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Se il coronavirus incontra il Megatrend

AO_La pandemia di coronavirus sta creando diversi Megatrend che ci accompagneranno per i prossimi anni.

Ma quante volte vi abbiamo parlato di Megatrend? Uff, non si contano più. Ormai avrete chiaro cos’è e di che cosa si tratta, no? In caso di risposta negativa, no problema: siamo qui per fare un ripasso prima di addentrarci nella questione che più ci sta a cuore: quale impatto avrà la pandemia di coronavirus sui Megatrend attualmente in corso.

 

Breve ripasso: cosa sono i Megatrend

Sono tendenze epocali e globali, che travalicano i confini e si alimentano a vicenda: il progresso tecnologico accompagna e supporta quello medico, che ci consente di vivere più a lungo e meglio; e le migliori condizioni di vita – almeno in alcune aree del mondo – offrono più occasioni di accedere agli studi e alla cultura, aumentando le possibilità di formare nuove classi di professionisti che, nei vari ambiti, sapranno aggiungere tacche sulla lavagna dello sviluppo, a beneficio di molti.

In economia e finanza, queste tendenze epocali – e potremmo dire anche “epiche” – si chiamano appunto Megatrend. Quattro, in linea di massima, le aree in cui si dispiega il cambiamento: le due già accennate, dell’innovazione tecnologica e della popolazione che aumenta e vive più a lungo, l’industria 4.0 e la sostenibilità, con vari punti di contatto e influenza reciproci e altrettanti punti d’intersezione.

Megatrend è diventato anche, negli ultimissimi anni, un tema attorno al quale un numero sempre maggiore di società di gestione ha iniziato a costruire prodotti d’investimento1. Un tema destinato a subire l’impatto della crisi pandemica in corso, la quale rafforzerà alcuni segmenti e confermerà taluni modelli di business a scapito di altri. D’altra parte lo vediamo già, comodamente assisi sul divano di casa nostra e/o collegati ai nostri dispositivi mobile.

 

 

L’impatto virale è innegabile

Tutti i Megatrend, sulle cui traiettorie di possibile evoluzione futura fino a un paio di mesi fa avevamo le idee abbastanza chiare, sono entrati in collisione con qualcosa che magari Megatrend non è, ma che tenendoci tutti in pugno ha il potere di confermare e rafforzare non poche tra queste “megatendenze”. Stiamo ovviamente parlando della pandemia di SARS-COV-2, nome scientifico del nuovo coronavirus (da non confondersi, come magari qualche volta sarà capitato anche a noi, con COVID-19, che invece è il nome della malattia da esso provocata).

Le evidenze, d’altra parte, sono sotto gli occhi di tutti: la permanenza forzata tra le mura di casa sta dando ulteriore slancio all’ecommerce e ai pagamenti digitali, oltre che all’home entertainment.

Se ci sono Baby Boomers (nati tra il 1945 e il 1964), o esponenti della Generazione X (nati tra il 1964 e la fine degli anni Settanta) o Xennials (generazione al crocevia tra X e Millennials) sintonizzati con noi in questo momento, magari nei recessi della loro memoria assoceranno l’home entertainment a qualcosa di vintage come il noleggio di videocassette in un negozio fisico, con l’ansia di doverle poi riconsegnare entro e non oltre un certo termine, pena un sovrapprezzo.

Niente di più lontano dall’epoca in cui ci siamo addentrati: l’attuale situazione di emergenza, più di ogni altra congiuntura recente, sta premiando i modelli di business orientati ai nuovi comportamenti di consumo, a loro volta rafforzati dalla crisi in corso che impone distanziamento sociale e isolamento tra le mura domestiche.

Ecco allora che per la distribuzione non fa più fede il modello del megastore fisico alla Walmart, ma la formula Amazon, che tiene botta e conquista posizioni in questa fase di pandemia; e parlando di home entertainment nessuno pensa più al Blockbuster del passato, peraltro fallito già da un pezzo, ma allo streaming di Netflix (o alla Apple TV, o a Prime Video della già citata Amazon).

Un peso maggiore nelle nostre vite che si traduce in un maggior peso nell’indice di riferimento, come ci mostra questo grafico di Bloomberg.

 

Big Tech S&P 500 | amCharts

 

Coronavirus, ulteriore elemento di disruption

Innegabilmente lo è. Ma qui la disruption è multisettoriale: non esiste, in questo momento, un solo settore che non sia chiamato ad assecondare i nuovi comportamenti dei consumatori. La cui età, per inciso, in molte aree del globo sta calando: nell’universo emergente si sta imponendo la generazione dei Millennials (1983-1995), con tutto il suo potenziale d’innovazione digitale.

