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Asset allocation di giugno: ecco perché non abbiamo ridotto il peso dell’azionario

A giudicare dalla reazione dei mercati degli ultimi giorni, il rischio Brexit non sembra fare più paura. Questo non significa che possiamo stare tranquilli, perché l’esito del referendum resta incerto. Noi comunque rimaniamo moderatamente ottimisti e non abbiamo ridotto il peso dell’azionario.

A giudicare dalla reazione dei mercati degli ultimi giorni, il rischio Brexit non sembra fare più paura agli operatori: il Barometro del rischio a livello Mondiale è risalito sopra la soglia “critica” di 50 e la sterlina ha recuperato quanto perso nelle ultime due settimane (sia nei confronti del dollaro che dell’euro).

Possiamo dunque stare tranquilli? Assolutamente no: l’esito del referendum è incerto e la nostra impressione è che il mercato stia sottovalutando le eventuali ripercussioni finanziarie ed economiche in caso di vittoria del fronte Brexit.

Stando ai nostri ultimi calcoli, la probabilità di Brexit viaggia intorno al 37% rispetto al 63% del Bremain: una percentuale piccola ma non troppo, e comunque con una variabilità troppo elevata per fare finta che non ci sia.

Come abbiamo scritto agli Utenti di AO Tutor, rimaniamo moderatamente ottimisti circa l’esito del referendum e non abbiamo ridotto il peso dell’azionario per le seguenti ragioni:

  1. la stima della probabilità di Brexit è, ribadiamo, 37% – l’intensità di questo “segnale” (37% vs 63%) è più forte della maggior parte dei segnali che normalmente utilizziamo;
  2. i portafogli sono ben diversificati tra fattori di rischio;
  3. rispetto alla crisi di Lehman Brothers o alla crisi della zona euro non si sta parlando di un default di uno Stato, o di una Banca sistemica; di conseguenza non sembrano esserci nell’immediato i presupposti per un effetto domino sul mercato degli strumenti derivati (ad esempio molteplici rapporti di credito/debito da ridefinire);
  4. le banche centrali hanno dichiarato esplicitamente d’essere pronte a fornire tutta la liquidità necessaria al sistema bancario, e se necessario non esiteranno ad aumentare gli stimoli monetari (ad oggi, la BCE già acquista oltre il doppio delle emissioni nette della zona euro, garantendo un buon sostegno alla domanda di titoli di Stato e di Corporate bond in euro), senza dimenticare la potenza di fuoco del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), pari a circa 372 miliardi di euro (3,6 del PIL della zona euro);
  5. lo scenario macroeconomico rimane pallido ma favorevole, grazie al graduale recupero dei Paesi Sviluppati e le probabilità di recessione si sono decisamente ridimensionate dopo i dati del PIL di USA, zona euro e Giappone. Per quanto la Gran Bretagna sia un fattore d’incertezza da non sottovalutare, pesa solo il 2,6% del PIL mondiale – tutto sommato gestibile, dal punto di vista economico.

Scenario base: bassa crescita e poche opportunità

Il giorno dopo il Brexit potrebbe cambiare tutto, ma per il momento lo scenario è in larga parte immutato rispetto al mese scorso; questi i punti salienti:

  • decelerazione della Cina e dei Paesi Emergenti;
  • prospettiva di un graduale rialzo dei tassi da parte della FED;
  • drastico calo degli investimenti (specialmente nel settore energetico);
  • bassa inflazione ed elevato indebitamento globale;
  • numerosi rischi geopolitici in diverse zone del globo.

Sul fronte delle valutazioni non ci sono grandi cambiamenti: la maggior parte degli attivi rischiosi ha valutazioni accettabili, sebbene manchino grandi occasioni d’acquisto (non è certo un mercato “in saldo”). Sul segmento obbligazionario con basso rischio legato ai tassi d’interesse (cioè con bassa duration), vale ancora la pena puntare al premio al rischio di credito, sia legato al debito Corporate che a quello dei Paesi Emergenti, che giudichiamo su livelli appetibili. Continuiamo a mantenerci a debita distanza dalle commodities.

Le idee d’investimento di AdviseOnly

Non ci sono stati grandi cambiamenti di asset allocation, ad eccezione di Tempo Stabile, che ha cambiato composizione, in linea con il Barometro del Rischio. Per quanto riguarda i portafogli tattici, abbiamo ridotto il peso dell’azionario giapponese e introdotto la Borsa UK nei portafogli più dinamici, con un orizzonte temporale di medio periodo.


I nostri portafogli vengono aggiornati in modo costante, per renderli adatti ai mutamenti del mercato.

Scopri le nostre Idee d’Investimento

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Ultimi commenti
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    Buonasera, ma come fate a dire che non ci sono occasioni sui mercati?

    In base al CAPE vari mercati risultano interessanti: Brasile, Russia, Est Europa, Asia Pacific ex-Japan, Spagna, Italia, UK.
    Guardate i CAPE e gli expected returns qui: https://www.researchaffiliates.com/AssetAllocation/Pages/Equities.aspx

    • Avatar

      Il valore ha una forte componente soggettiva. Non esistono metriche universali. Quelle che usiamo noi (una combinazione di z-score relativi a P/E di Graham & Dodd, P/Book, Dividend yield, real yield, ecc, ecc, combinate con una ponderazione del rischio sistemico e specifico) ci dicono che, per il mondo azionario nel complesso (giusto avere il quadro d’insieme) le valutazioni sono migliori di 0,1 standard deviation rispetto alla media di lungo termine. Considerando singole asset class esistono sì valutazioni migliori della media (es. Giappone, parte dei mercati emergenti), ma niente di che, anche se non sono pessime. E infatti manteniamo una decente esposizione azionaria, ma certo non ci pare sia il caso di acquistare a mani basse, visto il quadro dei rischi e l’humus macroeconomico poco fertile sul quale operano le Borse. Ovviamente non pensiamo di avere la sfera di cristallo, quindi possiamo sbagliarci.

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