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Un italiano su 5 investe in fondi. Ma il 62% è over 55

Un italiano su cinque, in media, detiene almeno un fondo comune di investimento, con una ripartizione abbastanza equa tra uomini e donne. Ma l’età media dei sottoscrittori, che attualmente è pari a 60 anni, si è progressivamente sbilanciata verso l’alto: basti pensare che la quota di investitori in fondi con un’età superiore ai 75 anni era pari al 9% nel 2002, mentre nel 2020 si attestava al 21%.

È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio Assogestioni sui sottoscrittori di fondi comuni che, quest’anno per la prima volta, comprende anche i fondi esteri collocati presso la clientela italiana. I dati raccolti, lo segnaliamo, sono aggiornati alla fine del 2020.

Età media: 60 anni

Nello specifico, solo l’1% dei sottoscrittori fa parte della Generazione Z, cioè i giovanissimi sotto i 24 anni di età, mentre la percentuale sale all’11% se si guarda agli under 42 (quindi generazione Z e Millennials insieme).

Proseguendo per fasce d’età, la percentuale di investitori in fondi è pari al 27% tra i membri della Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980), al 41% tra i Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964) e al 20% tra la Silent Generation (nati tra il 1928 e il 1945).

Infine, solo l’1% dei sottoscrittori fa parte della Greatest Generation (nati prima del 1927, quindi parliamo di persone ultra 94enni).

Guardando alle quantità investite dagli italiani, il rapporto evidenzia come la media si attesti sui 47mila euro per un investimento in fondi comuni – ma la cifra scende a 30mila euro in media, in linea con il 2019, se si guarda ai soli fondi italiani. Più elevata invece la cifra investita in fondi esteri (la media è di 56mila euro).

L’ammontare medio dell’investimento, come facilmente intuibile, tende a salire al crescere dell’età del sottoscrittore – in linea, del resto, con l’andamento delle disponibilità economiche.

Anche la ripartizione geografica dei sottoscrittori è interessante da analizzare. Stando al report di Assogestioni, circa due terzi degli investitori risiedono nel Nord Italia, mentre il 19% risiede nel Centro, l’11% al Sud e il 5% nelle Isole. Nel Nord si registrano importi medi investiti pari o superiori alla media.

Pic o Pac: quant’è ardua la scelta?

Per quanto riguarda le modalità di sottoscrizione, tra gli italiani continua a prevalere il Pic, cioè l’investimento di tutto il capitale in un’unica soluzione, scelto dal 63% degli investitori (erano il 65% nel 2019).

Da segnalare però la graduale crescita, nelle preferenze dei sottoscrittori, del piano di accumulo (Pac), che consente di costruire il capitale un po’ per volta tramite versamenti periodici. Nel 2020 il 24% investiva prevalentemente tramite questa modalità (dal 21% del 2019).

Guardando infine all’interno del portafoglio in fondi degli italiani, la tipologia più rappresentata è complessivamente quella dei fondi flessibili, con il 33% delle masse.

Se guardiamo solo ai fondi italiani, i flessibili sono ancora più presenti, con il 46% delle masse, seguiti dagli obbligazionari con il 31%. Tra i soli fondi esteri invece, si distinguono i fondi azionari, con il 47% delle masse.

Il rischio continua a piacere poco

Gli italiani si confermano una popolazione piuttosto avversa al rischio: su una scala che va da 1 (rischio minimo) a 7 (rischio massimo), l’80% dei fondi italiani si posiziona tra 1 e 4.

Quanto, infine, alle modalità di sottoscrizione, il 95% dei fondi italiani è acquistato tramite il canale bancario, mentre il peso dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari aumenta tra i prodotti esteri: per i fondi cross border sale al 43%.

Scritto da

La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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