Non solo consumi. Vediamo, punto per punto, i Megatrend da tenere d’occhio in questa nuova era pandemica.

  • Tecnologia
    Oggi stiamo tutti lavorando in smart working, e verosimilmente nel futuro questa modalità di prestazione d’opera troverà ancora più spazio. Ma anche la socialità, oggi, è a distanza. Così come la consulenza nei vari ambiti, per esempio quello finanziario. Qualcuno, però, dovrà garantirci che i nostri dati vengono trattati con la dovuta attenzione. La cybersecurity2 è quindi l’altro segmento che uscirà convalidato e rafforzato dall’attuale situazione: dovrà accompagnare e supportare il progressivo incremento della potenza di calcolo e connettività, con tutto il tema dei big data e degli open data, dell’Internet of Things, del cloud computing per l’immagazzinamento dei suddetti dati, dell’analytics per analizzarli e del machine learning3 per far sì che la macchina impari da essi.
  • Industria 4.0
    Manifattura additiva, stampa 3D e 4D, robotica, comunicazioni, interazioni fra le macchine e fra la macchina e l’uomo, stoccaggio e utilizzo dell’energia in maniera mirata, razionalizzazione dei costi e ottimizzazione delle prestazioni: i filoni di potenziale sviluppo erano e restano tantissimi.
  • Healthcare
    La cura della salute era già una sfida prima, con la prospettiva di una popolazione mondiale in progressivo aumento e sempre più vecchia; ancora di più lo sarà in futuro, dopo la wake-up call del coronavirus. Saremo in tanti, mediamente più vecchi e avremo bisogno di una rete di servizi, anche tecnologici, di assistenza e cura che metta in conto l’eventualità tutt’altro che remota di nuove pandemie.
  • Sostenibilità
    La pandemia ha fatto scattare la corsa al carrello della spesa, il che ha posto l’accento sulla produzione, in particolare quella agroalimentare: bisognerà continuare a mantenerla efficiente e importante, ma – e questo sarà sempre più un tema – compatibile con le possibilità e le risorse del pianeta (riducendo, per dirne una, le emissioni di CO2) e qualitativamente migliore (abbattendo, per l’esempio, l’utilizzo di pesticidi). Una produzione più sostenibile? Sì, l’obiettivo sarebbe proprio quello. E il cambiamento dei comportamenti di consumo – non solo col passaggio ormai conclamato dall’analogico al digitale ma anche con la maggiore attenzione alla qualità – potrebbe accelerare il Megatrend.

 

Fermi tutti, arriva la “Pandemonics”

È, possiamo dire, l’ultimo nato in casa Megatrend. Sempre che tale si possa considerare. E non ne siamo così sicuri. Ma, certamente, la pandemia di coronavirus si sta rivelando disruptive anche nel vasto campo della teoria e della pratica economica.

Lo Stato torna a intervenire più massicciamente nell’economia, raccogliendo stavolta la sfida del too many to fail (in riferimento alle aziende, in particolare quelle medie e piccole, e non più solo alle banche, come invece avvenne col too big to fail del 20084).

In conseguenza di ciò, ogni governo dovrà confrontarsi con livelli d’indebitamento senza precedenti: un campanello d’allarme, questo, per i Paesi già molto appesantiti (come l’Italia) in quanto a rapporto debito/PIL. Ma la collaborazione delle banche centrali, tramite ampi piani di supporto e tassi a zero o negativi, dovrebbe renderne il peso più sopportabile.

Resta invece tutto da scoprire il destino di entità sovranazionali come l’Unione Europea. Comunque la pensiate, allacciate le cinture. E incrociamo le dita.

 



1 – Megatrend, il portafoglio che punta dritto al futuro
2 – Cybersecurity: il megatrend più sicuro del momento
3 – Intelligenza Artificiale, le parole chiave per saperne di più
4 – Segnaliamo, a riguardo, questo interessante contributo: Pandenomics: 7 macrotrend che cambieranno il mondo nel post-Coronavirus

Scritto da

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, lavora a Milano dal 2007. Dopo un'esperienza di quattro anni in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori, si è spostata in Blue Financial Communication, casa editrice specializzata nei temi dell'asset management e della consulenza finanziaria. A dicembre 2017 si è unita al team di AdviseOnly.

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