Pasolini vedeva i “giovani infelici” in Italia fin dagli anni Settanta.
La situazione non sembra essere molto diversa oggi. E non è certo per colpa dello stress da rientro dalle vacanze estive.
Lo dice una ricerca realizzata per AXA da Episteme nel 2014[1], avente come oggetto d’indagine gli italiani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, membri della Generazione Y. Per toccare con mano il loro pessimismo, guardate il grafico.
Nell’ordine, i giovani sono particolarmente insoddisfatti della loro situazione economico-finanziaria (66%), del lavoro (55%) e degli acquisti che possono permettersi (50,6%): praticamente, sono scontenti di tutti gli aspetti della loro vita legati all’economia. Questo li fa sentire frustrati: il 78,3% ritiene infatti che i propri desideri e aspirazioni incontrino molti limiti e barriere. Possiamo dar loro torto?
In effetti, in Italia i giovani hanno ben poco da stare allegri:
- vivono in un Paese che fatica a uscire dalla crisi finanziaria del 2008, ma che fin da prima cresceva poco o nulla;
- la situazione del mercato del lavoro è pessima, con una disoccupazione giovanile che sfiora il 41% e un tasso di NEET attorno al 25%, complici la crisi e una scuola ancora troppo distante dalle esigenze delle imprese;
- la società italiana è disuguale, poco incline al merito e bloccata dagli ordini professionali;
- i giovani di oggi riceveranno dall’Inps una pensione più leggera dei loro genitori e per questo rischiano più degli altri di passare la loro vecchiaia in povertà;
- gli stipendi sono in discesa e anche le retribuzioni dei laureati sono basse;
- le donne hanno meno opportunità di lavoro e carriera.
A fronte di questi cahiers des doléances piangersi addosso non risolve nulla: esistono delle alternative migliori. Volete qualche spunto?
Innanzitutto, oggi più di ieri ci vuole una buona dose di determinazione per perseguire i propri obiettivi: meglio incanalare le proprie energie in azioni per inseguire un sogno, che fermarsi a metà strada a lamentarsi. Insomma, piegarsi ma non spezzarsi, sviluppando quella che gli psicologi chiamano resilienza.
Emigrare all’estero non è gettare la spugna: si tratta di una scelta legittima e ragionevole, se in patria non si trovano opportunità buone e/o in linea con le proprie aspirazioni.
Che decidiate di andare all’estero o restare in Italia, non dimenticatevi di mettere da parte qualche soldino per la vostra pensione. Per fare questo, AdviseOnly può aiutarvi con i Portafogli Premium Pensione oppure con Ob. Pensione e Ob. Pensione PAC. Scopriteli sul nostro sito!
[1] AXA, “Le sfide dei giovani”, Italian AXA Paper N. 6, ottobre 2014