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A noi piace Nassim Taleb e a lui piace l’Italia. Ecco perché

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“L’unità dell’Italia è stata conseguita con un numero di vittime limitato (rispetto alle guerre che hanno portato alla creazione di altri Stati sovrani). Il Paese ha visto decine e decine di Governi, ed è andata avanti nonostante la presenza di politici spesso corrotti, migliorando grandiosamente le condizioni di vita negli ultimi 40 anni: l’Italia è definitivamente un Paese anti-fragile, cioè capace di resistere a shock.”

L’Italia è un Paese difficile da mettere in ginocchio, insomma. Questo è il succo del Taleb-pensiero sul nostro Paese, che il matematico-filosofo-scrittore, autore di libri d’enorme successo come “Giocati dal caso”, “Il Cigno nero” e “Antifragile”, conosce assai bene, essendoci stato spesso. Taleb ha citato il Sud Italia degli anni ’70 e quello odierno: lo trova enormemente migliorato, come tutto il Paese del resto. Specie se confrontato con, ad esempio, la vicina Francia che, secondo lui, negli ultimi decenni non è cambiata granché.

Nel corso di una breve chiacchierata prima dell’incontro organizzato da AcomeA SGR al Piccolo Teatro Grassi di Milano il 24 ottobre, gli ho fatto notare che qualche problema il Sud dell’Italia ce l’ha ancora, ma lui ha ribattuto tra il serio e il faceto che “voi italiani tendete a lamentarvi più di altri popoli: uno gira per l’Italia e vede un Paese che sta bene. I ristoranti sono sempre pieni.

E il fatto che il tasso di crescita del PIL in Italia strisci da anni intorno allo zero per Taleb è solo una conferma che le metriche economiche classiche, come il PIL, siano imprecise, piene di errori di misura, inaffidabili. Difficile dargli torto. Taleb sostiene infatti che “Come un medico esperto guarda in faccia il suo paziente e, anche senza aver visto gli esami, sa dire con buona probabilità se sta bene oppure no, così andando in giro per un Paese, osservando la gente e le città, se ne può capire lo stato di salute. Il punto è che in Italia c’è un’enorme economia sommersa non contabilizzata nelle misure ufficiali: l’economia italiana ha una salute migliore di quanto appaia dai numeri ufficiali.

Ma dopo queste opinioni sull’economia, non provate a chiamarlo “economista”. S’offenderebbe. E non vuole essere chiamato “Professore” (benché lo sia stato, alla New York University Polytechnic School of Engineering, a Oxford e in altre università): dice che “gli unici che mi chiamavano professore erano i miei amici trader, per prendermi per i fondelli”.

Lui si autodefinisce un “Probability man”: che grandiosa definizione! Provo un’enorme stima per quest’uomo (tra l’altro, di persona è davvero simpaticissimo) la cui cultura storica, oltre che matematica e statistica, è vasta come un continente – se non avete ancora letto i suoi libri, fatelo.

Nel corso dell’incontro, discettando di che cosa è fragile e cosa è anti-fragile, Nassim Taleb è tornato sull’argomento Italia.

L’Italia? Altro che paese fragile: è anti-fragile

 

Da esperto di sistemi complessi (quali l’economia di un Paese o di un’area geografica, oppure il sistema finanziario), la sua opinione è che “più un Paese è piccolo e il suo governo decentrato, più è anti-fragile. Più è grande, più rischia di avere problemi. Pensate all’elefante e al ratto: se voi prendete un elefante e lo fate saltare dal palco di questo teatro probabilmente cadendo si romperà diverse ossa; se lanciate un ratto, non si farà nulla e correrà via facendosi beffe di voi.

Alla prevedibile domanda dal pubblico se allora non sia meglio separare l’Italia in più aree, ha ribattuto subito “Ma perché? L’Italia nei fatti è già separata! Venezia è diversa da Torino, da Bologna e dal Sud Italia! L’unità è solo formale! Vi basta solo evitare che il Governo centrale a Roma mangi troppo denaro dei contribuenti, poi dovete dare più poteri ai Comuni e siete a posto.

Insomma, secondo la tagliente visione di Taleb, ciò che conta è che il potere politico sia, nei fatti più che nella forma, decentralizzato e parcellizzato. In questo modo si ha quella stabilità politica che rende un Paese capace di resistere agli shock imprevisti. I grandi sistemi sono a rischio di tracollo.

A questo punto è arrivata ineluttabile dal (numeroso) pubblico la domanda sull’Unione Monetaria Europea: l’eurozona è un sistema sempre più grande, e dunque in linea di principio più fragile; è dunque destinato ad andare in frantumi come un bicchiere di cristallo?

E qui la risposta è stata (almeno per me) sorprendente. Taleb ha infatti argomentato che sì, il sistema “euro” è più grande e quindi potenzialmente più fragile, ma “probabilmente la sua salvezza è il principio di sussidiarietà presente nei trattati europei.” Tale principio, sancito nel Trattato di Maastricht, afferma che se un’entità giuridica (un Paese membro) è in grado di svolgere bene un compito, l’entità superiore (il Parlamento Europeo) non deve intervenire.

In breve: le decisioni devono essere prese il più possibile vicino ai cittadini. Questo, secondo Taleb, salvaguarda il principio di decentralizzazione e parcellizzazione del potere, che a sua volta dovrebbe mantenere robusto il sistema.

Quindi, forse, per Taleb l’eurozona non è destinata al fallimento certo. Di certo c’è che Nassim Taleb forse non ha oggi eguali nell’assomigliare agli antichi pensatori greci, grazie al suo punto di vista trasversale, provocatorio, arguto e anticonformista, capace di offrire spunti di riflessione mai banali.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    uno dei peggiori articoli letti finora.

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      Perché dici?

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        è palese, e se non è palese a tutti vuol dire che non puo’ essere capito

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    L’Euro ormai è blindato, almeno finché il Dragone stampa Euro come un forsennatto e si compra ogni asset quotato sui mercati finanziari.

    Il rischio per il risparmiatore ormai è solo di rendimento: tassi a zero per i prossimi 10 anni (anzi che solo fino al 2016) con racconti di inflazioni basse, oppure la Germania che in un atto di follia populista decidesse lei di uscire dall’Euro.

    Sul fatto che in Italia si stia bene perché “i ristoranti sono pieni”, è una frase che ho già sentito in giro circa un lustro orsono e non è andata a finire molto bene.

    Dovevate chiedergli lui dove investirebbe oggi e perché? Anche in Giappone si sta bene e i ristoranti sono pieni.

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    Taleb non ha ben presente il funzionamento UE. Amen

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    Insomma un’analisi basata su impressioni personali e wishful thinking – perché i numeri (orrore!!) sono “imprecisi”, “pieni di errori”, “inaffidabili”.
    Ma ne parliamo pure?!

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