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PattiChiari, o no? Una storia di (mal)educazione finanziaria italiana

pattichiari

La strada della diffusione della cultura finanziaria in Italia è irta e tortuosa. Esemplare è la vicenda di PattiChiari.

Stavo facendo una ricerca per capire il costo medio dei conti correnti in Italia (dati sempre ben nascosti ai risparmiatori), quando mi sono imbattuta in una bella diatriba tra i dati dell’indagine annuale della Banca D’Italia (che riporta costi molto bassi) e una ricerca di Adusbef-PattiChiari che riporterebbe costi medi molto più elevati.

Per continuare la mia indagine vado sul sito PattiChiari (il cui motto è: Semplicità e chiarezza in banca), dove non trovo la suddetta ricerca, ma un sito abbastanza vuoto e anonimo, che offre un altrettanto anonimo servizio di comparazione conti, e una definizione che è tutto fuorché chiara:

A seguito dell’attribuzione a entità esterne delle iniziative e dei progetti in precedenza sviluppati, il Consorzio PattiChiari ha per oggetto la gestione a esaurimento delle attività nonché l’esercizio, per conto dei soggetti destinatari delle attività in precedenza esercitate, di servizi a esse connessi.

Ma che vuol dire? Chiarezza? Ma cosa? Mi incuriosisco e ricostruisco la storia.

La vera storia di Patti Chiari

Il Consorzio PattiChiari nasce nel 2003 con l’obiettivo di riscrivere il rapporto tra banca e cliente sulla base dei criteri di: chiarezza, comprensibilità, trasparenza e dialogo. Un articolo del Fatto Quotidiano pubblicato nel novembre 2014 ha ricostruito bene la sua storia. La riassumo in tappe, a beneficio dei lettori di AdviseOnly.

2007

Patti Chiari adotta un piano d’azione che prevede la produzione, la gestione e la diffusione esterna di strumenti di semplicità, chiarezza, comparabilità e mobilità per la clientela: gli “Impegni per la Qualità” e la realizzazione di programmi di educazione finanziaria destinati ai cittadini, soprattutto ai giovani.

15 settembre 2008

Il fallimento di Lehman Brothers mina (anche) la credibilità del portale PattiChiari. Ancora nel primo pomeriggio di quel giorno, 14 titoli emessi dalla terza banca di affari statunitense erano valutati con un rating A+, nella lista “Obbligazioni a basso rischio e a basso rendimento” stilata periodicamente dal consorzio. Così i risparmiatori sono stati danneggiati, anzichè aiutati.

Gennaio 2009

Il consorzio si dota di nuove regole di governance, secondo un modello che prevede la partecipazione di soggetti esterni al settore bancario teoricamente interessati alla competitività e all’efficienza del mercato finanziario retail e allo sviluppo dell’educazione finanziaria dei consumatori.

Aprile 2009

In seguito alla figuraccia con le obbligazioni Lehman 50 istituti su 150 scelgono di uscire da PattiChiari, proprio nel momento in cui il sistema bancario cerca di adottare una serie di misure che dovrebbero tutelare maggiormente i risparmiatori. La percentuale di banche italiane aderenti al consorzio scende dall’82% al 70%.

Febbraio 2014

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) decide di archiviare gradualmente PattiChiari.

Il portale continua ad avere l’obiettivo di promuove servizi utili, ad esempio la portabilità dei servizi di pagamento e il confronto dei costi dei conti correnti. Ma i risultati sono così poco soddisfacenti che l’Antitrust arriva a segnalare l’esigenza di aumentare “tasso di mobilità della clientela, introducendo un termine massimo di 15 giorni per il trasferimento del conto corrente e prevedendo un risarcimento al cliente in caso di ritardi addebitati alla banca”, auspicando anche lo sviluppo di motori di ricerca indipendenti dalle banche “che consentano al consumatore un più agevole confronto tra i servizi bancari offerti dai diversi operatori”.

La condanna al risarcimento

Una sentenza del tribunale di Cuneo del gennaio 2015 accerta la responsabilità solidale del Consorzio PattiChiari e della banca intermediaria per omesso monitoraggio del VaR e “prevedibilità del fallimento” e impone il risarcimento degli investitori in titoli Lehman.

E la chiarezza? La trasparenza? Il patto con i risparmiatori? Non solo PattiChiari ha tradito la fiducia dei risparmiatori con le obbligazioni Lehman, ma ha anche, incredibilmente, mancato di comunicare a milioni di risparmiatori cosa gli stava accadendo.

Non sono riuscita a trovare alcuna traccia di un comunicato stampa o web che spiegasse ai risparmiatori quanto accaduto e la posizione “ufficiale” del consorzio (tantomeno nell’area stampa del sito). Il progetto nelle intenzioni era buono, ma questa totale mancanza di trasparenza nella comunicazione lascia davvero molti dubbi.

E poi ci si lamenta che i risparmiatori non si fidano delle banche!

Vi lascio con un invito a riflettere. Nelle scuole è l’ABI (il principale promotore del progetto Patti Chiari) a fare educazione finanziaria, cioè ci vanno le banche. Secondo voi, sono credibili? Noi di AdviseOnly non ci siamo mai riusciti a entrare, forse siamo “scomodi”…

Ma di una cosa siamo sicuri: certamente non sbagliamo a consigliarvi di usare le tante risorse messe gratuitamente a disposizione sul sito AdviseOnly. Vi segnaliamo in particolare:

  1. #ABCfinanza, la rubrica del nostro blog che introduce i neofiti agli arcani della finanza;
  2. i post del nostro blog della serie educazione finanziaria;
  3. AOpedia, una sorta di Wikipedia tematica dedicata ai temi del risparmio e dell’investimento;
  4. il nostro sito, dove, previa iscrizione gratuita, potete cimentarvi nella costruzione di portafogli d’investimento e dialogare con gli altri utenti, tra cui molti esperti dai quali c’è molto da imparare;
  5. gli e-book della collana “Finanza per tutti”.

Inoltre, noi non abbiamo conflitti di interessi, siamo trasparenti, e… anche molto più simpatici delle banche!

Scritto da

È uno dei partner fondatori e Presidente di Advise Only. Laureata in Economia Politica presso l'Università Bocconi, è stata responsabile dell'area commerciale dell'asset management del gruppo Banca Leonardo, occupandosi della ristrutturazione dell'offerta dei prodotti di risparmio gestito. In precedenza ha accumulato significative esperienze dapprima presso l'area Fixed Income Sales & Trading di JP Morgan e poi come Managing Director in Goldman Sachs, area Structured Fixed Income, occupandosi di clientela istituzionale italiana. Ama lo sport (corsa e sci di fondo), i buoni libri e l'opera lirica.

Ultimi commenti
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    C’è da dire che confrontare adesso un conto corrente è quanto mai complesso.
    Tra conti a scalare, componibili, per fasce, per numero di operazioni, con i servizi abbinati etc è giocoforza andare per tentativi. Ma è realmente fattibile un sistema di controllo e confronto automatico dei costi?

    • Serena Torielli

      E’ complesso ma si può fare con chi consente di definire con una certa precisione il tipo di operatività e il profilo del cliente. Ad esempio Altroconsumo offre questo servizio (ma a pagamento).

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