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#ABCFinanza: cosa sono le obbligazioni bancarie senior e subordinate?

Qual è la differenza tra un'obbligazione bancaria senior e una subordinata?

Dopo aver introdotto il tema delle obbligazioni1, iniziamo ad approfondire il vasto mondo di questi comuni strumenti finanziari, partendo dalla loro più comune tipologia: le obbligazioni bancarie. Molti italiani hanno infatti investito almeno una volta in questo tipo di strumento finanziario, attratti dall’idea di poter rivalutare il proprio capitale con sicurezza, senza grandi rischi.

Purtroppo, però, le obbligazioni bancarie sono state al centro di vari scandali, che non stiamo qui a rivangare. Ma cos’è che le rende pericolose? E come possiamo difenderci? Sicuramente, incrementare le proprie conoscenze aiuta a non farsi fregare e a essere capaci di porre le giuste domande prima di investire i propri soldi.

 

Cosa sono le obbligazioni bancarie?

Iniziamo dall’ABC. Le obbligazioni bancarie sono essenzialmente strumenti che consentono alle banche di raccogliere denaro da utilizzare per erogare credito o per effettuare altre operazioni finanziarie. Gli istituti di credito possono emettere due tipi di obbligazioni:

  • EMTN o Eurobond, rivolte agli investitori istituzionali internazionali;
  • emissioni domestiche: rivolte alla clientela al dettaglio.

Al di là delle varie tipologie di obbligazioni bancarie, gli elementi fondamentali che il risparmiatore deve tenere a mente sono due:

  • il tipo di rischio sopportato, che dipende dall’obbligazione acquistata (soprattutto il rischio di default, cioè di fallimento dell’emittente);
  • il rendimento che è lecito attendersi.

Gli istituti bancari possono anche emettere obbligazioni con diversi gradi di rischio, o subordinazione.

A seconda del livello di subordinazione del bond sarà diversa per l’investitore la priorità di rimborso in caso di fallimento dell’emittente. La lista d’attesa per accedere al patrimonio fallimentare è, quindi, tanto più lunga quanto più basso è il livello di subordinazione dell’obbligazione. Il grafico seguente illustra i vari gradi di subordinazione, con le relative prospettive di rischio e rendimento.
 

 

Quali sono quindi i diversi gradi di subordinazione e a quali rischi corrispondono?

 

1. Obbligazioni ordinarie senior

Sono i bond più sicuri emessi da una banca. Con queste obbligazioni, infatti, in caso di default dell’emittente, il detentore verrebbe rimborsato per primo con il patrimonio derivante dalla liquidazione degli attivi, ovvero con i soldi ricavabili dalla vendita del patrimonio della banca.

Attenzione, però: essere rimborsati per primi non significa necessariamente essere rimborsati integralmente. Tra i bond senior, i titoli obbligazionari covered e quelli senior secured sono altresì garantiti da parti specifiche del patrimonio dell’emittente e, quindi, sono relativamente più sicuri, mentre i senior unsecured sono privi di garanzie reali.

L’ipotesi del mancato pagamento di una cedola non è contemplata per le obbligazioni senior: tale evento si tradurrebbe in un default. Le obbligazioni senior possono avere scadenze e cedole di varie tipologie, la normativa non impone vincoli. Tipicamente, hanno un rendimento più basso e un rating più alto di altri bond bancari, ma attenzione: è difficile che un’obbligazione bancaria renda meno del BTP di pari scadenza.

Passiamo ora alle obbligazioni subordinate.

 

2. Obbligazioni Lower Tier II (o LT2)

Le Lower Tier II rappresentano il primo grado di subordinazione per un’obbligazione. Il mercato italiano ne è ricco. Sono tipicamente emesse con scadenza 10 anni e, comunque, non possono avere una scadenza inferiore ai cinque anni.

I bond decennali hanno una cedola fissa fino al quinto anno, data nella quale è possibile per l’emittente richiamare (ricomprarsi a 100) l’obbligazione, che poi si trasforma in un tasso variabile più uno spread.

 

3. Obbligazioni Lower Tier III (o LT3)

Sono bond del tutto simili ai LT2, ma possono avere scadenze inferiori ai cinque anni.

 

 

4. Obbligazioni Upper Tier II

Scendendo nella scala di subordinazione incontriamo questi titoli che, tipicamente, presentano tasso fisso e scadenza 10 anni. Per queste obbligazioni è possibile che l’emittente NON paghi la cedola periodica in casi particolari.

Il mancato pagamento di una cedola NON costituisce evento di default, ma le cedole sono cumulate (e prima o poi l’emittente le dovrà pagare).

 

5. Obbligazioni Tier I

Il grado più basso (junior) di subordinazione implica che queste obbligazioni siano le prime a subire le conseguenze dei problemi della banca emittente. Tipicamente sono bond perpetui (senza scadenza), ma richiamabili a partire dal decimo anno. Anche qui è prevista una trasformazione in tasso variabile con uno step-up (in breve: la cedola aumenta nel tempo).

Attenzione al prospetto informativo: a seconda di quanto c’è scritto, è possibile che per l’emittente sia obbligatorio cancellare il pagamento delle cedole in alcuni casi particolari. Tali cedole, contrariamente agli altri subordinati, NON sono cumulabili: ovvero, se “saltano”, l’investitore le perde.

In alcuni casi può essere prevista una riduzione del valore nominale dell’obbligazione (se il bilancio della banca è particolarmente “brutto”, il valore nominale scenderà). Cioè, per essere chiari, pur in assenza di fallimento è possibile che il capitale possa o debba essere ridotto.

I Tier 1 sono i bond che vengono per ultimi (appena prima delle azioni) in caso di procedura fallimentare dell’emittente. Rischio non da poco.

 

La conoscenza è la miglior difesa

Come avete visto, in alcuni tipi di obbligazioni subordinate l’emittente ha la facoltà (e l’obbligo in alcune circostanze) di non pagare gli interessi periodici, cioè la cedola, senza incorrere per questo in un fallimento, come invece normalmente avverrebbe per un’obbligazione NON subordinata, cioè senior.

Inoltre, spesso accade che, a causa dell’alto carico commissionale, le obbligazioni bancarie abbiano rendimenti inferiori a quelli ottenibili sui titoli di Stato emessi dal Paese presso il quale la banca ha sede. In un mercato normale ciò non dovrebbe succedere. Invece nella realtà accade tutti i giorni. Ciò è dovuto alla cosiddetta asimmetria informativa, cioè al fatto che la banca è in possesso di informazioni che il pubblico non conosce (e quindi ne trae un vantaggio per sé).

Vero è che sul prospetto, che ogni cliente dovrebbe leggersi prima di acquistare un’obbligazione, le commissioni e le comparazioni con titoli di Stato similari sono esplicitate, essendo questo un obbligo di legge. Tuttavia, nella realtà quasi nessun cliente si prende la briga di leggerlo con attenzione (sbagliando).

E può capitare che la banca collocatrice approfitti di questa “pigrizia” dei sottoscrittori consigliando loro il prodotto su cui essa guadagna di più, e non necessariamente quello che rende meglio e che, quindi, è più adatto ai risparmiatori. Questa è l’asimmetria informativa all’opera.

Insomma, come ripetiamo spesso, un risparmiatore che impara a conoscere gli strumenti finanziari impara a evitare problemi.

 



1 – #ABCFinanza: che cosa sono le obbligazioni?

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