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Asset allocation di gennaio: un po’ di volatilità in arrivo

Da un lato Brexit e Trump danno qualche grattacapo, dall’altro inflazione europea e Cina non preoccupano più di tanto: ecco come abbiamo movimentato i portafogli alla luce della situazione dei mercati a gennaio.

I mercati sono volatili e le prime azioni di forza di Donald Trump non aiuteranno certo a stemperare gli animi naturalmente turbolenti degli investitori.

L’indice della Borsa USA Dow Jones, dopo aver superato la soglia dei 20mila punti, è tornato sui suoi passi come la maggior parte delle Borse mondiali, che verosimilmente cominciano a dubitare della bontà delle mosse della nuova presidenza statunitense.

In questo primo mese di gennaio abbiamo avuto qualche indicazione rilevante sullo scenario di rischio per il 2017:

  1. il premier britannico ha ribadito la linea dura sulla Brexit – e questo non è un buon segno;
  2. Donald Trump non sembra avere alcuna intenzione di ridimensionare le promesse che lo hanno portato alla Casa Bianca – e anche questo non è un buon segno;
  3. in Europa e nel resto del mondo l’inflazione non è ancora una minaccia, tenendo conto che l’85% circa dei 120 Paesi più importanti al mondo ha un tasso d’inflazione inferiore al target della banca centrale – questo, nel complesso, è un fatto positivo;
  4. la Cina si è confermata in salute, e all’orizzonte non sembra esserci nessuna crisi; la svalutazione graduale dello yuan fa infatti parte della strategia cinese – e anche qui siamo nell’ambito dei segni positivi.

Nell’ultimo mese si è consumata una leggera flessione del dollaro USA ed un aumento dei rendimenti obbligazionari della zona euro. Sul fronte azionario, l’Europa è rimasta leggermente indietro rispetto al Giappone e agli Stati Uniti. Gli Emergenti si confermano in grande spolvero, sia sul fronte azionario che obbligazionario, nonostante il rischio FED (con l’aumento dei tassi di riferimento) e le potenziali misure protezioniste dell’amministrazione Trump.

Al di là della giornata di ieri il clima finanziario (misurato dal nostro Barometro del rischio sistemico) rimane favorevole agli attivi rischiosi.

I portafogli

Sul fronte delle valutazioni non ci sono grandi novità rispetto al mese scorso.

Nell’ultimo mese le valutazioni del mercato azionario europeo sono peggiorate ulteriormente, ma non drammaticamente; rispetto al consensus rimaniamo sottopesati sulle Borse europee. Infatti, il vantaggio competitivo legato all’elevato dividend yield delle azioni europee si è esaurito e, parlando di utili rispetto al prezzo di mercato, attualmente, il mercato azionario europeo ha un P/E di G&D di 21,2 contro una media storica di 16,4. Negli USA, il P/E oscilla intorno alla media storica (21,5 vs 20,8) e si può quindi considerare ancora “a fair value” (cioè su livelli tutto sommato ragionevoli). Da un punto di vista meramente qualitativo, l’Europa rimane la zona geografica più fragile sul fronte geopolitico. In relativo, dunque, preferiamo il mercato USA e quello giapponese.

Sui mercati obbligazionari il nostro giudizio complessivo non cambia: i tassi d’interesse hanno più spazio di salita che di discesa, occorre avere bassa duration (cioè basso rischio di tasso d’interesse), diversificare il più possibile a livello internazionale, e mantenere qualche esposizione tattica (High Yield USA, inflation-linked e Paesi Emergenti).

Le commodities si confermano l’asset class con le migliori valutazioni (anche se non la amiamo, come sa chi ci segue, per l’assenza di “reddito”, cioè delle cedole e dei dividendi, e perché riteniamo che il premio al rischio a lungo termine associato sia poco giustificabile economicamente).

In definitiva, rispetto al mese di dicembre non abbiamo apportato alcuna modifica di asset allocation.


Queste sono le analisi e le considerazioni che ogni mese il nostro team di financial strategies fa in merito ai mercati. Sulla base dei risultati prendiamo delle decisioni relative ai portafogli che offriamo con il servizio AO Tutor.

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Scritto da

Segue tematiche economiche e finanziarie per il team financial strategies group di Advise Only. Dopo aver conseguito una doppia laurea in Management all’Università di Torino e all’ESCP Europe, ha deciso di proseguire i suoi studi con un master in Economia Internazionale a Paris Dauphine. Dopo 4 anni di vita parigina ed esperienze lavorative come economista e strategist, sbarca in Advise Only con l’obiettivo di sviluppare la parte di analisi economica e congiunturale.

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