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HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Petrolio e benzina: uno strano rapporto. O forse no.

Petrolio e benzina: uno strano rapporto. O forse no.

L’impressione è che il prezzo della benzina resti sempre alto, nonostante il calo del petrolio. Numeri alla mano, proviamo a spiegare questo strano fenomeno.

Che sia immaginario collettivo o credenza popolare, molti sono convinti che ad un crollo della quotazione del petrolio non segua una pari riduzione del prezzo della benzina, mentre al contrario, quando il greggio aumenta sembra che il prezzo della benzina aumenti più del dovuto: questo fenomeno in finanza ed economia viene definito shock asimmetrico.

Spinti dalla curiosità di dimostrare la veridicità di questo fenomeno, abbiamo osservato da vicino i dati mensili in euro della quotazione della benzina e la quotazione media mensile del brent (una delle forme di petrolio non lavorato comunemente trattate sui mercati) e li abbiamo messi a confronto.

Ci sono davvero shock asimmetrici?

Il grafico ci dà una risposta chiara: confrontando le variazioni dei tre indici, quello che emerge è che il prezzo al consumo del carburante (ossia quello che comprende oltre al prezzo di produzione le varie tasse) si muove meno rispetto al prezzo del BRENT: è meno volatile. Nel caso vi fossero stati shock asimmetrici, avremmo invece dovuto notare quanto segue:

  • le variazioni al rialzo del prezzo del brent non avrebbero dovuto coincidere con le variazioni a rialzo del prezzo al consumo;
  • le variazioni al ribasso del prezzo del brent non avrebbero dovuto causare la minima variazione al ribasso del prezzo al consumo.

La verità quindi è data da un semplice “bias” (errore) comportamentale: tendiamo a notare maggiormente situazioni a noi avverse evidenziando maggiormente i periodi di ribasso rispetto a quelli di rialzo. Ma il prezzo del combustibile si muove in modo allineato con quello del petrolio, solo che lo fa con minore volatilità.

Il prezzo della benzina è meno volatile, perché?

Vi rispondo con un’altra domanda: vi siete mai chiesti che cosa sia un’accisa e quanto contribuisce al prezzo totale della benzina? Eccovi serviti.

Le accise sono delle imposte, applicate sulla vendita di prodotti di consumo. In media, da quello che abbiamo osservato sul nostro campione (da gennaio 1999 a novembre 2016), le accise hanno pesato per quasi il 50% sul prezzo della benzina fino ad un massimo del 63% (oltre il 70% se vengono considerate assieme alle accise anche IVA e tassa di produzione dei carburanti). La cosa più incredibile è che l’aliquota dell’IVA non è applicata sul prezzo industriale netto, ma sul prezzo industriale comprensivo del valore delle accise. In soldoni, imposte su imposte.

Ecco un grafico che mostra l’andamento delle accise rispetto al tempo: beh con il tempo non diminuiscono… Inoltre se consideriamo che di recente l’Italia ha avuto altre catastrofi naturali il quadro non può che peggiorare (per chi non lo sapesse, nelle accise tutt’oggi vengono pagate anche quote riguardanti terremoti passati, come Irpinia, Emilia, L’Aquila e Friuli).

L’aumento cospicuo delle imposte ha indebolito fortemente la correlazione esistente tra il prezzo del barile ed il prezzo finale della benzina. Naturalmente l’ipotesi di correlazione vale anche nel “caso positivo”: difficile immaginare che ad aumento sensibile del petrolio possa aumentare di tanto il prezzo della benzina, anche perché, calcoli alla mano, essa costerebbe già 1.06 euro anche se il prezzo del petrolio fosse ipoteticamente zero, figuriamoci se arrivasse alle stelle. Di sicuro il greggio è da tener d’occhio, dopo la vittoria di Trump.

Un consiglio?
Compratevi una bicicletta.


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Ultimi commenti
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    Le variazioni dei prezzi riportate nel primo grafico sono in percentuale o in valore assoluto? Grazie

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    Salve Guido, le variazioni riportate sono in percentuale. Prendendo la serie storica dei prezzi si è semplicemente calcolata la variazione di questi rispetto al mese prima.

    Spero di esser stato chiaro

  • Avatar

    Chiaro, grazie!

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