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Social media e trading online: i pericoli dei nuovi investimenti “di gregge”

Il caso di GameStop – con un esercito di piccoli trader che si è organizzato su Reddit per fare man bassa di azioni sfidando i grandi fondi di Wall Street – e quello di Signal, che ha visto una miriade di investitori riversarsi su un titolo (sbagliato, tra l’altro, ma questa è un’altra storia) in scia a un tweet di Elon Musk – sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più profondo. I social media giocano ormai un ruolo fondamentale, non solo nella vita quotidiana delle persone, ma anche sui mercati finanziari: Facebook, Twitter, Reddit – solo per citarne alcuni – sono in grado di influenzare l’opinione pubblica al punto da riuscire a veicolare le scelte di investimento di masse enormi di risparmiatori.

Una dinamica in cui entra in gioco prepotentemente anche la finanza comportamentale, con gli investitori che si lasciano travolgere dall’effetto gregge, convinti che gli altri ne sappiano sempre più di loro, e dalla paura di perdere occasioni ghiotte (“fear of missing out”), che li spinge a compiere azioni (di investimento, in questo caso) senza nemmeno verificare.

 

Effetto gregge e social media: un’accoppiata pericolosa

Come dicevamo, si tratta di un fenomeno di ampia portata, per quanto piuttosto recente. Tanto che la Consob è intervenuta nel merito con una dichiarazione pubblica in cui ribadisce l’impegno a ripristinare e mantenere la fiducia nei mercati finanziari e sottolinea l’importanza dell’educazione finanziaria per tutelare i piccoli investitori. “Il recente caso di GameStop sul mercato Usa – caratterizzato da un significativo accumulo di posizioni corte nette e dall’azione concertata di alcuni investitori al dettaglio sulla base delle informazioni condivise sui social media – ha sollevato un ampio dibattito internazionale tra le autorità di regolamentazione dei mercati finanziari”, scrive Consob. “E ha portato alla luce il tema dell’affidabilità dei social network e delle piattaforme online come fonti di informazione”.
 

Consob: abusi di mercato e conflitti d’interesse

Secondo la Consob, la classificazione di alcune informazioni diffuse dai social media, come raccomandazioni di investimento, potrebbe sollevare qualche dubbio sul rispetto delle regole in tema di abusi di mercato in Europa (il riferimento è al MAR, il regolamento sugli abusi di mercato). Nello specifico, scrive Consob, potrebbero essere state violate le norme sulla corretta presentazione delle raccomandazioni e quelle sui conflitti di interesse. Alla luce di tutto questo, “gli investitori al dettaglio dovrebbero essere consapevoli del rischio di prendere decisioni di investimento sulla base di questo tipo di informazioni, se non adeguatamente presentate”.
 

Sempre più trading online: il gregge aumenta

Il fenomeno secondo l’Autorità di vigilanza del mercato finanziario “va analizzato anche in connessione con il proliferare di piattaforme di trading online – con importi minimi in ingresso e commissioni nulle o ridotte per gli investitori – rivolte principalmente a soggetti con scarsa esperienza sui mercati dei capitali”. Tra l’altro queste nuove forme di investimento “di gregge” (Consob parla di “social-herding investing”) comportano spesso, come tutti i servizi di negoziazione sul web, “l’invio ai clienti – tramite e-mail, sms e social media – di segnali di trading generati da soggetti terzi che concedono l’accesso ai dati sulle proprie operazioni di negoziazione al fine di copiarle e replicarle”.
 

 

Tutto questo rischia di “enfatizzare gli effetti distorsivi di potenziali manipolazioni del mercato condotte attraverso la diffusione di informazioni sui social media e forum”, riflette ancora Consob. A destare grande preoccupazione nelle autorità di supervisione dei mercati è soprattutto il fatto che queste piattaforme di trading online non autorizzate stiano aumentando costantemente in numero.
“Nella maggior parte dei casi, questa prestazione abusiva di servizi di investimento è offerta attraverso piattaforme web, che consentono ai clienti di aprire facilmente un conto di trading e di immettere ordini di acquisto e / o vendita relativi a strumenti finanziari (solitamente nella forma di Cfd aventi come sottostanti valute, indici azionari, materie prime e, sempre più, criptovalute).

Un’altra caratteristica tipica di queste attività illegali è quella di avvalersi di strumenti di marketing aggressivo come e-mail, chat, social network e sollecitazioni telefoniche”.
 

Le autorità promettono nuove regolamentazioni

Convinta che la natura transfrontaliera dei casi recenti richieda necessariamente una risposta concertata, “in occasione della prossima revisione delle discipline MIFID / MIFIR e MAR, la Consob presterà particolare attenzione alla valutazione degli attuali regimi e della loro efficacia a tutela degli investitori retail”, si legge nella dichiarazione della Commissione Nazionale per le società e la Borsa. Per esempio, “sarà necessario valutare la compatibilità tra il cosiddetto “payment for order flow” – cioè il compenso che gli intermediari finanziari ricevono per l’instradamento degli ordini per l’esecuzione delle negoziazioni – e la disciplina europea relativa alla best execution e agli incentivi”.

In parallelo, ribadisce Consob, “l’educazione finanziaria potrebbe rappresentare un utile complemento alla tutela degli investitori attraverso una maggiore consapevolezza dei rischi derivanti dalle decisioni di investimento basate sulle informazioni fornite attraverso i social media”. È vero che rischio e incertezza “sono componenti intrinseci dei mercati finanziari, oggi più che mai collegati alla digitalizzazione e agli strumenti dei social media, che contribuiscono ad accelerare e intrecciare tra di loro le dinamiche di mercato”. Ma è proprio per questo che “alle autorità di regolamentazione è richiesto di essere sempre pronte e proattive per affrontare nuove sfide e minacce per gli investitori, in particolare quelli al dettaglio”.

 


 

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