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HomeCAPIRE LA FINANZAFINANZA PERSONALEEcco perché investire in titoli finanziari italiani vi avrebbe fatto guadagnare

Ecco perché investire in titoli finanziari italiani vi avrebbe fatto guadagnare

Si è spesso parlato, all’interno della Community di Advise Only e su questo blog del potenziale ricavo che un investitore “temerario” avrebbe potuto avere se avesse deciso di investire nella Borsa italiana all’alba del crollo dell’ultimo governo Berlusconi e all’inizio di quello presieduto da Mario Monti, ovvero a metà del novembre 2011.

Nel post “Investimenti: ma l’Italia va poi così male?” abbiamo evidenziato come, da quel momento, Piazza Affari abbia prodotto degli interessantissimi guadagni. Tra questi spiccavano i titoli finanziari che presentavano, al momento della pubblicazione del post, un rialzo complessivo di +11,09%. Oggi (dati di chiusura del 28/05/2013) siamo a +13,55%!

Perché i titoli finanziari?

Perché la crisi, oggi economica, ha avuto origine (non dimentichiamolo MAI) in USA, a causa di quelle che considero spericolate ed iperspeculative manovre finanziarie, scoppiate in mano a chi le faceva e per le quali sono intervenuti i cittadini a porre rimedio (attraverso lo Stato).

L’uomo della strada sarebbe portato a credere, quindi, che i titoli finanziari abbiano pagato la crisi più cara di altri, ad esempio del largo consumo, dell’industria manifatturiera, della moda… dopotutto è stato il mondo delle banche a innescare la miccia! La realtà, dati alla mano, è invece diversa: nel complesso hanno avuto davvero ottime performance.

Concentriamoci sull’Italia. Vi propongo le perfromance dal 16 novembre 2011 al 28 maggio 2013 dei finanziari italiani (senza dividendi).

banche italiane

Avvertenza: non sono stati presi in considerazione, in questa analisi, i titoli Risparmio e Risparmio Non Convertibili. Periodo: 16 novembre 2011 al 28 maggio 2013

Aedes

-23,96%

Azimut Holding

+149,05%

Banca Carige

-59,55%

Banca Finnat

-12,84%

Banca Generali

+131,44%

Banca Ifis

+108,98

Monte dei Paschi di Siena

-18,36%

Popolare Emilia Romagna

+9,36%

Popolare Etruria e Lazio

-70,22%

Popolare Milano

+29,22%

Popolare di Sondrio

-16,18%

Banca Profilo

-7,76%

Banco Desio e Brianza

-34,60%

Banco di Sardegna

+63,75%

Banco Popolare

+15,49%

Beni Stabili

+37,13%

Brioschi

-15,16%

Camfin

+201,24%

Cape Live

-28,02%

Cattolica Assicurazioni

+1,71%

Compagnia Immobiliare Azionaria

-16,36%

Conafi Prestitò

+4,85%

Credito Emiliano

+41,25%

Credito Valtellinese

-50,49%

Dea Capital

+1,76%

Exor

+63,11%

Fondiaria Sai

-56,25%

Gabetti

-11,77%

Generali

+17,86%

IGD

-17,66%

Intesa Sanpaolo

+15,35%

Investimenti e Sviluppo

-53,46%

Lventure

-41,92%

M&C

-17,62%

Mediobanca

-10,28%

Mediolanum

+86,25%

Meridie

-32,50%

Milano Assicurazioni

+84,98%

Prelios

-27,15%

Premafin

-7,64%

UBI Banca

+18,40%

Unicredit

-14,22%

Unipol

-53,50%

Vittoria Assicurazioni

+111,18%

Dati 16 novembre 2011 – 28 maggio 2013

Ed i singoli settori che compongono l’indice dei finanziari, come hanno performato?

FTSE Italia Assicurazioni

+18,14%

FTSE Italia Banche

+6,97%

FTSE Italia Servizi Finanziari

+88,52%

Quindi, tirando le somme, che cosa si può trarre da tutto questo?

  1. Prima di investire, ciascuno deve fare una bella ricerca per capire, in base al suo profilo finanziario, in cosa convenga investire e, soprattutto, non fidarsi di quello che dicono giornali e stampa. Per loro c’è solo una montagna di negatività a giro.
  2. Servizi finanziari ed assicurazioni sono andati meglio delle banche e, inoltre, sono meno al centro dell’attenzione. Sceglierli poteva essere (come è stata) una buona occasione. In merito a banche di proprietà di assicurazioni, Banca Generali ha nullificato la controllante, titano assicurativo continentale. Le assicurazioni piccole hanno fatto molto, molto meglio delle grosse. Sono comunque titoli liquidi e, spesso, fanno meglio di quelli nei panieri principali.
  3. Alcune “mani forti” hanno fatto meglio di altri. Tronchetti Provera ed Agnelli hanno sovraperformato, così come Berlusconi. De Benedetti, invece, è andato male. Non bisogna mai scegliere in base alle correnti della politica o in base alle proprie antipatie personali, occorre piuttosto una corretta “due diligence”, sia fondamentale che tecnica.
  4. Le banche piccole non necessariamente vanno meglio delle grandi. Tra le banche grandi, l’aver evitato i riflettori, aiuta: Intesa Sanpaolo sego positivo, negativo per Unicredit e MPS. Anche non avere/avere avuto Profumo come presidente o AD secondo me aiuta…

Concludo con un paio di dati interessanti. Dal 16 dicembre hanno così performato i seguenti ETF finanziari (cliccate sull’ISIN per vedere la performance gratuitamente):

  • LYXOR ETF S&P 500 CAPPED FINANCIALS, isin: FR0011192723: +32,18%
  • SPDR MSCI EUROPE FINANCIALS ETF, isin: FR0000001703: +23,50%
  • LYXOR ETF MSCI WORLD FINANCIALS, isin: LU0533032859: +24,56%

Il trend, perciò, è intercontinentale. Non solo italiano. E questo è il dato più importante di tutti.

Se leggete solo i giornali o seguite solo le TV, meglio che stiate lontani dalle Borse. Ricordatevi che le opportunità ci sono, sempre. Spesso dove altri vi dicono di NON guardare (o NON ve lo dicono affatto).

Approfondiamo l’argomento all’interno della Community di Advise Only. Mi trovate cliccando qui: Alessandro Ruocco.

Scritto da

Con www.adviseonly.com la finanza non è mai stata così semplice. La nostra missione è spiegarvi il mondo degli investimenti in modo chiaro e senza giri di parole, per rendervi investitori più informati e consapevoli.

Ultimi commenti
  • Avatar

    ma ora si compra quelli positivi perche son buoni o quelli neg perche sono indietr ?

  • Avatar

    Come ho detto su Twitter 😉 è la domanda più difficile a cui
    rispondere. Da contrarian, quelli che ora sono più bassi, ma bisogna
    guardare caso per caso. E fare capire alla gente che, alle volte,
    bisogna entrare su di un titolo che abbia perso più del 90% del proprio
    valore da un determinato momento “pivot” è DAVVERO dura…

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    Come ho detto su Twitter 😉 è la domanda più difficile a cui
    rispondere. Da contrarian, quelli che ora sono più bassi, ma bisogna
    guardare caso per caso. E fare capire alla gente che, alle volte,
    bisogna entrare su di un titolo che abbia perso più del 90% del proprio
    valore da un determinato momento “pivot” è DAVVERO dura…

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