando alle scuole superiori oppure all’università (anche se sono sempre meno gli iscritti). Sempre i giovani sono quelli più soggetti a contratti a termine, underemployment (hanno un impiego part-time ma ne preferirebbero uno full-time) e al rischio povertà.
In base agli ultimi dati di Eurostat e Istat, abbiamo tratteggiato questo identikit dei lavoratori italiani.
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La “qualità” del lavoro in Italia
Il recente studio “Le dimensioni della qualità del lavoro. I risultati della III indagine Isfol sulla qualità del lavoro” getta luce sulle condizioni di lavoro in Italia.
Emerge che i più penalizzati sono anche in questo caso giovani e donne: meno pagati e più soggetti a contratti temporanei. A livello geografico, se la passano peggio Sud e Isole in termini di sicurezza del posto di lavoro e stipendio. Ma c’è anche una buona notizia sul fronte della sicurezza sul lavoro.
Nell’infografica, vediamo una sintesi dei principali risultati.
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Come investire mentre si lavora?
Buona parte del nostro tempo è investito nel lavoro: un’ottima ragione per far fruttare il nostro stipendio. Non solo per “portarci a casa la pagnotta” oggi, ma soprattutto per riuscire a farlo anche domani, una volta raggiunta – prima o poi – l’età della pensione. Come vi abbiamo spiegato più volte, la pensione dell’Inps sarà sempre più magra ed è quindi bene pensare fin d’ora a come integrarla, risparmiando e investendo al meglio i propri soldi.
Per aiutare chi lavora a costituire una pensione integrativa, noi di Advise Only abbiamo costruito due portafogli di investimento ad hoc:
- Portafoglio Pensione;
- Ob. Pensione PAC, piano di accumulo del capitale con versamenti di almeno 600 euro (annuali, semestrali o trimestrali), a seconda di quanto riuscite a risparmiare.
Potete copiare i portafogli e farli vostri con un click: basta iscriversi gratuitamente al nostro sito.
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